Gli animali nella Pet Therapy |Subito News

Gli animali nella Pet Therapy: compagni indispensabili per il benessere

Gli animali nella Pet Therapy: compagni indispensabili per il benessere


Il ruolo degli animali nella Pet Therapy, è stato diagnosticato “essenziale”, per salute dei pazienti. Infatti, vedremo per quale motivo, vengono definiti come “compagni indispensabili per il benessere“.

Chiunque possegga un cane oppure un animale domestico, sa benissimo come essi, oltre ad essere un’ottima fonte di compagnia, possono regalare un vero e proprio beneficio alla nostra salute, non solo mentale, ma anche fisica.

Diversi studi hanno dimostrato come l’interazione dell’umano con un gatto o un cane, riesce a ridurre non solo i livelli di stress, ma anche il battito cardiaco, facendoci sentire notevolmente molto più sereni e rilassati.

Gli animali nella Pet therapy: gli effetti nel breve e lungo termine 

Gli animali nella Pet Therapy svolgono un ruolo cruciale, ma non per questo possiamo affermare che la pet therapy sia una vera e propria cura, infatti, può essere associata come supporto di una terapia medica già in corso. 

Se guardiamo gli effetti sulla salute nel breve termine, si può notare come un animale da compagnia possa fungere da moderatore dello stress, in particolar modo se si escludono dei fattori negativi molto comuni, quali allergie o fobie verso l’animale stesso. 

Secondo alcuni studi condotti dalla dottoressa Deborah Wells, coccolare il proprio animale, non è solo un gesto tenero e piacevole, ma aiuta ad abbassare (come abbiamo già accennato) sia la pressione sanguigna che il ritmo cardiaco

Altri studi invece, hanno dimostrato come anche la sola presenza del proprio animale da compagnia, abbia dei notevoli effetti positivi sul benessere psico-fisico

Per quanto riguarda lo studio condotto sul lungo termine, è certamente molto più complesso, ma le numerose ricerche condotte hanno dimostrato come per un individuo prendersi cura di un animale, giovi sul benessere di salute generale

Queste ricerche, hanno evidenziato che chi è in possesso di un animale, si rivolgerebbe al medico in maniera molto meno frequente rispetto a chi non ne ha. Inoltre, è stato messo in evidenza come la presenza di un animale, abbassi le possibilità di sviluppare delle malattie cardiovascolari.

Ma quali sono invece, gli effetti sul benessere psicologico? Gli studi condotti dalla dottoressa Wells, mettono in evidenza come la presenza di un animale da compagnia, possa avere degli effetti positivi sulla qualità della vita, portando anche un netto miglioramento sul benessere psicologico, grazie alla capacità di rimodulazione di alcuni eventi della vita che possono essere stressanti, come dei lutti o dei divorzi, andando a ridurre i livelli di ansia e depressione.

Quali altri problemi risolve la pet therapy?

Prendersi cura di un animale, non è soltanto un dovere da svolgere come obbligo, ma un atto che migliorerebbe la nostra salute psicofisica. Infatti, la pet therapy prevede anche altri benefici, quali:

  • Contatti sociali: la relazione con l’animale, riaccende nel soggetto la voglia di socializzazione con le altre persone. Attraverso tutti gli stimoli sensoriali, come quelli tattili e visivi, crea una forte empatia, portando anche quei pazienti che soffrono di depressione e isolamento sociale, a sentirsi di nuovo utili;
  • Solitudine e isolamento: gli animali più affettivi, riducono notevolmente il senso di solitudine e l’isolamento sociale. Nell’elenco, non mancano gli asini, i cani, i cavalli e i gatti.

Gli interventi assistiti con gli animali, nel tempo hanno trovato delle risposte molto positive e interessanti. Infatti, grazie alla pet therapy, è possibile migliorare la qualità della vita delle persone, specialmente quella di tutti coloro che sono costretti a dei lunghi periodi di degenza in ospedale e che vivono nelle case di riposo.

Gli animali “più idonei” per questo tipo di attività, sono quelli definiti “da compagnia”, come asini, cani, cavalli e gatti. Ovviamente, per fare in modo che un animale sia ritenuto idoneo all’attività di pet therapy, dovrà essere certificato da un medico veterinario esperto, che ne accerta tutti requisiti. 

Ma vediamoli più nello specifico.

Cane e gatto

Cani e gatti, pur essendo due animali molto utilizzati nella pet therapy, presentano delle caratteristiche molto diverse tra loro. In linea generale, il cane viene affiancato a tutti quei pazienti che sono affetti dal morbo di Alzheimer, oppure persone con difficoltà di apprendimento, in quanto la grandissima predisposizione del cane alla coccola, induce in loro un notevole abbassamento dei livelli di ansia

In questo caso, il risultato dipenderà moltissimo dal carattere del cane, in quanto quest’ultimo dovrà presentare dei tratti dolci e socievoli, per essere sempre propenso a ricevere le cure che il paziente gli offre. 

Per quanto riguarda il gatto, è l’animale che più di tutti si presta ad instaurare una relazione emotiva con il paziente, in quanto le fusa agendo sul sistema nervoso, aiutano moltissimo a rilassare i muscoli

Inoltre, il gatto, essendo un animale che ama molto il gioco, riesce a far divertire e mantenere nel paziente un morale alto. 

Entrambi gli animali entrano sia negli ospedali che nelle case di riposo per anziani.

Asini e cavalli

Asini e cavalli offrono entrambi un trattamento completo al paziente. L’asino grazie alla sua personalità calma e rilassata, riesce ad offrire un grandissimo beneficio a tutte quelle persone che non solo sono affette da autismo, ma anche a tutti coloro che soffrono di deficit cognitivi

Il cavallo invece, è particolarmente adatto a tutti quei pazienti che sono portatori di handicap, di sindrome di Down oppure che sono affetti da disturbi psicologici

Alessandro e Zoe: i benefici della Pet Therapy nelle carceri

Il carcere risulta essere uno dei contesti in cui la pet therapy risulta essere particolarmente efficace. Oggi vedremo la storia di Alessandro, un uomo di 40 anni, detenuto per un anno nella casa circondariale Don Bosco di Pisa, dove l’incontro con la dolcissima Zoe, un Golden Retriever, lo ha aiutato ad affrontare la dura vita carceraria

Alessandro, racconta che inizialmente nonostante fosse molto titubante, iniziò con dei semplici giochi per comprendere come interagire nel modo corretto con i cani. Durante il percorso, si è affezionato in particolar modo a Zoe, un Golden Retriever di 8 anni

La cosa più interessante per Alessandro, è stata scoprire che, nonostante le numerose esperienze vissute in precedenza, grazie a Zoe ha avuto modo di imparare ancora tanto.

Uno dei momenti più belli che ha vissuto in questo percorso è stato quando è stato permesso a Roy, il cane di Alessandro, di accedere al carcere.

Questa storia ci insegna come la presenza di un animale, può rendere più bella e leggera, anche la realtà più dura per qualsiasi essere umano: come quella del carcere.

Inoltre, tutto ciò conferma ancora una volta come gli animali siano dei compagni indispensabili per il benessere.