La solitudine favorisce lo sviluppo della demenza I SubitoNews

La solitudine favorisce lo sviluppo della demenza

La solitudine favorisce lo sviluppo della demenza


La solitudine favorisce lo sviluppo di disturbi cognitivi e di alcune forme di demenza, come ad esempio l’Alzheimer, soprattutto fra gli anziani. Lo affermano gli studi scientifici: in un campione di persone anziane isolate è stata riscontrata a livello cerebrale una perdita di materia grigia, quella in cui hanno sede i neuroni. Uno dei filoni della ricerca sulle cause della demenza si basa infatti sul peso dei fattori genetici rispetto a quelli di tipo ambientale e sociale. Fra questi rientra, appunto, anche la solitudine.

I rapporti sociali proteggono dalla solitudine e dalla demenza

Al contrario, gli studi scientifici riscontrano che una buona rete di rapporti sociali e un costante scambio affettivo e di idee con altre persone possono difendere dai disturbi cognitivi e da varie patologie di demenza. Il senso stesso di isolamento rappresenta un allarme lanciato dall’organismo a se stesso che chiede aiuto per migliorare le proprie possibilità di sopravvivenza.

La solitudine favorisce la demenza negli anziani

In base a questi studi, la solitudine favorirebbe lo sviluppo della demenza soprattutto negli anziani: le persone in età avanzata sono infatti le più esposte all’isolamento sociale. Lo studio è stato anche avvalorato dal recente stato di emergenza del Covid 19, che ha peggiorato lo stato di isolamento sociale delle persone, comprese quelle anziane.

Questi risultati dovrebbero quindi far riflettere sulla necessità di attuare delle strategie e delle politiche sociali che favoriscano i contatti fra le persone ormai avanti negli anni.

La connettività sociale come rimedio alla demenza

La quantità e la qualità delle relazioni sociali rappresentano dunque un rimedio universale contro i danni cognitivi che portano alla demenza: nel mondo attualmente c i sono 50 milioni di persone colpite da demenza e per il 2050 si prevede un aumento fino a 130 milioni. Si calcolano dieci milioni di nuovi casi all’anno.