Gli antichi raptor giganti scoperti in Australia

Gli antichi raptor giganti scoperti in Australia

Alcuni ricercatori australiani hanno scoperto i fossili di due antichissimi esemplari di Megaraptoridi, una specie di dinosauri cosiddetti “raptor giganti” alti circa otto metri.

I resti dei raptor australiani

Alcuni ricercatori australiani hanno scoperto i fossili di due antichissimi esemplari di Megaraptoridi, una specie di dinosauri il cui nome scientifico letteralmente significa “raptor giganti”. Si tratta di animali bipedi e carnivori, vissuti nel Cretaceo che in alcuni casi potevano raggiungere o superare le dimensioni del celebre tirannosauro, creatura dell’altrettanto celebre film di Steven Spielberg “Jurassic Park””. Riguardo i fossili ritrovati in Australia, si stima che le dimensioni fossero intorno ai 7 – 8 metri, e quindi molto più grandi di quelle dei velociraptor della saga cinematografica, a dimostrazione del detto che a volte la realtà supera l’immaginazione. In fondo i velociraptor del film non sono neanche realistici, in quanto quelli rappresentati sono in realtà dinosauri teropodi chiamati Deinonychus. I resti dei due raptors giganti sono stati ritrovati nella formazione paleontologica Upper Strzelecki Group: risalgono al Cretaeo Inferiore, ossia a 145 – 100 milioni di anni fa e sono in assoluto i più antichi finora conosciuti dagli studiosi. I resti ritrovati appartengono a una tibia e a due vertebre caudali con rispettivi archi emali. I Megaraptoridierano animali robusti e potenti, caratterizzati da due dita delle mani con lunghi artigli rispetto al terzo dito, molto meno sviluppato. Erano anche snelli e molto agili nonostante le dimensioni,, mentre le loro ossa erano leggere e cave con scche d’aria collegate all’apparato respiratorio come gli attuali uccelli, di fatti tutti appartenenti al gruppo dei dinosauri.

Oltre ai raptor anche i fossili di Carcarodontosauri

Accanto a loro gli scienziati hanno individuato anche i fossili di Carcarodontosauri più piccoli, per una lunghezza stimata tra i 2 e i 4 metri, ritrovati nella Formazione Eumeralla. Si tratta di una novità in Australia, in quanto resti di carcarodontosauri non erano mai stati recuperati. Si tratta quindi di una scoperta rivoluzionaria, perchè in Sud America, ad esempio, questa specie di dinosauri aveva una dimensione che poteva raggiungere i 13 metri di lunghezza, simili a quelle del Tyrannosaurus rex, e quindi più alti dei Megaraptoridi. In Australia, invece, il recente ritrovamento dei fossili documenta l’inverso, con i Magaraptoridi a superare i Carcarodontosauri. Sempre nel 2024 gli studiosi hanno identificato anche un altro genere di “raptor gigante”, il Fujianipus Yingliangi, delle dimensioni stimate di circa 5 metri e vissuto in Cina.

Il dinosauro più antico ritrovato

Il dinosauro più antico a oggi conosciuto è il Nyasasaurus parringtoni e risale a ben 243 milioni di anni fa: visse quindi nel periodo Triassico, cioè attorno alla metà del primo periodo dell’era Mesozoica. I suoi fossili vennero rinvenuti in Tanzania negli anni ’30 del secolo scorso, nell’area vicino al Lago Malawi. Altri esemplari furono rinvenuti in Argentina, Brasile e Zimbabwe, tutti datati intorno a 230 milioni di anni fa. Tuttavia questo tipo di dinosauro è ben lontano dall’essere considerato un dinosauro ancestrale. Secondo alcuni studi recenti, i dinosauri più antichi si troverebbero in alcuni luoghi più inaccessibili, quali la Foresta Amazzonica, il Deserto del Sahara o il bacino del Congo, tutti a ridosso dell’equatore. Pur essendo stati studiati molto, infatti, ancora non è noto da dove provengano. Si ipotizza che i primi esemplari potrebbero aver avuto origine nel supercontinente Gondwana, da cui poi hanno avuto origine gli attuali continenti, a bassa latitudine e in un ambiente prevalentemente secco e caldo, prevalentemente costituito da aree desertiche e savane. Le regioni che costituivano quest’area occidentale del Gondwana sono alcune zone dell’Africa e del Sud America in cui però non sono ancora stati rinvenuti fossili: la ragione, secondo gli scienziati, è da attribuirsi al fatto che probabilmente i ricercatori non si sono ancora imbattuti nelle rocce giuste, a causa anche dell’inaccessibilità di alcune zone e della mancanza di ricerca in queste aree.