La federugby americana presenta istanza fallimento per il Coronavirus
La federazione statunitense di rugby ha deciso di presentare istanza di fallimento per i problemi finanziari aggravati dalla sospensione dell’attività a causa dell’emergenza Coronavirus. La decisione è arrivata dopo la votazione del consiglio di amministrazione e del congresso federale del Rugby Usa. La perdita delle quote associative primaverili ed estive e il ritiro delle sponsorizzazioni hanno «comportato una significativa perdita di entrate», e il consiglio nazionale e il congresso dello sport hanno concordato che la presentazione del “capitolo 11” (quello che consente alle imprese che lo utilizzano una ristrutturazione a seguito di un grave dissesto finanziario) combinata con prestiti approvati dalla federazione internazionale World Rugby, fosse «la migliore piattaforma per affrontare le sfide in modo rapido ed efficiente e fornire una base per la stabilità futura».
La nota della federazione americana della palla ovale prosegue spiegando che «l’attuale sospensione delle attività causate dall’attuale pandemia di Covid-19 ha accelerato le attuali sfide finanziarie che il sindacato deve affrontare e un processo di riorganizzazione sarà ora portato avanti con il contributo del World Rugby». La misura proteggerà e sosterrà i programmi delle nazionali di rugby a 7 e a XV. Nel 2018 Rugby Usa, che ha sede in Colorado, ha registrato una perdita di oltre 4 milioni di dollari. Un dissesto ampliato l’anno scorso con oltre un milione di dollari speso per la preparazione della squadra maschile alla Coppa del Mondo in Giappone, che ha causato costi per 825.000 dollari. Il Coronavirus ha quindi dato la botta finale alle finanze della federazione.