Si finge il diavolo e abusa di adepti anche minori: arrestato uno studente di Prato
Riduzione o mantenimento in schiavitù, violenza sessuale e pornografia minorile nei confronti di più persone: sono le accuse a carico di uno studente di 23 anni, residente a Monemurlo (Prato) che, fingendosi il diavolo sarebbe stato a capo di una setta satanica. Il giovane è finito agli arresti domiciliari. Secondo l’accusa del gip del tribunale di Firenze, lo studente avrebbe costretto gli adepti, anche minorenni, messi in uno stato di soggezione psicologica, a subire atti sessuali. L’indagine era stata avviata nell’aprile del 2019 dopo che una mamma, insospettita e preoccupata per il repentino cambiamento dei suoi due giovani figli, si era rivolta all’Osservatorio nazionale abusi psicologici. Durante l’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Angela Pietroiusti, è stato ricostruito «un contesto di soggezione continuata, indotto mediante inganno, minacce e violenza, contraddistinto da una visione distorta della realtà nella quale il leader era considerato il “Diavolo”, con capacità e poteri sovrannaturali, e i suoi seguaci entità non umane che, al fine di acquisire più poteri, sarebbero stati costretti a rituali di ogni genere, anche di natura sessuale».
Secondo le accuse il giovane avrebbe fatto credere a tutti gli appartenenti al gruppo, che venivano approcciati sui social e sulle chat di Whatsapp, che erano persone prescelte, che nelle precedenti vite avevano avuto un’altra identità sovrannaturale e che la loro missione era quella di salvare il mondo. Per convincerli della sua superiorità e metterli in uno stato di soggezione psicologica così da abusarne, avrebbe anche elaborato un rituale di resurrezione: inscenava uno strangolamento da parte di un complice e dopo si rialzava, fingendo di rimettersi a posto il collo. Il giovane avrebbe inoltre asserito che ogni persona che si avvicinava al gruppo e seguiva i suoi precetti poteva acquisire gli stessi suoi poteri sovrannaturali attraverso una serie di rituali che, secondo le accuse, sarebbero terminati quasi sempre, anche con minacce di morte e violenze fisiche, con la costrizione degli adepti a compiere e a subire rapporti sessuali di vario tipo da consumare nelle case libere dei nonni o nei parchi di Galceti e Galciana a Prato, finanche in un cinema multisala.