La Roma calcio passa da Pallotta a Frieddkin: l’Italia del calcio parla straniero

La Roma calcio passa da Pallotta a Frieddkin: l’Italia del calcio parla straniero

Il primo è stato Stephen Julius (Vicenza), poi arrivarono i Dibenedetto (Roma) e i Thohir (Inter, ora passata ai cinesi Zhang); adesso è il turno del magnate texano Dan Friedkin che rileva la Roma calcio di James Pallotta, americano anche lui. Non sarà la Premier League che fa gola a sceicchi (Manchester City) e magnati russi (Chelsea), non avrà il fascino della Torre Eiffel o dei Campi Elisi che hanno fatto presa sugli emiri del Qatar, ma intanto la serie A italiana di calcio è diventata il secondo campionato in Europa per presenze di proprietà straniere.

L’affare Roma Calcio è solo l’ultimo della serie. Era il 1997, il Vicenza aveva da poco vinto la Coppa Italia e si preparava a un cammino in Coppa delle Coppe che si sarebbe fermato solo in semifinale e in Veneto ecco sbarcare Stephen Julius, uomo d’affari inglese che con i soldi della Enic, una finanziaria nel campo del petrolio, rileva la maggioranza del club. La sua avventura si chiuse nel 2004, senza gloria. Forse l’Italia non è ancora pronta per certi esperimenti, anche se la Juventus apre ai Gheddafi, che arriveranno a detenere fino al 7,5% delle quote bianconere. Fallito invece l’assalto di Omar Ahmed Masoud, petroliere saudita, alla Samp, poi andata ai Garrone. Anche il Milan entra nel mirino di importanti uomini d’affare, su tutti Peter Lim, magnate di Singapore che poi dirotterà le sue attenzioni sul Valencia in Spagna. Nel 2017 comunque Silvio Berlusconi cede all’imprenditore cinese Li Yonghong, una potenza nel packaging e nelle miniere. Nel luglio 2018 è poi il fondo d’investimento statunitense Elliott a subentrare alla guida della società rossonera.

Nel 2011, chiusa l’era Sensi e dopo le indiscrezioni legate ai vari Tacopina, Soros e Wang Jianlin, a prendersi la Roma è l’italo-americano Thomas Dibenedetto, che poi passa la mano al socio Thomas Pallotta, già proprietario dei Boston Celtics. Nel 2013 è il turno dell’Inter: Massimo Moratti cede il 70% della società nerazzurra all’indonesiano Erick Thohir, che dopo Nba (Philadelphia 76ers) e Mls (DC United) punta sull’Italia. Tre anni dopo l’Inter passa in mani cinesi, alla società Suning di proprietà della famiglia Zhang.

Nel 2014 l’italoamericano Joe Tacopina si prende il Bologna. Un anno dopo, con la promozione in A, lascia a Joey Saputo, già azionista di maggioranza, dedicandosi al Venezia, portandolo dalla serie D alla B. Doppia parentesi straniera anche per il Parma, che dopo la salvezza con un consorzio russo-cipriota, vede ora l’arrivo di un gruppo cinese. A giugno scorso infine la Fiorentina è diventata il quinto club in serie A in mani straniere: i Della Valle vendono a Rocco Commisso, imprenditore italo-americano fondatore di Mediacom e presidente dei New York Cosmos.

Il calcio è lo sport più popolare in Italia. Viene praticato ma soprattutto seguito da milioni di persone di tutte le età. I nostri club, poi, desiderano, come è giusto, entrare in tutte le competizione europee ed internazionali per attrarre sponsorizzazioni e giocatori di alto livello. Proprio per questo questa industria sta attirando capitali stranieri e probabilmente assisteremo ancora ad altre acquisizioni in un futuro non troppo lontano.