Sci: l’ennesimo crac della Goggia e le polemiche sulla sicurezza
Sci nell’occhio del ciclone per la sicurezza. Una domenica nera di Coppa del Mondo. A pagare è stata anche Sofia Goggia, che in un’Italia regina ma già martoriata dagli infortuni di Manfred Moelgg e Dominik Paris si frattura nel superG di Garmisch vinto dalla svizzera Suter con Federica Brignone 5ª e sempre più vicina in classifica alla Shiffrin. Due settimana dopo la caduta di Bansko (botta alla tibia e blotz in Italia per realizzare una protezione di carbonio), Sofia è finita sotto nelle reti e sotto i ferri in ospedale per ridurre una frattura scomposta al radio del braccio.
«Una caduta che non ci voleva, ma sappiamo che questi episodi negativi fanno parte della carriera di una sciatrice» le prime parole della Goggia. La Commissione Medica Fisi ha identificato in «almeno sei settimane» i tempi del pieno recupero. Stagione finita per molti, ma lei sogna l’impresa per le finali di Cortina, in programma proprio al limite (discesa il 18, superG il 19). «Ho passato situazioni peggiori e ne sono sempre uscita con ancora maggiore grinta, lavorerò sin dai prossimi giorni per recuperare nel migliore dei modi» ha affermato Sofia.
Sulla pista Kandahar di Garmisch s’è infortunata anche la tedesca Rebensburg, che 24 ore prima aveva vinto la sua prima discesa di Coppa e che finendo contro una porta si è rotta la testa della tibia sinistra. Quel tratto è chiamato “Inferno”… Un anno fa ci ha rimesso il ginocchio Federica Sosio, nel 2017 finirono all’ospedale i francesi Fayed e Girard Moine, il quale dopo più operazioni per ricostruire con tendini e legamenti dei cadaveri entrambe le ginocchia martoriate nelle reti è tornato in gara solo quest’anno. Per non parlare della morte di Ulrike Maier nel 1994.
Infortuni e polemiche anche a Chamonix, in Francia, dove gli uomini erano impegnati nel gigante parallelo. L’azzurro Simon Maurberger cadendo è finito nelle reti (distorsione al ginocchio) e l’austriaco Brennsteiner s’è rotto menisco e cartilagine. «Noi atleti siamo pedine di uno spettacolo e non attori principali di uno sport» accusa il francese Pinturaul. E lo svizzero Daniel Yule, nuovo rappresentante degli atleti nella Fis, minacca: «Lanciamo un boicottaggio?».