Nella Rsa di Castelfranco Veneto c’è la stanza degli abbracci
Natale in lockdown, con il decreto contro gli spostamenti appena firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e i nostri anziani continuano ad essere soli, isolati. Specie quelli nelle Rsa, le case di riposo che in questa pandemia sono state particolarmente colpire dal Covid. Ma dopo mesi di isolamento, senza possibilità di incontrare e soprattutto abbracciare i propri cari, è arrivata una soluzione, messa a punto dalla Rsa Domenico Sartor di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, dove si torna a poter toccare e finanche ad abbracciare in sicurezza i propri familiari, nonostante il Coronavirus.
Tornano le visite nelle RSA
I parenti hanno potuto tornare a far visita agli anziani ospiti grazie a una soluzione denominata “Emozioni senza confini”. Si tratta di una struttura allestita nel Salone delle Rose della casa di riposo di Castelfranco Veneto, con separatori di vetro e postazioni con pareti morbide di plastica trasparente con la forma di braccia e mani attraverso le quali ospiti e familiari possono parlarsi ma anche toccarsi. Sono 12 le postazioni dotate di guanti inseriti nella parete (come quelle usate nei lavoratori biologici, ma più grandi e per stare in piedi e potersi anche abbracciare), che consentono il contatto fisico. A disposizione degli ospiti e di chi li va a trovare c’è anche un dispositivo audio (con cuffie e microfono) per le conversazioni. L’igienizzazione dell’ambiente è garantita da un sistema a ozono e fotocatalitici. Nella nuova sala per le visite c’è anche un Cubo sensoriale interattivo, un led-wall, che proietta immagini rilassanti di arte, natura e di ambienti familiari. E dove si possono proiettare anche video girati dai parenti per i propri cari.
«Era necessario poter garantire nuovamente un contatto fisico, fondamentale dato che niente è più confortevole di un abbraccio – afferma la direttrice della struttura, Elisabetta Barbato -. È un gesto empatico, aumenta l’autostima, dà energia e permette al nostro organismo il rilascio di endorfine e di ossitocina. Noi abbiamo sempre ricercato il benessere fisico, mentale ed emotivo dei nostri ospiti e questa struttura rientra in un macroprogetto più ampio, che vede un nuovo approccio multidisciplinare sviluppato insieme all’Università di Padova».