Pet Therapy non è una cura miracolosa: realtà e limiti

Pet Therapy non è una cura miracolosa: realtà e limiti

La Pet Therapy non è una cura miracolosa, motivo per cui l’argomento necessita di svelare tutte le realtà del caso e i limiti posti attorno a questa terapia.

L’Italia è senza dubbio, uno dei Paesi amante degli animali, a tal punto che durante gli ultimi anni, le ricerche scientifiche hanno approfondito tutte le relazioni sociali che si possono instaurare tra l’uomo e l’animale. 

Secondo quanto riporta una ricerca biologica, nel nostro cervello sono presenti una serie di strutture che scaturiscono dei meccanismi biologici che sono alla base di ogni nostro comportamento sociale, cosa estremamente importante, in quanto ci permette di creare dei veri e propri legami affettivi tra esseri viventi

La Pet Therapy: un dolce supporto per velocizzare il processo di guarigione

Come già accennato, oggi comprendiamo come e perché la pet therapy non è una cura miracolosa, ma come invece, è un prezioso supporto per anziani, adulti e bambini con diverse problematiche o difficoltà.

Secondo una ricerca biologica (precedentemente spiegata), si è potuto notare come l’interazione uomo-animale porti dei notevoli benefici sulla salute, non solo a livello mentale, ma anche fisico, andando ad agire anche sul sistema nervoso e sulla regolazione degli ormoni

Il rilascio dell’ossitocina più comunemente noto come l’ormone dell’amore, è il fattore decisivo per la formazione di un solido legame tra uomo e animale. 

Come abbiamo visto, la Pet Therapy è una forma di terapia che sfrutta la capacità degli animali domestici nelle cure, avendo come obiettivo primario quello di assistere i pazienti di tutte le età durante i trattamenti medici, con l’intento di velocizzare la guarigione.

Ad oggi, la Pet Therapy è considerata un tipo di terapia che è in continua evoluzione. Essa consiste in una serie di attività come assistenza e supporto a quelle che sono le classiche terapie con lo scopo di non solo integrarle, ma anche rafforzarle

Tutte queste attività prevedono la partecipazione di un animale come supporto terapeutico in tutti gli ambiti, quali: curativi, educativi e ricreativi migliorando la qualità della vita dei pazienti

Ovviamente, devi tenere a mente che la Pet Therapy non è una cura medica, non è miracolosa e non è invasiva. Essa andrebbe trattata come “co-terapia“, ovvero, un lavoro in simbiosi tra due figure: il professionista sanitario e l’animale

Ma a chi si rivolge la Pet Therapy? La pet therapy viene solitamente consigliata a tutte quelle persone che soffrono di problemi che sono legati sia alla sfera cognitiva che motoria e relazionale.

Più nello specifico, tramite gli IAA (Interventi Assistiti con gli Animali), si va a lavorare prevalentemente nei seguenti ambiti:

  • Ambito psichiatrico: per i disturbi quali la schizofrenia e la depressione;
  • Disturbi dell’età evolutiva: come l’autismo e disturbi pervasivi dello sviluppo;
  • Disturbi alimentari: anoressia e bulimia;
  • Ambiti geriatrici: per il miglioramento delle demenze.

Pet Therapy: gli animali per aiutare i più fragili

Abbiamo appurato – ormai diverse volte – come la pet therapy sia un miglioramento sia della salute che per il benessere delle persone, in modo particolare bambini e anziani. 

Sono ormai stati appurati i molteplici benefici della Pet Therapy, infatti in Italia l’utilizzo degli animali da compagnia è stato riconosciuto come “cura” ufficiale. 

Gli animali maggiormente impiegati in questo ruolo sono: cavalli, asini, gatti, cani e conigli, anche se il coniglio e il gatto, essendo animali prevalentemente stanziali (ovvero che sono abituati a una sola dimora), venendo continuamente in contatto con persone diverse, tendono a subire un forte stress

I maggiori benefici che sono stati documentati con la Pet Therapy sono:

  • Un accrescimento dell’autostima in particolar modo nei più piccoli, che attraverso la cura dell’animale, riescono a ritrovare quel senso di gratificazione;
  • Aiuta nella stimolazione del linguaggio tramite la comprensione di nuove parole e nuove azioni;
  • Abbassa l’ansia sconfiggendo la paura nei confronti del cane;
  • Attraverso dei giochi specifici si stimola la mente tramite l’elaborazione della memoria;
  • Ha un effetto calmante in quanto va a diminuire sia la pressione cardiaca che la pressione arteriosa. 

I cani sono degli animali particolarmente empatici, motivo per cui possono essere adattati a gran parte delle terapie per più pazienti: dai più piccoli ai più grandi (anche quelli oltre la terza età).

Una terapia? Non è sufficiente

Oggi vorremmo sfatare un altro falso mito sulla pet therapy, e ci rivogliamo specialmente a tutti coloro che dicono e credono che: “Basta un solo incontro di Pet Therapy per ottenere risultati duraturi“. Assolutamente no, come tutte le terapie, anche quella assistita con gli animali, richiede più sedute.

Lo studio delle sedute dev’essere molto analitico, visto che l’approccio varia da paziente a paziente: occorre saper individuare l’animale adeguato alla situazione, analizzare il problema e l’eventuale situazione, e scegliere ad esempio, se ricorrere a delle sedute di gruppo oppure individuali.

A tal proposito, possiamo affermare che non esiste un numero standard di sedute di pet therapy, ma nonostante quanto appena detto, quel che è certo è che non basta né una seduta, e neppure due incontri con gli animali per raggiungere l’obiettivo.

Speriamo di aver chiarito il concetto che la pet therapy non è una cura miracolosa, e ci aspettiamo che questo approccio venga sempre più utilizzato all’occorrenza.