Come selezionare gli animali per la Pet Therapy: caratteristiche e addestramento
Quando ci approcciamo alla pet therapy, è facile chiedersi come selezionare gli animali in base al paziente di interesse. Quali sono le caratteristiche che devono possedere? E quali invece, devono avere uno specifico addestramento?
Prima di entrare più nello specifico dell’argomento, iniziamo col dire che con il termine pet therapy, si indicano tutta quella serie di attività che sono volte all’interazione tra uomo e animale, sia in campo medico che in campo psicologico.
Nel corso degli ultimi anni, (in particolar modo in Italia), il termine è stato sostituito con “interventi assistiti con gli animali”, in quanto possono essere applicati per molteplici scopi benefici come: migliorare la convalescenza dei malati in ospedale, aiutare tutte le persone affette da una disabilità nella vita quotidiana, oppure come miglioramento sociale nei bambini, aiutandoli a rafforzare la loro autostima.
Come selezionare gli animali per la Pet Therapy: le caratteristiche indispensabili
La selezione specifica degli animali da sfruttare nella pet therapy, non è casuale. Occorre infatti, individuare lo scopo, chi è paziente a cui prestare supporto, e quali effetti si possono produrre a lungo termine.
Gli effetti benefici della pet therapy, sono davvero tantissimi, e coinvolgono sia la sfera fisica che la sfera mentale di ciascun paziente.
Solitamente, gli animali più idonei per i percorsi di pet therapy sono quelli conosciuti come “animali da compagnia” come: i cavalli, gli asini, i gatti e chiaramente i cani.
Ciascun animale, ancor prima di esser sfruttato nella pet therapy, viene certificato da un medico veterinario esperto in pet therapy, che ne conferma non solo la capacità, ma anche tutti i requisiti sanitari, attitudinali e comportamentali.
Qualunque sia l’animale che viene impiegato in questo ambito, esso viene selezionato in base a delle specifiche caratteristiche, tra cui la docilità e l’adattabilità alla relazione con le persone estranee, che presentano delle difficoltà fisiche.
Ovviamente l’animale in questione non dovrà presentare in alcun modo atteggiamenti fobici, ansiosi e aggressivi.
Quindi, se vogliamo sapere quali sono gli animali più usati nella Pet Therapy, la prima cosa che dobbiamo tenere in considerazione è che ogni singolo animale presenta delle doti sia fisiche che attitudinali dalle diverse potenzialità.
Ma vediamoli più nello specifico.
Cane
Il cane è l’animale più coinvolto negli interventi assisiti con gli animali (IAA), in quanto essendo un animale che ha delle altissime capacità non solo di approccio e spontaneità, ma anche di empatia e collaborazione, si rende perfetto per diversi ambiti, quali ad esempio: case di riposo, ospedali, comunità terapeutiche, centri di riabilitazione e carceri.
Asino
L’asino è l’animale che viene coinvolto, in quella che è conosciuta come onoterapia, una pratica che ha avuto origine negli USA, per poi espandersi in tutto il mondo.
L’asino (spazi permettendo) proprio come il cane, può essere impiegato in tutti gli ambiti, anche grazie alle sue caratteristiche fisiche.
Essendo un animale non solo molto forte, ma anche caldo, e con degli organi sensoriali altamente sviluppati, tende ad avere un atteggiamento che è molto dolce, paziente e mansueto.
Gatto
Il gatto è conosciuto per il suo forte spirito libero, e viene generalmente impiegato nelle AAA, ovvero in tutte quelle attività che hanno delle finalità ludico-creative, con l’intento di promuovere il miglioramento della qualità della vita grazie ad una corretta interazione tra uomo e animale.
Molto più che in Italia, nei paesi esteri, il gatto viene “sfruttato” come animale da reparto in tutte le strutture residenziali per anziani.
Grazie alla sua capacità di muoversi in autonomia lo rende facilmente adattabile per essere accudito da molte persone.
Cavallo
Il cavallo viene impiegato in quella che è conosciuta come ippoterapia, in quanto risulta essere un ottimo alleato in tutti gli interventi di fisioterapia, in modo particolare quelli che riguardano le persone con problemi di deambulazione.
La relazione che si va ad instaurare tra cavallo e utente, durante tutta la fase di accudimento, permette di sviluppare nel paziente attenzione, interesse, senso di autoefficacia e autostima.
Coniglio
Anche se in Italia il coniglio risulta esser poco utilizzato, è comunque considerato un ottimo co-terapeuta, grazie alla sua tranquillità e docilità è in grado di trasmettere calma, senza far imporre la sua presenza.
Pet Therapy: come addestrare un cane che cura
Il lavoro di selezione sulle razze canine è – come abbiamo già accennato – associato in particolar modo, a tutte quelle caratteristiche sia genetiche che attitudinali, che alcune tipologie di cane posseggono, e che hanno permesso il raggiungimento di eccellenti risultati.
Si fa riferimento a tutte quelle razze, che sono maggiormente predisposte alla relazione uomo – animale, e che possono quindi essere impiegati per interventi specifici.
Se noi prendessimo come riferimento i cani da caccia e i cani da riporto, potremmo trarre un grandissimo insegnamento, ovvero, ci fanno scaturire quel senso di appartenenza, favorendo così lo sviluppo delle doti collaborative con l’uomo e di socievolezza con il branco.
Per questa ragione, si può identificare in modo specifico nei Golden Retrievers, la razza più idonea alla pet therapy, in quanto questi cani sono più propensi allo sviluppo di tutte quelle doti attitudinali che sono di fondamentale importanza per un ruolo delicato come questo.
Le caratteristiche che ne fanno un “cane perfetto” sono:
- Forte desiderio di interazione con l’uomo ed essere sempre molto partecipe a tutte le attività quotidiane del proprietario;
- Altissima capacità di apprendere;
- Forte istinto collaborativo;
- Naturale curiosità e giocosità.
Oltre alle caratteristiche sopra elencate che fanno parte della genetica, risulta comunque essere di fondamentale importanza sia la naturale crescita del cane che la reazione del cane stesso durante il percorso di preparazione.
Ma come avviene l’addestramento del cane? Se vogliamo che il nostro cucciolo diventi un operatore di pet therapy il percorso parte da molto lontano.
Vediamolo più nel dettaglio:
- Studio genetico: durante la quale si va alla ricerca di tutti i tratti di temperamento e di comportamento;
- Scelta dei genitori: i genitori devono essere perfettamente sani ovvero non devono presentare problemi di salute o difetti genetici;
- Sviluppo e imprinting: avere una vita stimolante fin dai primi giorni andando a inibire tutti quei comportamenti mordaci o aggressivi agevolerà la crescita di un buon cane da pet therapy;
- Scelta del cucciolo: attraverso dei test caratteriali si può identificare con facilità l’esemplare più idoneo;
- Socializzazione: si tratta di uno dei momenti di sviluppo più delicati in assoluto nella vita di un cane nella quale i problemi nella relazione con l’uomo usualmente insorgono in questo step;
- Educazione e addestramento: il futuro conduttore deve fare in modo di avere un cane non solo equilibrato ma anche in grado di rispondere con un determinato comportamento o situazione. Solitamente il giovane cane inizia assistendo a degli interventi frequentando i luoghi e associandoli a delle sensazioni positive. Soltanto dopo la valutazione della coppia conduttore-cane decreterà la possibilità di poter entrare a far parte di un programma di pet-therapy.
Dopo aver seguito un adeguato percorso di preparazione, il cane verrà valutato sia dal punto di vista delle capacità acquisite e attitudinali, in coppia con il proprio conduttore.
Con questo articolo speriamo di aver risposto in modo esaustivo a come selezionare gli animali per la Pet Therapy, ricordandoci sempre che non c’è un cane più adatto di un altro, ma soltanto un percorso educativo che a lungo termine può portare dei benefici non indifferenti.