La professione forense negli stati europei
E’ noto come l’esame di abilitazione forense sia uno scoglio non indifferente per chi scegliere di intraprendere la professione di avvocato. Negli ultimi due anni, infatti, la modalità variata delle due prove orali a causa dell’emergenza sanitaria, impone ai candidati una padronanza ancora maggiore del diritto e una notevole capacità argomentativa per cui moltissimi, per raggiungere esito positivo, si affidano a un corso intensivo di preparazione per avvocati come quello tenuto da Formazione Giuridica Scuola Zincani, ormai storico riferimento per la formazione dei professionisti forensi. Si ricorda però che, in precedenza, l’esame prevedeva tre prove scritte svolte in tre giornate differenti (la redazione di due pareri, uno in materia di diritto civile e uno in diritto penale e un atto a scelta tra diritto civile, penale o amministrativo) e una prova orale.
Com’è invece la situazione negli altri Stati Europei? La prova e le modalità di accesso all’avvocatura non sono omogenee.
Infatti, se per altri professionisti come medici, veterinari e architetti, è presente un riconoscimento automatico del titolo nei vari Paesi, per avvocatura variano percorso di studi, formazione e struttura della prova di abilitazione.
In generale, il requisito fondamentale per affrontare l’esame è la laurea in Giurisprudenza. Tuttavia, anche qui si segnalano alcune differenze: in Italia il percorso è di cinque anni, in Francia è strutturato in un ciclo di tre anni più due (Licence de Droit + Master biennale programma Law), modello ripreso anche in Spagna e Germania.
Per quanto riguarda la pratica in Italia sono previsti 18 mesi (oppure un anno di scuola di specializzazione più 6 mesi di tirocinio) così come in Francia; in Spagna è richiesto il conseguimento di un Master in abogacia, mentre in Germania è obbligatorio svolgere un tirocinio di due anni organizzato dallo Stato presso le corti di appello.
Veniamo ora all’esame vero e proprio: sicuramente il più accessibile per modalità stessa della prova è quello spagnolo che prevede un test a risposta multipla con 75 quesiti da risolvere in 4 ore e una prova orale con la risoluzione di un caso pratico.
In Germania, nel percorso di Giurisprudenza sono previsti due esami di Stato con una prova scritta e una prova orale.
L’esame più articolato e complesso è quello francese. I futuri giuristi si mettono alla prova con due scritti di cinque ore, il primo sui diritti e sulle obbligazioni e il secondo su diritto civile, penale o amministrativo. L’esame scritto termina con una prova di tre ore di carattere pratico su delle materie a scelta. A seguire la prova orale strutturato in slot di 15 minuti dedicati a: diritti fondamentali, a una m materia non portata alla prova scritta, a procedura civile o procedura comunitaria ed europea, a contabilità privata o finanza pubblica, e, infine, un’interrogazione su una lingua straniera.
Si evince come queste difformità nel panorama europeo rendano difficile la circolazione dei professionisti all’interno dell’Europa. Questo tema importante è stato affrontato durante il convegno tenuto dall’AIGA – Associazione Italiana Giovani avvocati tenutosi a Biella nel 2015. L’allora presidente dell’associazione Nicoletta Giorgi sottolineava la necessità di un cambiamento che partisse proprio dalle aule universitarie dove sarebbe fondamentale “introdurre programmi comuni che analizzino il diritto dell’Unione Europea”.