Paolo Conte si confessa a Famiglia Cristiana: «Serve un nuovo messia»

Paolo Conte si confessa a Famiglia Cristiana: «Serve un nuovo messia»

«Sì, ho trovato un prete per chiacchierar». Paolo Conte, 83 anni, ha aperto casa sua a “Famiglia Cristiana” alla vigilia dell’uscita al cinema (dal 28 al 30 settembre) del documentario di Giorgio Verdelli dedicato alla sua carriera. Nella lunga intervista che il settimanale pubblica nel numero in edicola questa settimana, il grande cantautore rammenta la sua passione giovanile per le auto e per lo sport, che gli hanno ispirato tante canzoni, da “La topolino amaranto” a “Sparring Partner”. «La partita di calcio più bella che ricordo è uno Juve-Milan del 1950. Finì 7-1 per i rossoneri e da allora tifo per loro. Ma ora sono indeciso se passare al Napoli».

C’è un altro aspetto molto meno noto presente nella produzione del cantautore astigiano: la spiritualità. «Un’altra vita è forse la canzone più religiosa che ho scritto. Parlo del Paradiso e di un evento molto terreno, la morte di mia madre. Se guardo al futuro, penso ci sia bisogno di un Messia».

A conte è ricordato che la sua “Azzurro” è stata la canzone più cantata dagli italiani sui balconi durante il lockdown. «Questo mi dà una grande soddisfazione. In effetti, si presta a essere cantata insieme come se fosse un inno nazionale. Ricordo che quando la registrammo con Celentano chiesi all’arrangiatore di inserire nel ritornello tre mandolini per darle un sapore antico» afferma il maestro, che poi confida: «I baffi li porto da poco prima di sposarmi e non li ho mai tagliati». Quindi, a conclusione della chiacchierata con “Famiglia Cristiana”, Paolo Conte aggiunge: «Ho trovato davvero un prete per chiacchierar, anzi un gruppo di sacerdoti, sono brasiliani giovani, simpatici e molto in gamba, sono parroci di paesi qui intorno, nell’Astigiano. Io e mia moglie andiamo da loro e parliamo di tutto in modo sportivo».