Italia censurata dal Cio, infrazione della carta olimpica
Sono iniziate le Olimpiadi di Tokyo non senza difficoltà: la situazione Covid non si ferma e spesso ha messo a repentaglio lo svolgimento delle gare. Dopo un buon inizio per gli italiani, condito da un totale di dieci medaglie, sono sorti i primi problemi, che paradossalmente non sono di natura sportiva. Infatti l’Italia è stata censurata dal Cio, il Comitato Olimpico Internazionale. E tutto per colpa di qualche imprudenza giornalistica avvenuta dalla partenza della competizione, che ha infranto una regola della carta olimpica.
Italia censurata dal Cio, cosa è successo
La regola di copertura mediatica dell’evento dice che soltanto le persone accreditate come giornalisti possono svolgere l’attività e che nessun atleta o allenatore possa svolgere l’attività giornalistica. La regola è stata infranta dagli italiani ben quattro volte. Il ct del ciclismo Davide Cassani ha scritto una lettera pubblicata da Il Giornale, l’allenatore di scherma Sandro Cuomo ha pubblicato una testimonianza su La Gazzetta dello Sport ed infine, sempre sullo stesso giornale sono apparse le testimonianze in prima persona della cerimonia di apertura dei portabandiera Jessica Rossi ed Elia Viviani. Quest’ultimi, però, si sono rivelati estranei alla vicenda, non avendo firmato nulla. Le loro dichiarazioni, infatti, sono state impacchettate come fossero un contenuto originale. I due ora sono infuriati con i giornalisti perchè rischiano delle sanzioni o addirittura l’esclusione. La Gazzetta ha posto le sue scuse sull’ultima pubblicazione. Il Cio ha chiesto spiegazioni al Coni, che a sua volta si è rivolto ai diretti interessati. Una figuraccia olimpica.