Il pesce sega: tutte le curiosità
Il pesce sega è un animale decisamente curioso: fa parte della famiglia dei Pristidae caratterizzata da un prolungamento della testa, costeggiato da ambo i lati da scaglie placoidi lunghe circa cinque centimetri, che vengono erroneamente chiamate denti. Questa protuberanza è anche detta “sega” per la rassomiglianza all’attrezzo del falegname, e può raggiungere oltre un quarto della lunghezza dell’animale.
Le due specie di pesce sega
In letteratura ne vengono descritte due specie: il “comune” pesce sega (Pristis pectinata) ed il pesce sega dai denti larghi (Pristis perotteti). Il loro habitat è costituito da acque marine costiere ed estuarine salmastre, preferibilmente nelle acque del Golfo del Messico fino alle coste occidentali africane.
Questi pesci bizzarri appartengono alla sottoclasse degli Elasmobranchi che include anche torpedini, razze e aquile di mare.
Il rostro del pesce sega
Il lungo rostro costituisce il tratto distintivo dei pesci sega, a tal punto da renderli facilmente riconoscibili anche ai meno esperti. Viene usato sia per difesa che per tagliare piccole prede o per effettuare scavi nel sedimento, anche per aprire dei tagli e cercare i vermi marini di cui si nutre. Con il loro “naso-sega” dotato per lato di 20-37 denti per lato disposti in modo simmetrico i pesci sega possono addirittura rilevare i campi elettrici prodotti dalle prede, in quanto il rostro possiede dei piccoli pori appositi in grado di intercettare le prede stesse. Un “sesto senso” comune anche agli squali e alle razze.
Le sue dimensioni
Il pesce sega comune può raggiungere oltre sette metri di lunghezza e 350 chilogrammi di peso, con un rostro lungo circa un quarto del corpo. Il rostro è bordato da una serie di 24-32 spine che si dipartono lateralmente ad intervalli regolari. I maschi hanno due o tre file di più delle femmine.
La riproduzione dei pesci sega
Alla base delle pinne ventrali nei maschi si ritrovano gli emipeni, gli organi necessari per la riproduzione. Molti elasmobranchi sono infatti provvisti di due peni perché, al momento dell’accoppiamento, il maschio morde la pinna dorsale della femmina che tende a girare vorticosamente portando anche alla rottura di uno dei peni. Per questo motivo la presenza dell’altro consente di ultimare la copulazione, mentre il pene perduto si riformerà in poco tempo. Questi pesci raggiungono la maturità riproduttiva a dieci anni e vivono fino ad un massimo di 30. I pesci sega sono ovovivipari: le femmine portano al loro interno le uova senza placenta, che si schiudono poi nell’utero dove prosegue lo sviluppo embrionale fino al parto. Recentemente la rivista Current Biology, ha riportato uno studio che ha rivelato come i pesci sega siano in grado di riprodursi anche asessualmente per partogenesi, come accade negli squali, nei serpenti e in alcuni uccelli.
Il suo habitat
Il pesce sega ha abitudini prevalentemente stanziali e limitati movimenti migratori. Predilige acque calde, con temperature tra i 22 ed i 28 °C e, nel periodo giovanile, livelli di salinità tendenzialmente bassi. Generalmente il loro habitat sono le acque poco profonde e costiere, con fondali sabbiosi o melmosi, ma sono stati ritrovati anche lungo i fiumi dove si nutrono di pesci e crostacei. Entrambe le specie di pesci sega citati si ritrovano ormai solo nel Golfo del Messico meridionale. Esistono altre cinque specie di pesci sega che si trovano nell’Oceano Indiano, la parte nordorientale dell’Australia e fino a nord nella Cina ed il Giappone. Le specie nord americane si ritrovano anche in Sud America, vicino al Golfo di California e sulla costa occidentale dell’Africa. Nel Mediterraneo e nel nord Africa è sconsiderato rarissimo. Gli studiosi sostengono che la distruzione degli habitat e la pesca eccessiva sono la causa della sua prossima probabile estinzione a livello globale.
