“Scirocco”, uscita nel 1987 con l’album “Signora Bovary”. Il brano, musicalmente più complesso e ricercato rispetto alla maggior parte delle canzoni gucciniane, descrive un momento della vita di un amico di Guccini, il poeta Adriano Spatola. Scirocco – Il testo della canzone Ricordi, le strade erano piene di quel lucido sciroccoChe trasforma la realtà abusata
Bologna fa parte dell’album “Metropolis”, pubblicato nel 1981, qui la città in cui Guccini ha vissuto per moltissimi anni viene rappresentata simbolicamente in forma umana, come una “vecchia signora dai fianchi un po’ molli”, piena di contraddizioni, al contempo elegante e rude, un pò come i bolognesi… Bologna – Testo della canzone Bologna è una
- Redazionale
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Addio – Testo della canzone Nell’anno ’99 di nostra vitaIo, Francesco Guccini, eterno studentePerché la materia di studio sarebbe infinitaE soprattutto perché so di non sapere nienteIo, chierico vagante, bandito di stradaIo, non artista, solo piccolo baccellierePerché, per colpa d’altri, vada come vadaA volte mi vergogno di fare il mio mestiereIo dico addio a tutte
In L’atomica cinese Guccini narra l’esplosione di una bomba nucleare in Mongolia occidentale creando una nuvola che copre tutto e tutti: copre un continente, corre verso il mare, oscura il cielo e prosegue senza limiti, le onde sembrano fermarsi, si sente solo il silenzio di un cielo che non è mai stato così livido. Ma
Quattro stracci è una ballata folk-rock autobiografica che parla dell’amore per Angela, un amore ormai finito, secondo la canzone, a causa della troppa distanza tra la schiettezza dell’autore e certe superficialità fintamente intellettuali della donna un tempo amata. Testo della canzone E guardo fuori dalla finestraE vedo quel muro solito che tu saiSigaretta o penna nella mia
Shomèr ma mi-llailah? La canzone di Francesco Guccini si riferisce ad un passaggio del profeta Isaia, nel quale viene espressa in modo conciso l’attesa della fine del dolore e del Male, condizione tipicamente umana, e l’arrivo del nuovo giorno. Il titolo significa letteralmente Quanto resta della notte? e i versetti in questione sono Isaia 21, 11-12: Shomèr ma
La Canzone dei dodici mesi, è una delle tracce contenute nell’album Radici, datato 1972. Francesco Guccini descrive il trascorrere di un anno in un susseguirsi di mesi e stagioni, un viaggio ricco di riferimenti letterari. La canzone è una metafora della vita, con l’auspicio che il Tempo sia sempre un regalo. La canzone dei dodici mesi Testo della canzone
Non siamo, non siamo, non siamo.” “Quello che non…” riprende il tema affrontato già dal poeta Eugenio Montale, l’uomo che, nella società moderna, non è più dispensatore di verità ma di dubbi. Si arriva a toccare un nichilismo quasi totale. Resta evidente in Guccini il dolore causato da questa negatività, da questo “urlo che dice pian
Autogrill è la storia di un amore mancato, mai realizzato… solo immaginato. Profondamente malinconica, questa canzone lascia in bocca l’amaro, una sensazione che almeno una volta nella vita, tutti abbiamo provato. Parla di qualcosa di passeggero, un qualcosa di sfiorato, di non concreto, in un luogo, appunto l’autogrill, di passaggio. Racchiude il significato di vivere senza
Incontro parla di una vecchia e lontana amica che, tornata dal passato per raccontare la sua storia, scandisce il fluire della narrazione partendo dai tempi andati e da quel che ora, nel presente, non c’è più. In ambito cinematografico la canzone è stata particolarmente apprezzata, infatti è stata inserita nella colonna sonora del film Radiofreccia di Luciano Ligabue. Incontro di Francesco
Presente nell’album “D’amore di morte e di altre sciocchezze” del 1996, il brano di Francesco Guccini “Cirano” narra di un amore impossibile. Guccini immagina una lettera scritta da Cirano a Rossana. Nella canzone è presente il sentimento di esclusione dalla società materialista, tema presente in molte canzoni del cantautore e che ben si presta alla figura
Lettera, di Francesco Guccini è una canzone scritta e dedicata ad un suo amico morto da poco. Il suo amico si chiamava Franco Fortunato Gilberto Augusto Bonvicini, e per quel suo nome chilometrico pensò bene di farsi semplicemente chiamare Bonvi. Il testo narra del susseguirsi delle stagioni ed è una chiara metafora per indicare come la
Il brano “L’avvelenata” è uno dei più famosi di Guccini. Le parole del testo risultano essere uno sfogo del cantautore dopo una forte critica del giornalista Riccardo Bertoncelli, che accusò Guccini di aver scritto le canzoni di “Stanze di vita quotidiana” (album del 1974) in modo forzato e senza estro creativo. L’avvelenata di Francesco Guccini Testo
“Stagioni” la canzone di Guccini, è nata nel 1967, poco dopo la morte del “Che”. Guccini aveva scritto una piccola strofa, che poi era rimasta lì. Anni dopo, in casa di amici, Guccini ha riproposto quelle poche parole vecchie di trent’anni, assieme ad altre canzoni mai incise. Sono piaciute molto….. “Stagioni” la canzone di Francesco
La canzone L‘Osteria dei Poeti di Francesco Guccini deve il nome forse dal fatto che alla fine dell’ 800 era frequentata da gruppi di artisti tra cui Carducci e Pascoli. Poi dalla fine degli anni ’60 nuovi clienti, come Francesco Guccini e Lucio Dalla e tanti studenti universitari, divennero frequentatori abituali. Hanno capito che in
Canzone delle domande consuete di Francesco Guccini ci riporta ancora a riflettere sul tempo presente, carico come quello passato della “stessa amarezza del sale”; una splendida metafora che ci fa riflettere sugli stessi problemi del passato che tornano nel presente e sempre con le stesse consuete domande. Ma come in passato… non si trovano risposte.
La locomotiva – Francesco Guccini Brano simbolico dell’intera produzione di Francesco Guccini è “La locomotiva”, contenuta nell’album “Radici”. Il cantautore infatti l’ha proposta per oltre quarant’anni alla fine dei suoi concerti. Il testo si ispira ad una storia vera, in cui un macchinista anarchico, Pietro Rigosi, dirotta una locomotiva rimanendo mutilato e sfigurato. Il testo
“Il vecchio e il bambino” è una delle canzoni storiche della musica italiana nel periodo d’oro dei cantautori.Il vecchio e il bambino sono la chiara rappresentazione, del cammino stesso che un uomo percorre lungo tutta la sua vita. Un cammino che agli occhi del vecchio viene definito come fragile e incerto, intriso di nostalgia e di
Le fazioni di Divergent, sono numerose e difficili da distinguere. Tuttavia, questa guida servirà proprio a questo: ovvero, fare chiarezza. Un argomento così complesso, infatti, è sicuramente un qualcosa che merita di essere visto e rivisto più volte. Oltre che compreso nella maniera giusta. Questo film, è talmente famoso che non ha affatto bisogno di
Il finale di Doraemon, è uno dei tanti misteri che sono rimasti irrisolti nel mondo dell’animazione odierna. Non a caso sono in tanti a chiederselo ancora oggi. Il celebre cartone animato, infatti, come spesso accade, ha talmente tante puntate a suo carico che è molto difficile stabilire quale sia effettivamente il suo finale vero e
Ezechiele 25:17, è una citazione che gode ancora oggi di un certo status. Infatti, questo passaggio tratto dal film di Pulp Fiction non è solamente un semplice riferimento religioso e storico, ma è appunto anche un concreto esempio di alto cinema. I cinefili maggiormente incalliti, sicuramente non avranno problemi a riconoscere la sua indubbia provenienza.
Non aprite quella porta, è molto probabilmente uno dei film più famosi di tutto quel periodo di riferimento in cui è uscito. Dunque, molto tempo fa. La sola e unica cosa che si può dire riguardo a questo capolavoro, è che con molta probabilità ha scritto un genere che ancora oggi effettivamente è piuttosto noto.







