Il ponte vecchio, un simbolo eterno di Firenze | SubitoNews

Il Ponte Vecchio, un simbolo eterno di Firenze

Il Ponte Vecchio, un simbolo eterno di Firenze

Chi visita Firenze non può perdersi una passeggiata serale su Ponte Vecchio. Di notte l’atmosfera diventa ancora più suggestiva e romantica. Il ponte scavalca l’Arno a circa 150 metri a valle dell’area in cui il fiume presenta uno dei punti in cui l’alveo è più stretto. Il ponte collega via Por Santa Maria e via dè Guicciardini.

Ponte Vecchio, la storia

Il ponte aveva un andamento obliquo rispetto alla corrente, per meglio sostenere la spinta delle piene. Sondaggi degli anni cinquanta hanno rinvenuto due larghe fondazioni in calcestruzzo riferibili in tutta probabilità al primo ponte romano. Tale passerella è stata consolidata e allargata verso il 123, quando Adriano promosse la costruzione della via Cassia Nuova che attraversava la città. Il ponte aveva già forse piloni in muratura, mentre la travatura doveva essere in legno. Il primo ponte romano andò distrutto verso il VI-VII secolo a causa dell’incuria e le guerre dell’epoca barbarica, oltre che per danni causati da alluvioni. E’ difficile ipotizzare quanti ponti siano stati travolti dalle inondazioni dell’Arno e quanti ricostruiti.

Il primo ponte

Un ponte nelle attuali posizioni venne rifatto dopo un crollo, il 4 novembre 1177. Fu ripescato, in quell’occasione, il mozzicone di statua detta di Marte, a cui accenna anche Dante. Studi novecenteschi dimostrano che poggiava su residui più antichi, come travi in rovere della seconda metà del X secolo, e che aveva cinque arcate. E’ danneggiato da alluvioni nel 1200 e nel 1250; da incendi nel 1222, nel 1322 e nel 1331. Il ponte venne spazzato via dall’alluvione del 4 novembre 1333 e la statua di Marte fu smarrita per sempre.

Il ponte trecentesco

La successiva ricostruzione iniziò attorno al 1339 per finire nel 1345, come attestano due lapidi ancora superstiti. Il nuovo ponte, a tre arcate, era caratterizzato dalla presenza di quattro edifici lineari e merlati posti ai quattro capi, con una piazzetta centrale. Le arcate sotto i ballatoi si andarono a riempire di piccoli e variati edifici su ambo i lati. Queste costruzioni, nel 1442, furono destinate ad uso di botteghe di verdurai e macellai; per poter disperdere nel fiume gli scarti della lavorazione. Il Comune nel 1495 vendette quarantotto botteghe a privati e ad enti laici e religiosi.

Il corridoio del Vasari

Nel 1565 l’architetto Giorgio Vasari costruì il “corridoio vasariano”, per collegare il centro politico e amministrativo di Palazzo Vecchio con la dimora privata dei Medici, di Palazzo Pitti. Il corridoio sopraelevato è lungo circa 760 metri e fu costruito in soli cinque mesi. Le botteghe dei macellai furono occupate da orafi e gioiellieri nel 1594, per ordine di Ferdinando I (per evitare un commercio poco nobile e gli odori sgradevoli sotto le finestre).

Settecento e Ottocento

Al Settecento risale l’uso delle mostre sporgenti sulla carreggiata, dette “madielle“, mentre dell’Ottocento sono alcuni interventi di riconfigurazione delle mostre, così come da progetto dovuto all’architetto Giuseppe Martelli per trasformare la via interna in galleria coperta. Nonostante il progetto avesse ricevuto l’approvazione nel 1856 e reso operativo nel 1857, non trovò mai realizzazione se non nel frammento della mostra della bottega al 16 rosso. Non trovò nemmeno esito il progetto di demolire le casette, avvertite essenzialmente come abusive.

Prima metà del Novecento

Nel 1938 Mussolini fece realizzare delle finestre panoramiche al centro del ponte, in occasione della visita ufficiale di Adolf Hitler (maggio di quell’anno). Le truppe tedesche si ritirarono durante la campagna d’Italia e questo fu l’unico ponte di Firenze che non fecero saltare nel 1944. I tedeschi lo avevano comunque reso inagibile danneggiando la sponda e le case circostanti. Nel 2016, dal racconto di una testimone, si è diffusa una ricostruzione alternativa secondo la quale alcuni orafi sabotarono gli ordigni. La notte tra il 3 e il 4 agosto del 1944, Burgassi (aiutante degli orafi) è lasciato libero di circolare assistendo quindi alla posa delle mine. I tedeschi pensavano non capisse niente. Avendo visto tutto, sapeva dove erano gli allacciamenti delle mine e le indicò per poterle disinnescare.

Restauri recenti

Opere di consolidamento alla struttura iniziarono nel 1960. L’alluvione del 4 novembre del 1966 danneggiò nuovamente il ponte. Opere di restauro seguirono nel 1967-1968 con particolare attenzione ai piloni e alle platea (1978-1979). Il ponte ha mantenuto sostanzialmente la sua immagine medioevale e pittoresca, con i piccoli e variati edifici che lo segnano su ambo i lati, sormontati dal lato a monte dal corridoio vasariano, a costituire sull’acqua una vera e propria via di città.

Caratteristiche

Il Ponte Vecchio è composto da tre valichi ad arco ribassato. Per la prima volta in Occidente è superato il modello romano che prevedeva l’uso di valichi a tutto sesto. Questi valichi, nel caso di un ponte molto lungo, richiedevano un gran numero di arcate, creando così potenziali pericoli in caso di piena. Altra caratteristica è il passaggio fiancheggiato da due file di botteghe artigiane, ricavate in antichi portici poi chiusi, come se si trattasse del proseguimento della strada. Al centro del ponte le botteghe si interrompono e si aprono due vedute del fiume. A monte grazie al loggiato su cui poggia il corridoio vasariano, a valle tramite uno slargo che ospita il monumento allo scultore e orafo Benvenuto Cellini. Gli edifici sul ponte sono divisibili in quattro blocchi, due per lato.