Il linguaggio segreto dei nostri amici a quattro zampe

Non parlano, è vero. Ma chi vive con un cane o un gatto sa che le parole non servono. I nostri amici a quattro zampe comunicano i loro segnali di stress con il corpo, gli occhi, la voce e persino con piccoli gesti che a volte passano inosservati. Interpretare il loro linguaggio è un atto d’amore che rafforza il legame tra noi e loro. E allora impariamo a decifrare quel linguaggio silenzioso ma eloquente.
La comunicazione del cane: tra corpo e vocalizzi
I cani sono animali sociali per natura e hanno un repertorio ampio per farsi capire. La posizione della coda, per esempio, è uno degli indicatori più evidenti del loro stato d’animo. Una coda scodinzolante non significa sempre allegria: se è alta e si muove lentamente può indicare dominanza, se è bassa e rigida paura o tensione. Solo quando è sciolta e in movimento ampio possiamo parlare di felicità genuina.
Anche le orecchie parlano: dritte in avanti segnalano attenzione o eccitazione, appiattite all’indietro spesso indicano paura o sottomissione. Poi ci sono i vocalizzi: un abbaio insistente può nascondere noia o richiesta di attenzione, mentre un ringhio è un chiaro segnale di disagio.
E gli occhi? Gli sguardi diretti, se accompagnati da rigidità del corpo, sono segno di sfida. Al contrario, uno sguardo laterale, magari con leccata del muso, è un modo per stemperare la tensione.
I messaggi (quasi) invisibili del gatto
Il gatto ha un linguaggio più sottile, a tratti misterioso. La coda, ancora una volta, è rivelatrice. Una coda dritta con l’estremità leggermente curva è un saluto amichevole. Quando si gonfia come una spazzola… meglio non avvicinarsi!
Le fusa sono spesso associate al benessere, ma non solo: il gatto può farle anche per calmarsi in situazioni stressanti. I miagolii, invece, sono un linguaggio pensato per noi umani – i gatti adulti comunicano poco vocalmente.
Attenzione anche alle posizioni del corpo: un gatto che si mostra con la pancia all’insù non sempre vuole essere accarezzato lì. È un gesto di fiducia, ma può anche essere una trappola per testare i riflessi!
I segnali “universali” dell’affetto
Ci sono comportamenti che attraversano specie e razze. Il contatto fisico, per esempio, è spesso una dimostrazione di affetto: il cane che appoggia la testa sul tuo ginocchio, o il gatto che si strofina su di te lasciando il suo odore, ti stanno dicendo “sei mio”.
Anche il seguire il proprio umano in ogni stanza, dormire accanto a lui, oppure portare oggetti (dal giocattolo alla preda…) sono modi per mostrare legame e appartenenza.
Perché imparare il loro linguaggio?
Capire come comunicano ci permette di rispettare meglio i loro spazi, i loro tempi e i loro bisogni. Significa anche evitare incomprensioni che possono causare stress o comportamenti indesiderati. Ma soprattutto, decifrare il loro linguaggio significa entrare più a fondo in una relazione fatta di fiducia e amore reciproco.
Come posso riconoscere segnali di stress nei cani e nei gatti?
Saper cogliere i segnali di stress nei nostri amici pelosi è fondamentale per il loro benessere e per prevenire problemi comportamentali o di salute. Ecco cosa osservare:
Segnali di stress nei cani
- Leccarsi le labbra o sbadigliare frequentemente – spesso scambiati per segnali di sonno o fame, sono invece indicatori di disagio.
- Scuotersi frequentemente – come se si fossero appena bagnati, è un modo per “scrollarsi di dosso” lo stress.
- Eccessiva salivazione o respiro affannoso – soprattutto se non c’è attività fisica in corso.
- Postura rigida o coda tra le gambe – il corpo parla chiaro in caso di insicurezza o paura.
- Evita il contatto visivo o si nasconde – cerca di fuggire da ciò che lo mette a disagio.
- Comportamenti compulsivi – come inseguire la coda, leccarsi ossessivamente o scavare anche quando non serve.
Segnali di stress nei gatti
- Isolamento e apatia – se il gatto si nasconde per ore o rifiuta interazioni, potrebbe essere sotto pressione.
- Aggressività improvvisa – verso persone o altri animali, anche se normalmente è tranquillo.
- Cura eccessiva del pelo (o totale mancanza) – lo stress si riflette spesso nella toelettatura.
- Modifiche all’uso della lettiera – può iniziare a fare i bisogni fuori dalla cassetta, un chiaro segnale di disagio.
- Pupille dilatate, orecchie all’indietro e coda agitata – sono segni fisici da non sottovalutare.
- Miagolii insistenti o silenzio anomalo – ogni cambiamento vocale può dire molto.
Cosa fare?
- Osserva il contesto: identifica cosa scatena questi comportamenti (rumori, ambienti nuovi, persone).
- Offri un rifugio sicuro: uno spazio tranquillo e prevedibile è spesso tutto ciò che serve.
- Non forzare le interazioni: meglio lasciarli avvicinare quando si sentono pronti.
- Consulta un veterinario o un comportamentalista se i segnali persistono o peggiorano.
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Amelline
