Scirocco, di Francesco Guccini

 

“Scirocco”, uscita nel 1987 con l’album “Signora Bovary”. Il brano, musicalmente più complesso e ricercato rispetto alla maggior parte delle canzoni gucciniane, descrive un momento della vita di un amico di Guccini, il poeta Adriano Spatola.

Scirocco – Il testo della canzone

Ricordi, le strade erano piene di quel lucido scirocco
Che trasforma la realtà abusata e la rende irreale
Sembravano alzarsi le torri in un largo gesto barocco
E in via dei Giudei volavan velieri come in un porto canale

Tu dietro al vetro di un bar impersonale
Seduto a un tavolo da poeta francese
Con la tua solita faccia aperta ai dubbi
E un po’ di rosso routine dentro al bicchiere
Pensai di entrare per stare assieme a bere
E a chiaccherare di nubi

Ma lei arrivò affrettata danzando nella rosa
Di un abito di percalle che le fasciava i fianchi
E cominciò a parlare ed ordinò qualcosa
Mentre nel cielo rinnovato correvano le nubi a branchi

E le lacrime si aggiunsero al latte di quel tè
E le mani disegnavano sogni e certezze
Ma io sapevo come ti sentivi schiacciato
Fra lei e quell’altra che non sapevi lasciare
Tra i tuoi due figli e l’una e l’altra morale
Come sembravi inchiodato

Lei si alzò con un gesto finale
Poi andò via senza voltarsi indietro
Mentre quel vento la riempiva
Di ricordi impossibili
Di confusione e immagini

Lui restò come chi non sa proprio cosa fare
Cercando ancora chissà quale soluzione
Ma è meglio poi un giorno solo da ricordare
Che ricadere in una nuova realtà sempre identica

Ora non so davvero dove lei sia finita
Se ha partorito un figlio o come inventa le sere
Lui abita da solo e divide la vita
Fra il lavoro, versi inutili e la routine d’ un bicchiere

Soffiasse davvero quel vento di scirocco
E arrivasse ogni giorno per spingerci a guardare
Dietro alla faccia abusata delle cose
Nei labirinti oscuri delle case
Dietro allo specchio segreto d’ ogni viso
Dentro di noi

Fonte: Musixmatch

Compositori: Francesco Guccini / Juan Carlos Biondini