Sci: col Coronavirus Vonn e Shiffrin si scoprono ancora rivali
Una lotta a tre per la Coppa del Mondo di sci femminile? Macché, tra Federica Brignone, la rientrante Mikaela Shiffrin e Petra Vlhova si inserisce Lindsey Vonn. Sì, la ex regina dello sci femminile (s’è ritirata un anno fa perché le ginocchia non reggevano più, rinunciando all’inseguimento al record di vittorie di Ingemar Stenmark: 82 lei, 86 lo svedese) ha detto la sua sull’annullamento delle finali di Cortina per l’emergenza Coronavirus. Cancellazione che costa caro alla connazionale pronta al rientro dopo oltre un mese d’assenza per l’improvvisa morte del padre Jeff e che ora ha solo tre gare questa settimana ad Are, in Svezia, per rimontare 153 punti che la dividono dalla nuova leader in classifica, la nostra Brignone.
«E’ stata una decisione dura, ma sono convinta che sia stata la più giusta e saggia. Anche se deludente per chi gareggia» il tweet della Vonn, che da atleta avrebbe invece voluto sicuramente gareggiare. Furioso invece Kilian Albrecht, ex slalomista e manager della Shiffrin (66 vittorie in Coppa a 24 anni…) che ha parlato per lei: «Come sempre la Fis non ha ascoltato gli atleti. La federazione internazionale avrebbe avuto la possibilità economica per aiutare la riorganizzazione tra Are e Kvitfjell. Un’ulteriore prova di cattiva gestione e totale disperazione».
Nel frattempo le tre rivali, compresa la slovacca Vlhova, terza a -189 dalla Brignone e allenata dal bergamasco Livio Magoni, sono già in Svezia per allenarsi. La pista di Are,sede un anno fa dei Mondiali, dirà la sua verità tra giovedì (slalom parallelo) e sabato (slalom), con in mezzo il gigante di venerdì, quasi sicuramente la gara decisiva per Federica, che dopo aver già vinto la coppa di combinata è in testa anche in quella di specialità tra i pali larghi e che in collegamento con Fabio Fazio nella trasmissione “Che tempo che fa”, ha evitato ogni polemica: «Dispiace molto per la cancellazione delle finali di Cortina, da atleta e da italiana, ma è così. La Coppa? In un momento così delicato darò il massimo per il mio Paese».