Lago di Garda, proteste contro i nuovi depuratori
Sono ormai quattro anni che si discute della collocazione più corretta per il sistema di depurazione fognaria per i comuni intorno al lago di Garda. Il principale progetto riguarda la costruzione di due nuovi depuratori a Gavardo e Montichiari, con lo scarico delle acque depurate nel fiume Chiese. Tutto al costo di 230 milioni di euro, di cui quasi la metà stanziati dal governo. Gli abitanti della zona, però, non sono molto d’accordo.
Lago di Garda, le proteste
Infatti Gavardo, Montichiari e il fiume Chiese fanno parte di un bacino idrografico diverso da quello del Garda. Ciò ha scatenato le polemiche. A rimetterci, secondo i contrari, sarebbe la salubrità del fiume in questione e della zona interessata dalla depurazione. Secondo i primi cittadini dei paesi, però, il progetto scelto sarebbe il migliore dal punto di vista ambientale, il meno gravoso e impattante verso le comunità coinvolte. Attualmente, sotto il palazzo Broletto della prefettura di Brescia, si è formato un presidio composto da cittadini contrari al progetto e da comitati ambientalisti. La protesta, che ha preso il nome di Salviamo il fiume Chiese, va avanti giorno e notte a suon di striscioni, incontri pubblici e musica. Secondo gli attivisti, sentiti dal Ilfattoquotidiano.it, le tubature attualmente esistenti possono andare avanti fino al 2035 e quelle nuove si dovrebbero prolungare per quasi 40 km.
Le ragioni per il progetto
Le ragioni del progetto sono anche turistiche. Infatti la zona, che ogni anno conta 25 milioni di visitatori, è molto redditizia per i player del turismo. Non per niente vogliono collocare il nuovo depuratore il più lontano possibile dalla zona presa d’assalto dai viaggiatori. Il fiume Chiese, poi, diventerebbe naturalmente più fertilizzante e ciò potrebbe favorire gli agricoltori della zona, che producono principalmente mais da trinciato, utilizzato per l’allevamento di bovini e nella produzione di biomasse.