La Pop Art in Italia, una rivoluzione culturale

La Pop Art in Italia, una rivoluzione culturale

La Pop Art in Italia arriva verso la metà degli anni ’60 dando vita a un movimento sorprendente di giovani artisti.

La nascita della Pop Art in Italia

La Pop Art, abbreviazione di Popular Art ovvero arte popolare, approda in Italia sull’onda della Pop Art americana, quando alla Biennale di Venezia nel 1964 vengono presentate le opere di alcuni esponenti statunitensi. Il termine popolare voleva indicare che quest’arte si realizzava attraverso l’uso di mezzi di comunicazione di massa e delle nuove tecnologie, opponendosi così all’arte classica e tradizionale. Da Venezia la Pop Art italiana arriva a Roma, dove mette le radici attraverso la nascita di un movimento artistico che presto di diffonde ovunque. Gli esponenti più famosi della pop art italiana sono, fra gli altri, Mario Schifano, Giosetta Fioroni, Mimmo Rotella, Mario Ceroli, Valerio Adami, Cesare Tacchi ed Emilio Tadini.

Pop Art italiana e americana: le differenze

Fra la Pop Art italiana e la Pop Art americana c’è una differenza di base: quella italiana attinge come ispirazione all’arte classica, mentre quella americana a una propria cultura basata su pubblicità e fumetti. Due correnti profondamente diverse, fondate su basi e radici culturali altrettanto diverse: molto spesso le opere americane erano audaci al limite della volgarità, mentre le opere europee sprigionavano un forte senso umoristico. In comunne le due correnti avevano alcune immagini iconiche di quegli anni, quali Marilyn Monroe, Liz Taylor e JAckie Kennedy, ad esempio: è il caso di Andy Warhol, Martial Raysse, Tom Wesselmann, Roy Lichtenstein, Richard Hamilton, Mimmo Rotella, Allen Jones e Gerhard Richter.

La storia della Pop Art

La Pop Art nasce due anni prima, nel 1962, a New York, in occasione dell’inaugurazione di New Realists, una mostra collettiva della Galleria Sidney Janis nella 57^ strada. L’esposizione raccoglieva 54 opere di 29 artisti, fra i quali sette francesi esponenti dei nouveaux realistes di Parigi: Arman, Christo, Raymond Hains, Yves Klein, Martial Raysse, Daniel Spoerri e Jean Tinguely. Fra loro c’erano anche le opere degli italiani Enrico Baj, Gianfranco Baruchello, Tano Festa, Mimmo Rotella e Mario Schifano. Poichè le opere erano troppe per i locali della GAlleria, Janis affittò una vetrina al 19 West 57th Street, ossia nello stesso edificio che ospitava la collettiva ai piani superiori, che suscità la curiosità di molti passanti, a tal punto che si crearono le code per entrare alla mostra. Fra i 29 artisti che esponevano sotto l’etichetta di new realists, c’erano anche Jim Dine, Tom Wasselmann, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, James Rosenquist, George Segal e Andy Warhol. Il successo della mostra fece sì che il 13 dicembre del 1962 al Moma venne organizzata una tavola rotonda su quel sorprendente e contoverso fenomeno, che finì per essere denominato Pop Art. Tutti gli artisti che erano stati convolti nella collettiva ebbero modo di esprimere la propria arte in una personale in una galleria di New York: ancora oggi quelle opere sono esposte nei musei e vengono considerate dei classici della Pop Art.

La fine degli espressionisti astratti

La Pop Art nasce sulle ceneri degli espressionisti astratti che verso la metà degli anni ’50 esprimevano sulla tela le proprie tensioni intellettuali ed esistenziali e che ormai cominciavano a inaridirsi. Clamoroso il gesto di Robert Rauschenberg che acquistò un disegno di De Kooning per cancellarlo ed esporlo con il titolo De Kooning cancellato da Robert Rauschenberg: un gesto che diede un valore emblematico alla fine di un movimento e a una nuova generazione di artisti.

Una vera e propria rivoluzione

La Pop Art in Italia cambia completamente il modo di fare arte contemporanea. Quando approda in Italia, a metà degli anni ’60, la Pop Art viene accolta nella sua accezione di cultura di massa con un nuovo bagaglio di immagini e con molto entusiasmo da parte di un gruppo di giovani artisti: il loro obiettivo, declinare in termini concettuali più colti le immagini della quotidianità, del contesto urbano, del boom economico e del patrimonio artistico storico.

Se vuoi sapere qualcosa di più sull’arte contemporanea, leggi MUSEI DI ARTE CONTEMPORANEA