Premio produzione busta paga: come si deve leggere?

Premio produzione busta paga: come si deve leggere?

Premio produzione busta paga: come si deve leggere?
Fonte: Pixabay


Premio produzione busta paga cos’è

A molti lavoratori, leggendo il documento apposito, sarà capitato di leggere una voce riguardante il premio produzione in busta paga. Tale incentivo, naturalmente, ha una funzione puramente di premiazione. Questo, perché significa che il lavoratore o libero professionista riceve tale incentivo nella propria busta paga. Benché ripetiamo, il libero professionista non la possa ricevere. Ad ogni modo, infatti, questo è un bonus che si ottiene per via della produzione in eccesso.

Questo, è anche un modo dell’azienda per ringraziare e soprattutto per premiare il lavoro ulteriore svolto dalla figura a cui ci si fa riferimento. A livello di definizione, il premio di risultato – definito in gergo tecnico – è un trattamento retributivo riconosciuto dal datore di lavoro, ed è generalmente accorpato alla busta paga di fine mese. Solitamente, quando si parla di premio di produzione si fa riferimento al raggiungimento di un obiettivo ben definito stabilito dal datore di lavoro.

Vedremo più in là nel corso dell’articolo, naturalmente, questo incentivo non spetta certamente a qualsiasi categoria di lavoratore. Infatti, per forza di cose, benché tale incentivo sia strettamente correlato alle scelte dell’azienda, ci sono delle regole da rispettare. Nel prossimo paragrafo partiremo innanzitutto col fornire una definizione adeguata di premio produzione in busta paga.

Incentivo al risultato: la definizione ufficiale

L’incentivo per il risultato, per definizione, è sottoposto a regolamento tramite un accordo aziendale che viene sottoscritto dal datore di lavoro e dai sindacati coinvolti nella vicenda. Questo a livello legale, dunque, ha una valenza piuttosto restrittiva, benché la suddetta valenza sia anche abbastanza difficile da conquistare.

Questo tipo di accordo amministrativo tra datore di lavoro e relativi sindacati, fa sì che esistano anche delle categorie apposite che possono usufruire di suddetti incentivi. Questo aspetto sarà approfondito nel corso del prossimo paragrafo, per far sì che si abbia una visione più chiara e di insieme riguardo questo argomento. Di per sé, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è piuttosto complicato.

In quanto complicato, merita sicuramente ben più di un semplice approfondimento basato su fatti e su. Leggi riportate, così come vengono scritte. Ciò che si può iniziare ad anticipare è che il titolare di lavoro può scegliere quelle che sono le categorie che possono accedere a questo tipo di incentivo in busta paga. Al di là di tutti i termini tecnici che si possono mettere in atto, infatti, questa faccenda di prendere fortemente dal tipo di contratto a cui il lavoratore viene sottoposto dall’azienda in questione.

Premio produzione busta paga, a chi spetta?

Come anticipato nel corso dello scorso paragrafo, il premio di produzione in busta paga viene scelto rigorosamente dal titolare o datore di lavoro in questione. Solitamente, in questo tipo di accordi, rientrano tutti coloro che sono dipendenti dell’azienda. Nonostante questo, bisogna riconoscere il fatto che esistano varie tipologie di concessione. Per esempio, si può distinguere la tipologia di contratto e la tipologia di lavoratore a cui ci si riferisce.

Un operaio con un contratto di apprendistato in essere, a puro scopo esemplificativo. A questo proposito, ciò che risulta determinante in una questione così complessa, è il modo in cui il premio di produzione viene calcolato. Essendo una questione di natura prevalentemente tecnica, è cosa buona e giusta quella di rivolgersi ad una figura che sia incaricata appositamente per svolgere questo tipo di lavoro. Certamente, ciò che risulta essere ancora più clamoroso è il fatto che esistono diversi metodi con i quali fare questo calcolo.

Una figura con capacità mediamente normali, di conseguenza, non potrebbe mai arrivare a portare a termine questo lavoro con discreto successo. Ed ecco perché esistono le figure apposite che si occupano di fare ciò.

Premio produzione in busta paga, come si calcola

Il premio di produzione in busta paga, come accennato nel corso dello scorso paragrafo, si può calcolare secondo vari metodi. Il primo metodo elencato dalla maggior parte di siti competenti nel settore, riguarda la misura fissa. Un altro metodo piuttosto gettonato, invece, prevede il calcolo secondo la percentuale sui parametri aziendali, per esempio il reddito dell’azienda.

Il fatturato generato dalla suddetta azienda e i volumi di produzione che si possono misurare, sono tutti quanti valori molto importanti. Naturalmente, questo tipo di metodo di misurazione deve essere organizzato con le convenzioni sindacali coinvolte nella vicenda. Il terzo e ultimo metodo che viene contemplato a livello generale, è proprio quello della percentuale sulla retribuzione del lavoratore.

Infatti, in base al compenso pattuito con il lavoratore, ci può essere una percentuale destinata per l’appunto al premio di produzione. Il premio di produzione in busta paga, è naturalmente convertibile in altri benefici.

Benefici che possono essere ovviamente pattuiti tra il datore di lavoro e il lavoratore che detiene il potere di fare tale richiesta. Come abbiamo potuto vedere, dunque, funziona tutto quanto tramite mezzo di sindacati e relativi piani alti dell’azienda di riferimento.