Leishmaniosi cane: come evitare la malattia

Leishmaniosi cane: come evitare la malattia

La leishmaniosi del cane, è una malattia infettiva che oltre ad essere estremamente seria, purtroppo non è curabile e molto spesso può essere fatale. 

Quando si parla della leishmaniosi, si tratta di una gravissima patologia che appartiene alla categoria delle CVBD (Canine Vector Borne Diseases), ovvero malattie trasmesse dai vettori, ed è molto diffusa anche nel nostro paese. 

La leishmaniosi nel cane: come avviene la trasmissione, e i sintomi

Come abbiamo già accennato, la leishmaniosi nel cane è una malattia infettiva cronica molto grave e non curabile. Al momento non ci sono farmaci che siano in grado di sconfiggerla, ma è possibile tenere tutti i sintomi sotto controllo.

La causa principale della leishmaniosi è un protozoo, conosciuto con il nome di Leishmania infantum, che viene trasmesso sia al cane che ad altri mammiferi (compreso l’uomo), tramite la puntura del flebotomo. Ovvero, un insetto piccolissimo molto simile alla comune zanzara, anche se esso è molto più conosciuto sotto il nome di pappataci, oppure mosca della sabbia. 

Il pappataci è un insetto molto difficile da individuare, in quanto agisce volando silenziosamente durante le ore notturne, mentre in quelle diurne è solito nascondersi nelle fessure delle finestre che sono posizionate in ambienti umidi. 

Se punge un animale infetto succhiandogli il sangue , il pappataci stesso contrae la leishmania, diventando “l’ospite intermedio”. Il protozoo della leishmaniosi trascorre la maggior parte del proprio ciclo di vita all’interno dell’apparato digerente del pappataci.

Una volta che il protozoo raggiunge la sua forma infettante, risale della faringe dell’insetto che lo ospita per essere successivamente trasferito tramite puntura ad un nuovo animale che ne diventerà “l’ospite definitivo”. 

Una volta che il protozoo portatore della leishmania viene iniettato nel cane tramite la puntura di pappataci, si moltiplicherà fino a sviluppare quella che è la malattia vera e propria, ovvero la leishmaniosi.

Per quanto riguarda i sintomi, il periodo di incubazione della malattia si può protrarre per ben 7 anni. In tutti i casi in cui la leishmania non degeneri in malattia, un esemplare infetto può anche rimanere asintomatico per tutto l’intero arco di vita. 

Nel caso in cui la patologia si sviluppasse, i sintomi non sono solo ben visibili ma si distinguono in due categorie cutanei e viscerali.

Sintomi viscerali

La forma viscerale della leishmaniosi è quella più diffusa e comprende numerose manifestazioni come:

  • Vomito;
  • Diarrea; 
  • Perdita di peso;
  • Perdita di appetito;
  • Affaticamento e sonnolenza;
  • Insufficienza renale che porta ad un aumento della diuresi e di conseguenza anche della sete;
  • Anemia e perdita di sangue dal naso;
  • Problematiche legati agli occhi come retinite, uveite e congiuntivite;
  • Ingrossamento dei linfonodi;
  • In modo molto più raro la febbre;
  • Aspetto globoso dell’addome causato da un aumento del volume degli organi come fegato e milza.

Sintomi cutanei

Quando i sintomi della leishmaniosi sono cutanei, anche un cane con pochi anni di vita (e quindi giovane), prenderà le sembianze di un cane in età avanzata. Questi sintomi comprendono:

  • Dermatite che rende la pelle molto secca, accompagnata da esfoliazioni cutanee che hanno le sembianze della classica forfora;
  • Comparsa di ulcere in tutta la zona perioculare, nel naso, nella mucosa orale e sulle orecchie;
  • Alopecia che colpisce la zona del dorso, il contorno occhi e le zampe;
  • Onicogrifosi, ovvero una crescita anomale delle unghie;
  • Rarefazione del pelo;
  • Inspessimento della cute, nelle zone del naso oppure dei cuscinetti plantari. 

La cura e la prevenzione della leishmaniosi

Come abbiamo già detto, la leishmaniosi è una malattia infettiva cronica per la quale oggi non esiste alcun tipo di farmaco che sia in grado di uccidere il protozoo presente nell’organismo.

Tutte le terapie che troviamo oggi disponibili agiscono sui sintomi della leishmaniosi nel cane e hanno come scopo, quello di evitare che la malattia degeneri

Per questi motivi, è di fondamentale importanza che si agisca in modo tempestivo attraverso la prevenzione con l’aiuto di un veterinario di fiducia

Per fare in modo di avere una prevenzione efficace della leishmaniosi, sarà necessario ridurre al minimo la possibilità che il cane possa venire punto tramite i prodotti antiparassitari ad uso topico, come le gocce oppure i collari.

Tutti questi prodotti hanno un’azione repellente, cioè impediscono al pappataci di pungere. Essi devono autorizzati dal Ministero della salute per ridurre il rischio di trasmissione della leishmaniosi canina. 

Un altro metodo molto utilizzato oggi per la prevenzione della leishmaniosi, è l’uso dei vaccini. Essi, non danno una completa protezione al cane dalle infezioni, o meglio, non direttamente, in quanto fungono “indirettamente”, dato che formano una barriera contro una eventuale puntura, e di conseguenza anche da una possibile infezione. 

Per ridurre al minimo il rischio, è sempre una buona cosa che l’azione degli antiparassitari, venga associata ad un’azione repellente. Oltre a ciò, sarebbe utile mettere in atto tutta una serie di azioni di precauzione, come:

  • Utilizzare insetticidi ambientali adatti all’uso domestico;
  • Limitare il più possibile l’esposizione notturna al parassita, ovvero, non solo evitando di fare delle lunghe passeggiate serali, ma anche tenendo il cane al riparo durante le ore notturne;
  • Attraverso l’applicazione di maglie fitte alle finestre oppure delle zanzariere. 

Leishmaniosi: il contagio con l’uomo e i rischi per i proprietari

Proprio come la toxoplasmosi del gatto, anche la leishmaniosi canina è una malattia perfettamente trasmissibile all’uomo

Il principale vettore, necessario per fare in modo che il contagio avvenga, è il flebotomo, conosciuto anche come pappataci. Il che significa, che il contagio non può avvenire per trasmissione diretta, ma soltanto in modo indiretto.

In pratica, un essere umano potrebbe contrarre la malattia soltanto se il pappataci punge un cane infetto, e una volta terminato il tempo di trasformazione del protozoo (ovvero che passi ad una forma infettante), dovrà pungere nuovamente l’uomo. 

Per evitare ciò, sarà necessario applicare un repellente esterno anche ad un cane già infetto, in modo tale da impedire che venga punto da altri pappataci e di conseguenza che la malattia non si diffonda.