Quando si può denunciare per stalking? Procedure e comportamenti

Quando si può denunciare per stalking? Procedure e comportamenti

Prima di vedere quando si può denunciare per stalking, vediamo che cosa si intende con questo termine. La prima cosa che devi sapere è che si parla di stalking quando si verificano dei comportamenti che sono ripetuti e intrusivi nel tempo, come ad esempio il controllo e la sorveglianza.

Il persecutore trova sempre un modo per mettersi in contatto con la vittima, fino a indurle un forte senso di disagio e preoccupazione.

Quando si può denunciare per stalking: i comportamenti da non sottovalutare

Per comprendere quando si può denunciare per stalking, occorre fare delle valutazioni molto minuziose. Infatti, non basta un’attenzione di troppo per poter accusare qualcuno di pedinamento, ma ci sono tutta una serie di comportamenti che non vanno sottovalutati e sono tutti quei comportamenti che considereremmo persecutori

Tra questi troviamo:

  • Comunicazioni intrusive e assillanti: queste telefonate sono ripetute nell’arco della giornata (ammontando anche a più di 5 chiamate al minuto). Tutte queste chiamate hanno delle caratteristiche come, telefonate mute, di minaccia, pppure continui messaggi in segreteria, SMS offensivi e così via.
  • Ricerca continua di contatto: lo stalker cerca qualunque modo e scusa per potersi mettere in contatto con la propria vittima. I campanelli di allarme di un controllo persecutorio sono molto spesso, appostamenti sotto casa, presentarsi sul luogo di lavoro della vittima e controllarla in un luogo pubblico;
  • Comportamenti associati: si tratta di tutti quei comportamenti violenti come bucare le gomme, atti vandalici, violazione di domicilio, violenza fisica e psicologica.

Lo stalking è un processo molto complesso e dipende da moltissimi fattori. Moltissimi studi, hanno dimostrato che, come prima causa ci sono tutti quei disturbi mentali e di personalità come ad esempio: disturbo delirante, schizofrenico, disturbo dell’attaccamento e della criminalità. 

Tutti questi disturbi, rappresentano molto spesso un fattore di rischio, in quanto alcune situazioni sentimentali molto comuni come una rottura o una separazione possono essere fattori che fanno precipitare il fenomeno. 

L’attenta analisi condotta dei bisogni e dei desideri che innescano questo comportamento violento, hanno consentito agli esperti di individuare ben sei tipologie di stalker:

  • Cercatori di intimità: si tratta di tutte quelle persone che hanno il bisogno di stringere una relazione molto stretta che sia con una persona sconosciuta, oppure una persona conoscente che ha attratto il loro affetto e dal quale pensano di essere amati;
  • Rifiutati: queste persone reagiscono con opposizione alla fine indesiderata di una relazione, cercando in ogni modo di avere con la vittima un ultimo disperato contatto;
  • Incompetenti: si sentono autorizzati ad intraprendere una relazione con la vittima attraverso delle modalità poco adeguate, molto spesso tramite dei rituali di corteggiamento che sono molto spesso poco graditi;
  • Rancorosi: rispondono a quello che viene preso come insulto con delle azioni che hanno molto spesso l’obiettivo di provocare nella vittima paura e apprensione;
  • Contro stalker: per delle ragioni di “legittima difesa”, mette in atto una vera e propria caccia all’uomo. Questo atteggiamento è molto più vittimizzante di quella esercitata sulla persona primaria dallo stalker stesso;
  • Predatori: sono dei veri e propri cacciatori.

Le conseguenze (spesso catastrofiche) dello stalking sulla vittima

Le vittime di stalking sono molto spesso costrette a cambiare abitudini di vita nel tentativo (spesso vano) di scampare agli atti persecutori.

Molte delle vittime tendono a: ridurre tutte le attività sociali, escono di meno, e hanno sempre bisogno di essere accompagnate per paura di incontrare lo stalker. 

Altre ancora sostituiscono il loro numero di telefono al fine di evitare le insistenti telefonate ed SMS che molto spesso hanno come contenuto minacce.

Le conseguenze psicologiche dello stalking sono molto diverse, tra queste troviamo:

  • Notevole aumento del livello di stress e di ansia;
  • Disturbi cronici del sonno;
  • Pensieri ricorrenti verso l’evento traumatico.

In molteplici casi, la sintomatologia appena riportata, rientra nella diagnosi del disturbo post traumatico da stress, un disturbo che è spesso legato a tutti quegli eventi con un forte impatto emotivo come: minacce di morte, gravi lesioni oppure atti persecutori insistenti.

Questo disturbo tende a manifestarsi attraverso sogni e ricordi invasivi, sensazione che l’evento traumatico si ripeta si associ ad un forte disagio psicologico

Le vittime di stalking possono presentare disturbi psicosomatici e somatizzazioni, ovvero tutta una serie di disturbi fisici che non hanno alcuna origine organica ma sono in stretta correlazione con lo stress emotivo subito e il disagio psicologico provato.

La cosa importantissima è che tutte le vittime di stalking e atti persecutori si rivolgano ad uno psicologo per ricevere l’aiuto e il sostegno necessario venendo accolte in un ambiente terapeutico empatico e rassicurante

Questa cosa è necessaria, in quanto aiuta la vittima a riacquistare il proprio benessere psicofisico tramite il trattamento dei disturbi manifestati e un percorso che consenta alla vittima di ritrovare la serenità persa.

Denuncia per stalking: la fine di una relazione come fattore primario 

Denunciare per stalking è un procedimento che va fatto quando una persona si sente fortemente minacciata a tal punto da non riuscire più a vivere in modo tranquillo e sereno la propria vita. 

La cosa importantissima è non restare in silenzio qualora ci si trovi in una situazione che diventa ogni giorno sempre più pesante e difficile da gestire. Denunciare significa cercare di fermare il colpevole ed evitare che tale atteggiamento peggiori.

Uno dei casi più frequenti è la fine di una relazione amorosa per la quale uno dei due componenti della coppia non riesce a rassegnarsi e continua a perseguitare l’ex compagno/a

Se i limiti vengono superati, è opportuno fare una denuncia per stalking, evitando di giustificare tali atteggiamenti e avendo degli insensati sensi di colpa. 

La cosa particolare è che quando si denuncia una persona per stalking, la maggior parte delle volte quest’ultima non ha precedenti penali o dipendenze da droghe e alcol. Si tratta di persone che sembrano apparentemente innocue e per questo motivo vengono continuamente giustificate. 

In realtà, non ci dobbiamo dimenticare che si tratta di un reato punibile penalmente attraverso la legge numero 38 del 2009

Per capire come denunciare uno stalker, dobbiamo avere la certezza assoluta che quello che stiamo subendo sia realmente stalking, oppure se si tratta di un semplice tentativo di corteggiamento più fastidioso del dovuto. 

In linea generale, se la situazione crea disagio a tal punto da non sentirsi più liberi di vivere la nostra vita, molto probabilmente è il caso di agire. 

Per capire meglio, ci sono alcuni tratti che caratterizzano questo reato:

  • Ripetute e continue minacce;
  • Telefonate insistenti;
  • Scrivere tantissimi messaggi molto spesso dal contenuto offensivo;
  • Provocare danno agli oggetti della vittima;
  • Effettuare moltissime aggressioni verbali.

Tieni a mente, che se non si tratta di un semplice fastidio oppure di un atteggiamento leggermente fuori dalle righe, è il caso di raccontare la vicenda all’autorità competente per evitare che la situazione possa sfociare in qualcosa di molto più grave. 

Per effettuare una denuncia per stalking, le strade da intraprendere sono solitamente due:

  • Effettuare una querela presso la Procura della repubblica entro 6 mesi dall’ultimo atto persecutorio o intimidatorio subito, e attendere l’avvio delle indagini;
  • Effettuare un ammonimento al questore, ovvero una sorta di diffida per scoraggiare lo stalker. 

Se si sceglie di intraprendere la via della querela è possibile ritirare l’atto nel caso in cui il persecutore blocchi l’atteggiamento gravoso evitando così di procedere con il processo penale e in ogni caso questa scelta deve essere sempre presa davanti a un giudice. 

Con l’ammonimento invece, il procedimento può continuare d’ufficio a prescindere da quelle che sono le volontà della vittima. Questo significa che il colpevole verrà punito anche se la persona che ha sporto la denuncia cambiasse idea. 

Se c’è la presenza di minacce di morte, il reato è sempre procedibile d’ufficio in quanto quest’ultime rappresentano un fatto particolarmente grave verso la quale non si può rimanere differenti. 

Dopo che abbiamo analizzato le due opzioni possibili per l’esposizione della denuncia, mettiamo in chiaro quali sono le pene previste per il reato di stalking.

L’articolo 612-bis della legge 38/2009 afferma che: “salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato d’ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.

Alla luce di tale articolo, la pena prevede la reclusione da 6 mesi a 5 anni in base alla gravità degli atti subiti. Ovviamente tale pena può aumentare nel caso in cui:

  • Il colpevole è il coniuge anche se divorziato o separato;
  • Il comportamento illecito è stato effettuato tramite strumenti informatici o telematici;
  • Tale reato è stato commesso a danno di minori, donne in gravidanza oppure persone disabili. 

Ovviamente una denuncia per stalking senza prove quali sms, chiamate insistenti, pedinamenti, spionaggio (dimostrabile tramite riprese video oppure comportamenti minacciosi e molesti) risulta essere al quanto inefficace.

Ricordate che uno stalking tenuto nascosto potrebbe sfociare in conseguenze molto più gravi, quindi la soluzione è quella di non restare in silenzio e denunciare, ricordando che questo tipo di atteggiamenti non dimostrano amore ma ossesione.