Omelia choc: «Pedofilia grave, ma l’aborto di più»

Omelia choc: «Pedofilia grave, ma l’aborto di più»

«L’aborto è il più grande degli scempi. È più grave un aborto o un atto di pedofilia? Con questo non voglio dire che l’atto di pedofilia non sia niente, è una cosa gravissima. Ma cosa è più grave?». È la domanda choc lanciata da don Andrea Leonesi, parroco della chiesa dell’Immacolata di Macerata e vicario del vescovo della città marchigiana, durante messa. Un’omelia che ha fatto clamore.

Don Leonesi nel suo intervento ha elogiato la Polonia, Paese in cui nelle scorse settimane la Corte Costituzionale ha definito incostituzionale l’interruzione di gravidanza in caso di gravi malformazioni, consentendo l’aborto solo in caso di stupro, incesto o se la salute della madre è a rischio.

«In questi giorni ci ha colpito la scelta che ha fatto la Polonia – ha detto il vicario del vescovo -. Sono arrivati a fare una legge per cui anche il feto malformato non si può abortire. Provate a dire una una cosa simile in Italia. È pure vero che Santa Faustina aveva avuto un’ispirazione: la rinascita della Chiesa sarebbe iniziata dalla Polonia. Perché, guardate fratelli, possiamo dire tutto, ma l’aborto è il più grande degli scempi. Mi verrebbe da dire una cosa, ma poi scandalizzo mezzo mondo. È più grave un aborto o un atto di pedofilia? Scusate, il problema di fondo è che siamo così impastati in una determinata mentalità. Con questo non voglio dire che l’atto di pedofilia non sia niente, è una cosa gravissima. Ma cosa è più grave?».

Dopo l’aborto, anche contro le donne

Il sacerdote ha poi criticato le femministe, colpevoli secondo lui di rivendicare la libertà di decidere sul loro corpo, sostenendo che le mogli devono essere sottomesse ai mariti, come recitano le letture della sua omelia. «Le mogli siano sottomesse ai mariti – le parole di Andrea Leonesi -. Avete sentito che cosa dice qua? Vi è scivolato addosso, meglio. Fumatevi qualcosa prima di venire a messa così pensate ad altro e non state attenti a queste parole. Le mogli siano sottomesse ai mariti come al signore. Il marito infatti è capo della moglie come Cristo è capo della chiesa». E come se non bastasse il parroco ha continuato: «Se mi fossi potuto sposare avrei preferito fare la moglie, almeno avrei dovuto essere sottomessa e basta. Ma fare il marito, amare la moglie dopo 10 o 20 anni, dare la vita per lei, come Cristo ha amato la chiesa mi sembra un po’ più più difficile».