La meditazione apporta benefici su diverse malattie
La meditazione apporta benefici su diverse malattie: dopo essere stata considerata una tendenza per lo più esotica e di moda fino agli anni ’50 del secolo scorso, la medicina oggi sta dimostrando che la sua pratica apporta benefici concreti sia sul corpo che sulla mente.
Gli studi scientifici documentano che se praticata con regolarità e secondo protocolli validati, la meditazione può aiutare i pazienti in diversi ambiti.
La meditazione controlla ansia e depressione
Fra i benefici apportati su alcune malattie, le pratiche meditative aiutano ad esempio a gestire gli stati d’ansia e la depressione. I neuroscienziati hanno provato a capire cosa accade nel cervello quando meditiamo. Le scansioni cerebrali attraverso la risonanza magnetica durante e dopo la pratica della meditazione hanno rilevato un’attività accentuata nelle regioni collegate alla riduzione dell’ansia e della depressione. Dopo alcune settimane di meditazione, l’amigdala, ossia la piccola area dell’encefalo che elabora le emozioni come paura, rabbia, felicità, tristezza, appare ristretta. Allo stesso modo l’ippocampo, la regione che contribuisce alla memoria a breve e lungo termine e che si restringe negli individui che soffrono di depressione, aumenta il volume di materia grigia. Attraverso le pratiche meditative, dunque, riusciamo ad allontanarci dalle sensazioni negative procurate dallo stress e dall’ansia.
La pratica meditativa aiuta a controllare il dolore
Negli ultimi dieci anni, alcune pratiche di meditazione sono entrate negli ospedali come terapie coadiuvanti nel trattamento del dolore e nella gestione di alcuni stati infiammatori generati da malattie infettive, neurodegenerative e cardiovascolari. L’attività meditativa mette il paziente nelle condizioni di focalizzarsi con minore intensità sui dolori cronici, con risultati analgesici in alcuni casi simili addirittura a quelli prodotti dalla morfina. In sostanza, non viene curato il dolore tanto meno la sua causa, ma la meditazione “disturba” la sua elaborazione, ossia elimina i processi mentali che ne danno una percezione ancora più dolorosa.