Marquez: «io e Rossi il combattimento nel dna» | SubitoNews

Marquez torna a parlare di Rossi: «Abbiamo il combattimento nel dna»

Marquez torna a parlare di Rossi: «Abbiamo il combattimento nel dna»


Un Marc Marquez senza veli, che torna a parlare del suo rapporto con Valentino Rossi. È quello che gli spettatori di Dazn possono guardare nella docu-serie “The Making Of”. «Siamo tutti piloti, siamo tutti combattenti – afferma il campione del mondo della MotoGP Marquez -. E’ qualcosa che facciamo sin da piccoli e rende le cose entusiasmanti quando cerchi di infilarti in quei piccoli spazi. Tutti lo hanno fatto. Per la serie: tu sorpassi lì? Io sorpasso qui. Vuoi lasciare un segno del tuo pneumatico sulla mia gamba? Io te lo lascio sul fianco».

Il fuoriclasse della Honda ripercorre tra le immagini le varie tappe della carriera e svela i suoi sentimenti più profondi. «Quello che mi hanno insegnato è che sulla moto sei solo. Hai una squadra alle spalle che lavora duro ed è parte dei tuoi successi, ma quando sei sulla moto l’ultima decisione spetta a te ed è lì che devi seguire il tuo istinto». Ingigantito dalla sfida con campioni come Valentino Rossi, Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo. «Gareggiare contro di loro, i miei idoli da bambino, è incredibile>. Con molta spavalderia, però. «Se c’è un contatto da dietro, la prima cosa che faccio è voltarmi, per vedere chi è stato. Mi piace vedere chi mi ha colpito. Quella è la prima cosa che faccio ed è un riflesso, infatti poi mi dico: “Perché ti sei girato e hai perso tempo per guardare?”. Ma io sono così, viene da dentro. Poi te ne dimentichi e riparti».

Non sempre. Vedi la rivalità durissima con Rossi. «Da Valentino puoi imparare tantissime cose. All’inizio il nostro rapporto era buono, come lo era con altri piloti, ma qui c’è un tema importante da evidenziare: il rapporto è buono quando non lotti per lo stesso obiettivo. La stessa cosa mi è successa con Pedrosa, eravamo amici. Ma quando lottavi per il campionato, c’era questa tensione, che il tuo rapporto era “Ciao, come stai?”, “Bene, grazie”, e nient’altro. Ma è una tensione sana, che è necessaria per la competizione».