La morte di Kobe Bryant
Un incidente in California, un elicottero in avaria che si schianta, dieci persone morte fra cui Kobe Bryant, uno dei più grandi giocatori della storia del basket.
E’ successo il 26 gennaio, lasciando il mondo dello sport senza parole. Tragedia nella tragedia, con il fenomeno viaggiava la figlia Gianna, 13 anni, che seguiva sempre papà, appassionata e giocatrice agli inizi anche lei. Bryant era solito usare quel mezzo per muoversi più celermente nella contea di Los Angeles, quando giocava.
Si era ritirato dallo sport attivo nel 2016 e in omaggio a lui i Los Angeles Lakers, la squadra in cui aveva sempre giocato, avevano ritirato la sua maglia n. 24. Aveva 41 anni. Aveva vinto 5 titoli NBA, due Olimpiadi con gli Usa (Pechino 2008 e Londra 2012).
Per fortuna il resto della famiglia, la moglie Vanessa, le altre tre figlie Natalia, Bianca e Capri non erano a bordo. Tutti nome italiani, perché Kobe era innamorato del nostro Paese, aveva cominciato a imparare i primi segreti del basket quando il papà Joe giocava in Italia, a Rieti, poi Reggio Calabria, Pistoia, Reggio Emilia. Kobe era innamorato del nostro Paese, ci tornava quando poteva, parlava benissimo l’italiano