Inquinamento atmosferico ed emergenza sanitaria

Inquinamento atmosferico ed emergenza sanitaria

L’inquinamento atmosferico rappresenta un’emergenza sanitaria globale molto grave: è la causa principale delle morti premature stimate in sette milioni ogni anno, fra i quali oltre 700.000 bambini.

L’inquinamento atmosferico in Italia

L’inquinamento atmosferico è la causa principale delle morti premature stimate in sette milioni ogni anno, con il 99% della popolazione mondiale che respira aria non sicura per la salute. In quei sette milioni di decessi, a essere più colpiti sono i bambini: si parla di oltre 700.000 decessi addirittura sotto i cinque anni. Le aree urbane, in cui vive il 70% dei cittadini europei, sono quelle che in tutto il mondo presentano elevati livelli di inquinamento atmosferico: secondo un report del WWF, in Europa l’esposizione al particolato fine ossia il PM2,5 (uno degli inquinanti che rappresenta il problema maggiore per la salute insieme al monossido di carbonio, l’ozono, il biossido di azoto e il biossido di zolfo) ha causato 253.000 decessi prematuri. Sempre in Europa le morti correlate all’esposizione al biossido di azoto e all’ozono sono invece rispettivamente 52.000 e 22.000. In Italia gli stessi inquinanti sono la causa di circa 63.000 morti: quelle per esposizione a PM2,5 sono la maggioranza, ben 47.000. In base a queste cifre, l’Italia si piazza al secondo posto in Europa per decessi prematuri a causa di questo agent inquinante. La Pianura Padana (fra le aree con i più alti livelli di particolato fine in Europa) ha registrato il numero più alto di decessi, ben 39.000, con la Lombardia a guidare la classifica delle città più inquinate dal PM2,5, seguita da Veneto, Piemonte, Emilia Romagna. Restringendo il campo alle città metropolitane, il maggior numero di morti premature si registrano a Milano, Roma e Torino.

I piani dell’UE contro l’inquinamento atmosferico

L’Unione Europea sa adottando da tempo politiche e strategie mirate a combattere l’inquinamento atmosferico al fine di tutelare la salute pubblica, ma purtroppo non basta: occorre un impegno da parte di tutti, anche a livello individuale, e le istituzioni devono impegnarsi a far rispettare le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e a finanziare progetti mirati a rendere più pulita l’aria. Per il WWF infatti occorre una maggiore tutela del diritto all’aria pulita: questo significa che anche le aziende devono investire in tecnologie volte a porre attenzione agli impatti sulla salute e agli ecosistemi. Dal canto loro i cittadini possono contribuire nel loro piccolo adottando stili di vita ecosostenibili attraverso la scelta dei mezzi di trasporto e la cura e l’ampliamento degli spazi verdi nelle aree urbane.

La tutela del diritto all’aria pulita

Come detto, le politiche adottate dall’Unione Europea non sono ancora sufficienti: occorre tutelare il diritto a respirare aria pulita. Nel mondo solo in una città su cinque gli abitanti possono respirare aria pulita. Secondo un rapporto di una banca dati svizzera, l’India ha sei delle nove città più inquinate del mondo. Non solo: secondo un altro rapporto che lancia l’allarme sui livelli estremi di inquinamento dell’aria, solo il 17% delle città, a livello mondiale, rispetta le linee guida sull’inquinamento atmosferico. Analizzando i dati di 40mila stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria in 138 Paesi, è stato stabilito che Ciad, Congo, Pakistan, Bangladesh e India sono i paesi ad avere l’aria più inquinata del mondo. In molti altri Paesi il livello di inquinamento atmosferico potrebbe essere ancora più alto, ma in molte parti del mondo mancano gli strumenti di monitoraggio necessari per avere dati precisi: è il caso dell’Africa, dove c’è solo una stazione di monitoraggio ogni 3,7 milioni di persone.

Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute

Respirare aria inquinata per un lungo periodo di tempo può portare molte malattie respiratorie, ma anche l’Alzheimer e il cancro. Come stimato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno l’inquinamento atmosferico provoca la morte di circa sette milioni di persone e il 99% della popolazione mondiale vive in luoghi che non rispettano i livelli di qualità dell’aria. Alcune città come Pechino, Seul e Rybnik hanno imposto normative più severe sull’inquinamento causato da veicoli, industrie e centrali elettriche, promuovendo anche l’uso di energia pulita e investendo sul trasporto pubblico. Politiche che si sono rivelate vincenti rispetto al miglioramento della qualità dell’aria.