TikTok e il blocco statunitense

TikTok e il blocco statunitense

TikTok ha recentemente animato il dibattito mondiale: inizialmente messo al bando in tutti gli Stati Uniti, è poi stato sbloccato solo dopo dodici ore con l’obiettivo di rendere accessibile la piattaforma con tutti i suoi servizi. In virtù della legge approvata dal Congresso americano, per l’esattezza il Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act del 2024, il 19 gennaio 2025 tutte le attività di TikTok, il social media da 170 milioni di utenti contati solo negli Stati Uniti, avrebbero dovuto essere state sospese: obiettivo, secondo il Congresso, tutelare la sicurezza nazionale rispetto alle superpotenze nemiche che avrebbero potuto mettere mani e naso nei dati di milioni di cittadini americani. TikTok è infatti una controllata della cinese Bytence che collabora col Governo e la sua intelligence, e che secondo la legge approvata e firmata dall’ex presidente Joe Biden nell’aprile 2024, avrebbe dovuto trovare un acquirente statunitense: molti i nomi e le proposte, fra le quali anche quello di Elon Musk, il magnate proprietario del social X, ma nessuna acquisizione concreta. Per questo motivo la Corte Suprema ha finito per confermare quanto già deciso dalla Corte d’Appello del District of Columbia nella capitale Washington, allineandosi alla posizione del Parlamento. Invece due giorni prima, il 17 gennaio, l’applicazione della legge è stata stoppata dal neo Presidente Donald Trump, appena insediato: il salvataggio era stato del resto preannunciato dallo stesso Trump.

Il blocco di TikTok

Dalla tarda serata di sabato 18 gennaio, TikTok è stato bloccato negli Stati Uniti, dove il social di proprietà del colosso cinese ByteDance conta 170 milioni di utenti. Tuttavia agli stessi utenti fa intendere che aspetta l’insediamento del neo presidente Trump per capirne le strategie future: “Spiacenti, TikTok non è attualmente disponibile. Una legge che vieta TikTok è stata emanata negli Stati Uniti. Purtroppo ciò significa che al momento non puoi utilizzare TikTok. Siamo fortunati che il Presidente Trump abbia indicato che lavorerà con noi a una soluzione per ripristinare TikTok una volta che assumerà l’incarico. Restate sintonizzati!”. Questo il messaggio che gli iscritti si sono trovati davanti quando nelle ultime ore hanno tentato l’accesso all’applicazione social. Da quel momento non era neanche più possibile acquistare l’applicazione nei negozi digitali: TikTok era completamente sparita, non era più possibile scaricarla sui dispositivi compatibili. Non solo: le aziende che gestivano gli store avrebbero rischiato una sanzione di 5000 dollari per ogni singolo utente che avesse scaricato l’applicazione.

Il ritorno online di Tik Tok

Dopo quasi una giornata di ban, il 19 gennaio TikTok è tornato online negli Usa con la seguente comunicazione ufficiale sui profili social di altre piattaforme: “In accordo con i nostri fornitori di servizi, TikTok è in procinto di ripristinare il servizio. Ringraziamo il Presidente Trump per aver fornito la necessaria chiarezza e garanzia ai nostri provider che non subiranno alcuna sanzione fornendo TikTok a oltre 170 milioni di americani e consentendo a oltre 7 milioni di piccole imprese di prosperare”. A integrazione, il messaggio si chiude con una dichiarazione di intenti, la citazione del Primo Emendamento e la libertà di espressione: “Una posizione forte a favore del Primo Emendamento e contro la censura arbitraria. Collaboreremo con il Presidente Trump per una soluzione a lungo termine che mantenga TikTok negli Stati Uniti”. Non a caso il ripristino è dunque avvenuto alla vigilia dell’insediamento ufficiale di Trump alla Casa Bianca, il 20 gennaio 2025, alla cui cerimonia di insediamento era ospite d’onore anche Chew Shou Zi, CEO di TikTok: “Grazie agli sforzi del presidente Trump, TikTok negli Stati Uniti è tornato! – il messaggio agli utenti -. Puoi continuare a creare, condividere e scoprire tutte le cose che ami su TikTok”