Tiziano Ferro si confessa: Dall’alcol al pianto per il Papa
Tiziano Ferro torna, con un doppio progetto inedito in uscita il 6 novembre. Il primo impegno è l’album “Accetto Miracoli: l’esperienza degli altri” (Virgin Records/Universal Music Italia), secondo capitolo del disco pubblicato nel 2019, nel quale il cantautore per la prima volta si cimenta con le cover di 13 brani a lui cari di altrettanti autori italiani. Il secondo progetto si chiama “Ferro” ed è il documentario Amazon Original italiano che verrà distribuito in oltre 240 paesi in cui la popstar si mette a nudo tra gioie e dolori, tra paure e consapevolezze.
Tiziano Ferro racconta il suo privato
«Quando mi è stato proposto questo progetto ho detto sì, ma a patto che non fosse un documentario musicale. Lo volevo fare sporco, antiestetico, imprevedibile. Fuori dai canoni classici di backstage, stadi pieni, brindisi con la band» racconta Ferro, in collegamento zoom dalla sua casa di Los Angeles. L’idea è partita da un libro che stava scrivendo: un inizio, l’ultimo disco realizzato, una fine, i festeggiamenti per i suoi 40 anni, e in mezzo la sua vita. «Ho iniziato questo lavoro a 20 anni – spiega Tiziano -. E a 20 anni non sai chi sei, cosa vuoi, non sai dove andrai. Lo scopri man mano, davanti alle telecamere e rimani fondamentalmente schiacciato dalla situazione. Fino a quando non arriva una spinta controvento: per me fu il coming out, mi servì per salvare la mia vita. Perché a quel punto capii che doveva esistere una solo versione di me, in cui mi riconoscessi. Questo docu più che sulla distruzione è molto sulla ricostruzione, sulla risalita se inciampi».
Parte quindi il racconto di come si è avvicinato all’alcol, di come si sentisse sbagliato o fuori luogo. Stonato rispetto a un mondo che lo voleva diverso. «La cosa difficile è ammettere che hai un problema, e non parlo solo dell’alcolismo, ma anche dell’omosessualità. Quando ho capito io cosa volevo è finita la difficoltà. Il difficile quando sei da solo con dei mostri». Ferro racconta anche di quanto si sia commosso il giorno in cui il Papa ha aperto alle unioni gay. «Ho pianto un giorno per quello che ha detto. Per me la Chiesa è sempre stata molto ispiratrice. Sentire il Papa che torna a parlare di compassione ed empatia a prescindere dagli schemi mi ha commosso. A me non interessa il supporto su adozioni o figli, quello che voglio è il rispetto» ha dichiarato Tiziano Ferro.
In “Ferro” c’è anche il passaggio sul palco dell’Ariston, all’ultimo Festival come ospite fisso. «Sanremo mi ha tolto 10 anni: non ne ho compiuti 40, ma 50. E forse mi rendo conto che tutta una settimana è stata troppo per me. Ho accettato perché era il mio sogno, non perché dovessi dimostrare qualcosa. Ma non ero adatto a quel tipo di esperienza così massacrante: a livello emotivo e fisico mi ha veramente provato».
Il disco, invece, aveva raccontato tempo fa, «vale come un disco nuovo. Ci abbiamo lavorato tantissimo, con un’ansia, un entusiasmo e un’ossessione per la sperimentazione del dettaglio che veramente non ha avuto niente di meno di un disco di inediti».
Tra i brani scelti “Rimmel” di Francesco De Gregori, “Perdere l’amore” con Massimo Ranieri, “Portami a ballare” di Luca Barbarossa, “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno, “Bella d’estate” di Mango (composta con Lucio Dalla), “Piove” di Jovanotti feat. Box of Beats, “Morirò d’amore” di Giuni Russo, “Cigarettes and Coffee” di Scialpi, “Margherita” di Riccardo Cocciante, “E ti vengo a cercare” di Battiato, “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini, “Non escludo il ritorno” di Franco Califano (scritto a quattro mani con Federico Zampaglione), “Ancora, ancora, ancora” brano di Cristiano Malgioglio noto soprattutto nell’interpretazione di Mina. «Queste canzoni hanno dato vita a piccoli miracoli nel corso della mia vita. Poterle ricantare è bello per noi, per chi ci segue, ma anche per chi viene omaggiato».