Osteopatia: ecco tutto quello che c’è da sapere su questa pratica
Cresce il ricorso all’osteopatia tanto che in Italia oltre 10 milioni di persone si rivolgono al osteopata. L’osteopatia è una disciplina medica che si affianca a quella classica. Nata in America alla fine dell’Ottocento dal lavoro innovativo del chirurgo Andrew Taylor Still, dopo aver dovuto combattere scetticismo (e non solo) per decenni, l’osteopatia si è diffusa in tutto il mondo, ricevendo un riconoscimento ufficiale in molti stati europei alla fine dello scorso Millennio.
Mentre la medicina tradizionale lavora sulla ricerca della cura del sintomo, l’osteopatia sposta l’attenzione su cosa c’è dietro a quest’ultimo. Le domande che spingono un osteopata, medico che crede nell’indissolubilità di corpo, mente e spirito, sono queste: cosa esprime un sintomo? cosa lo determina? perché una persona si ammala? Insomma, in una parola in questa disciplina l’individuo è al centro.
L’altra grande differenza rispetto alla medicina tradizionale, riguarda il tipo di terapia. Nessun farmaco, solo manipolazioni, tecniche manuali che lavorano sulla mobilità stimolando il sistema nervoso. Molto del lavoro dell’osteopata è anche e soprattutto rivolto alla prevenzione. Ecco perché negli ultimi anni si è sviluppata una collaborazione sempre più efficace tra osteopati e medici specialisti.
Cos’è l’osteopatia
Come detto di tratta di un trattamento manipolativo sviluppato alla fine del XIX secolo dal medico americano Andrew Taylor Still e approdata poi in Inghilterra e in Francia, la nazione europea nella quale questa pratica è più diffusa. Obiettivo della sua ricerca è la salute della persona, non i sintomi della malattia, come nel caso della medicina classica. L’approccio è causale, non sintomatico. Ovvero si cerca la causa del problema, non solo i sui segni. Questo partendo dal presupposto che spesso l’origine del dolore si trova in una parte molto distante del corpo. Fondamentale quindi è l’anamnesi e la valutazione funzionale del paziente prima di decidere qual è il trattamento più efficace.
Cosa cura l’osteopatia
L’osteopata può agire con efficacia sull’apparato neuro-muscolo-scheletrico, quello cranio-sacrale e quello viscerale. L’osteopatia, insomma, rappresenta un ottimo ricorso e supporto nella cura di diverse malattie, anche e soprattutto a livello preventivo. Le manipolazioni osteopatiche sono indicate soprattutto nei casi di lombalgia cronica aspecifica, cioè il classico mal di schiena. Questo infatti è stato l’oggetto delle prime pubblicazioni del Journal of American Osteopathic Association, con linee guida che hanno fatto ormai la storia della medicina. Ma all’osteopata ricorre spesso anche chi soffre al rachide, sia lombare che cervicale e in generale per tutti i disturbi in cui possiamo comunemente incorrere nella nostra vita quotidiana. L’osteopatia è quindi fondamentale per curare la nostra salute, prevenendo la grande maggioranza dei disturbi.
L’osteopatia in Italia
Nel nostro Paese l’osteopatia è stata riconosciuta come professione sanitaria dalla legge n.3 dell’11 gennaio 2018, entrata in vigore il 15 febbraio dello stesso anno. Questa certifica che ha un obiettivo preventivo e di miglioramento delle condizioni di salute dei pazienti. Il tutto grazie a tecniche manuali che possono correggere i disequilibri, ripristinando in questo modo le condizioni fisiologiche del movimento senza utilizzare farmaci o rimedi naturali, ma neppure di strumenti medicali o elettromedicali, come per esempio la Tecar.
L’unico ausilio dell’osteopata è un lettino, il suo unico mezzo utilizzato sono le mani. Tramite manipolazioni e tecniche specifiche cerca di risolvere il problema all’origine, non concentrandoci solo sulla zona dolorante. Non va però confuso con il fisioterapista, che si occupa di riabilitazione tramite esercizi fisici.
L’iter legislativo però ha ancora nodi da sciogliere. Manca ancora il lavoro tecnico per definire il profilo professionale e il conseguente percorso formativo. Insomma, i decreti attuativi della legge. Incredibile se si pensa che negli Stati Uniti, la culla dell’osteopatia, la professione dell’osteopata è riconosciuta dal 1974 e in Gran Bretagna dal 1993, con uno specifico corso di laurea. In Francia il riconoscimento data invece 2002, mentre in Italia il percorso di studi è invece stato definito nel 2009. Richiede un percorso formativo di almeno 4 anni, con un minimo di ben 3.520 ore di formazione .
La storia dell’osteopatia
Il padre di questa disciplina è il chirurgo Andrew Taylor Still, a sua volta figlio di un medico e reduce della guerra di secessione americana. La spinta alla ricerca di una nuova cura delle malattie, che non facesse affidamento ai farmaci, è partita dalla morte dei suoi figli per meningite. Un evento traumatico che instillò in Still il dubbio che i soli farmaci potessero essere efficaci. Da qui la messa in discussione della medicina tradizionale. La svolta nel 1874, quando grazie alle tecniche manuali da lui messe a punto, il medico statunitense riuscì a guarire un bambino colpito da dissenteria.
Il nuovo approccio di Still, che rielabora antichi principi di Ippocrate, il padre della medicina, si basa quindi sulle correlazioni anatomiche e fisiologiche, puntando sulle capacità di autoguarigione del corpo. Per questo il fondatore dell’osteopatia pone molta attenzione abitudini alimentari dei suoi pazienti.
L’American School of Osteopathy, la prima scuola di osteopatia, è fondata da Still nel 1892, dopo anno di scontri con i medici ma anche le autorità politiche e la Chiesa. Venticinque anni dopo (1917, anno anche della morte di Still) i fratelli Littlejohn crearono la British School of Osteopathy. Da quel momento inizia una crescita esponenziale in tutta Europa e nel mondo. Cento anni dopo l’osteopatia, fondandosi sulla teorie di Still, si è evoluta, mettendo in relazione anatomia, biomeccanica e fisiologia. Un altro dei padri di questa braca è William Garner Sutherland, uno degli allievi di Still, il primo a parlare di osteopatia craniosacrale. Trent’anni fa invece il francese Jean-Pierre Barral ha introdotto l’osteopatia viscerale, mettendo in relazione le strutture muscolo-scheletriche con gli organi.
I principi dell’osteopatia
Il lavoro pionieristico di dottor Andrew Taylor Still e dei suoi successori si basano su cinque principi. Eccoli.
1. Autoguarigione
Il primo principio dell’osteopatia si basa sulla capacità straordinaria dell’uomo di adattarsi nel tempo. Il principio è cioè basato sulla vita della persona. Parliamo dell’omeostasi, un fenomeno fisiologico che spinge ogni essere vivente verso la stabilità dei propri processi fisiologici. Secondo questa medicina la continua ricerca di equilibrio, che avviene in uno stato di disequilibrio costante, tiene vivo un sistema fisiologico e quindi l’essere vivente. L’omeostasi è garantita dalla variazione della pressione arteriosa, del battito cardiaco, del metabolismo e della temperatura corporea. Per questo secondo Still nel corpo sono già presenti i mezzi necessari per prevenire e curare le malattie. Perché avventa però tutti i sistemi devono essere liberi di funzionare correttamente. Sistemi che sono molteplici e complicati, ma che possono essere raggruppati in tre “corpi”: fisico (la capacità di muoversi e interagire col mondo esterno), emozionale (la sede delle emozioni) e mentale (lo strumento di ragionamento). Sono questi che creano le disfunzioni.
2. Unità del corpo
Secondo l’osteopatia, tutte le parti del corpo funzionano in sintonia e si integrano tra di loro garantendo il corretto funzionamento del corpo umano. Ogni struttura dipende dalle altre e insieme costituiscono la persona. Quindi ogni alterazione di una singola struttura porta a un cambiamento globale della persona. Per questo l’osteopata cerca sempre di risalire a quale sia la causa del problema, senza focalizzarsi unicamente sulla sintomatologia.
3. Sistema circolatorio
Secondo l’osteopatia, i processi di autoguarigione del corpo sono garantiti dalla buona circolazione dei liquidi corporei, quindi dal corretto funzionamento dei sistemi circolatorio e linfatico. Questo perché favoriscono l’eliminazione delle scorie, ma allo stesso tempo vene, arterie e sistema linfatico trasportano le sostanze nutritive fondamentali per organi, sistema nervoso, muscoli e ossa.
4. La struttura governa la funzione
Dato che ogni sotto-struttura è collegata a quella portante, per l’osteopatia la funzionalità delle prime dipende dall’integrità della seconda. E viceversa. Ogni alterazione della struttura o della sua funzionalità spinge il corpo a difendersi cercando un adattamento e un nuovo equilibrio, spesso però mettendo a rischio il benessere generale. Ogni limitazione di movimento quindi ha ripercussioni su tutto il corpo, sia fisicamente che psicologicamente.
5. La vita è movimento
Still diceva sempre: «La vita è movimento, il movimento è vita». In sostanza l’attività, fisica e mentale è fondamentale per una vita sana. L’osteopata ridando movimento ai tessuti e alle strutture, crea i presupposti per una salute ottimale.
I benefici dell’osteopatia
Con le sue tecniche manipolative, l’osteopata può intervenire per ripristinare l’equilibrio funzionale in diversi ambiti. In caso di un trauma fisico, sulle conseguenze di una posizione di lavoro errata protratta nel tempo, per scompensi muscolo-scheletrici. Gli studi che dimostrano i benefici dell’osteopatia si vanno moltiplicando, così come i pareri positivi dei pazienti; alla fine questi sono il metro migliore per valutare l’efficacia di un trattamento sia per quanto riguarda il miglioramento funzionale, sia per la riduzione del dolore.
I disturbi più frequenti per i quali si ricorre all’osteopatia sono quello di cervicalgia e lombalgia, ma anche problemi muscolari e articolari. Questa medicina però può aiutare anche chi soffre di cefalea tensiva, dismenorrea, sindrome del colon irritabile, reflusso gastro-esofageo. I problemi più comuni legati allo stress della vita quotidiana.
L’osteopata è molto efficace nella prevenzione di una patologia e nell’intervento su disturbi prima che diventino patologici e cronici, in particolare come detto sul fronte muscolo-scheletrico. Dopo un incidente o un intervento chirurgico, insomma, dove sia necessario un percorso riabilitativo, è però necessario rivolgersi a un fisioterapista.
L’osteopatia e i bambini
Una delle evoluzioni più moderne e continue dell’osteopatia è rivolta alla ricerca in ambito pediatrico e neonatale. Non fatevi spaventare dalle manipolazioni, sui bambini, anche i più piccoli, questi trattamenti osteopatici danno ottimi risultati in molte problematiche. Per esempio la plagiocefalia posizionale (la sindrome della testa piatta, ma è riconosciuta efficacia anche su altre deformità), il reflusso gastro-esofageo, il rigurgito, le coliche infantili, le otiti ricorrenti, le problematiche respiratorie e quelle posturali dovute alla crescita. Ridurre il dolore e aumentare la mobilità determina un miglioramento della qualità della vita.
L’osteopatia in gravidanza
Durante la gravidanza il corpo cambia e fin dalle prime settimane. Lo fa per adattarsi e prepararsi ad accogliere nel modo migliore possibile il feto e la vita futura. Ma non si tratta solo dei cambiamenti visibili, legati alla dimensione dell’utero. Si va incontro a una rivoluzione organica e ormonale, senza contare che la pressione addominale sollecita tutti gli organi nonché i vasi sanguigni, le articolazioni, le terminazioni nervose.
In particolare durante la gravidanza il corpo rilascia la relaxina, un ormone che ha funzione opposta all’ossitocina, ovvero di aumentare la lassità delle articolazioni. Specie quelle del bacino, interessante al parto. La crescita della pancia, insieme all’aumento della pressione nella zona addominale, accentua anche le curve della colonna vertebrale. Un complesso di fattori che genera spesso mal di schiena e dolori diffusi, soprattutto nelle ultime settimane di gravidanza. Parliamo di mal di testa, problemi circolatori, reflusso gastrico, problemi intestinali, tunnel carpale (problema che si presenta dopo il parto, per tenere in braccio il piccolo).
L’osteopata può prevenirli, aiutando la futura mamma nella gestione della gravidanza e anche nel dopo parto. Sia la mamma che il bambino possono godere dei trattamenti osteopatici, efficaci già nei primi primi giorni dopo la nascita.
Come agisce l’osteopata
Alla base di qualsiasi intervento osteopatico c’è un’accurata anamnesi del paziente, ovvero la raccolta dei dati sulla storia e sulla salute del paziente. Fondamentale per andare alle radici del problema. Dopodiché l’osteopata effettua valutazioni e test sul soggetto per proseguire la sua ricerca. Questo necessita che il paziente si debba spogliare completamente, una situazione che inizialmente può creare imbarazzo e perplessità. Ma come detto l’osteopata non si concentra solo sul punto fonte di dolore, ma sulla persona nella sua complessità e interezza, per andare a individuare (e risolvere) la causa del problema, che spesso arriva da un punto diverso e lontano del corpo.
Il trattamento osteopatico vero e proprio è compiuto solo con le mani, senza nessun ausilio elettromedicale. Ha una durata che varia dai 30 minuti all’ora e si tratta di tecniche manuali volte a ripristinare la mobilità e l’elasticità delle strutture muscolo-scheletriche, ma anche quelle viscerali. Sono numerosissime e molto specifiche, ma possono essere ricondotte a tre grandi categorie: le tecniche strutturali, quelle viscerali e quelle cranio-sacrali.
Le tecniche strutturali
Sono le più conosciute e praticate e comprendono i thrust, ovvero i “crack” che ogni paziente ormai si aspetta di sentire durante una seduta di osteopatia. Le tecniche strutturali comprendono quei i movimenti e le manipolazioni eseguiti dall’osteopata volti a migliorare la mobilità del sistema muscolo-scheletrico. Non si tratta di pura meccanica, ma di stimolare intensamente il sistema neurologico, che così rilascia impulti che possono essere letti dai recettori articolari della zona trattata, favorendo il miglioramento della mobilità articolare. Tutto ciò innesca una serie di processi che danno benefici all’intero metabolismo.
In pratica la tecnica del thrust serve per inviare segnali all’articolazione e ai muscoli che il sistema nervoso elabora, dando una risposta sotto forma di “comandi” che spingono il muscolo e le strutture vicine all’articolazione al rilassamento.
Si tratta delle tecniche più utilizzate, ma anche di quelle più delicate. Il “crack” non è, come la maggior parte della gente crede, un riallineamento articolare, quindi osseo, ma un rumore dovuto alla liberazione di gas intra-articolari. Il thrust infatti lavora sull’aspetto nervoso e biomeccanico.
Le tecniche viscerali
Fondamentale la mobilità degli organi toracici e addominali. Le viscere si muovono infatti sotto l’influsso di pressioni addominali. L’osteopata individua e corregge le limitazioni della mobilità di diversi organi valutati, trattandoli con tecniche specifiche. La mobilità del viscere influenza secondo l’osteopatia influenza anche la struttura muscolo-scheletrica. E viceversa. Per questo una disfunzione di viscerale può causare problemi di postura e di mobilità generale del corpo.
Le tecniche cranio-sacrali
Il cranio è composto da diverse ossa, collegate tra loro da articolazioni che permettono loro di muoversi, anche se impercettibilmente. Un ambito sul quale si può intervenire con molta efficacia soprattutto nella fase neonatale, visto che con la crescita le ossa del cranio diventano sempre meno mobili. L’osteopata però può e riesca a lavorare con le sue tecniche manipolative anche sugli adulti, sfruttando i liquidi e le membrane contenuti nella scatola cranica.
Il costo della seduta
Molte persone pensano che l’osteopatia sia molto cara e sono preoccupate dalla durata nel tempo delle sedute. Ogni caso ovviamente è a sé stante. Dipende dallo stato di salute del paziente e dal problema che presenta. In genere però, a meno di situazioni acute, si parla di un trattamento ogni due o tre settimane, che accompagna il paziente alla guarigione. Ogni seduta ha un costo che varia dai 70 ai 100 euro e come detto ha una durata tra i 30 e i 60 minuti. Inoltre l’osteopata sempre collabora con altre figure mediche e specialisti, in un lavoro di equipe che garantisce migliori benefici per il paziente.
Le controindicazioni dell’osteopatia
Le controindicazioni sono veramente poche, ma bisogna tenere bene a mente che l’osteopata non si deve occupare di pazienti con urgenze mediche, fasi acute delle patologie e in fase di riabilitazione post intervento chirurgico. A meno che, come appena detto, non ci sia un lavoro di equipe con altre figure mediche e sanitarie. In questo caso l’osteopata può dare un importante contributo. È sempre più diffuso e utile anche quello all’interno del percorso terapeutico oncologico. Ai malati di tumore l’osteopata può rendere più sostenibile la terapia, proprio perché lavora sul dolore e sulla mobilità, dando sollievo al paziente.