Il Museo Egizio di Torino, patrimonio mondiale

Il Museo Egizio di Torino è il più antico del mondo. Nel 2024 ha compiuto duecento anni e li ha celebrati con molti appuntamenti straordinari durante tutto l’anno: conferenze, eventi e progetti speciali che hanno offerto l’occasione per ripensare alle circostanze e a tutte le tappe che hanno portato a Torino una delle più importanti collezioni egizie. Fra gli appuntamenti, l’inaugurazione della Galleria dei tessuti e quella del Giardino Egizio, l’esposizione del Tempio di Ellesjia, il riallestimento di una delle sale più importanti del museo, quella dedicata ai reperti di Deir – el – Medina.
La storia del Museo Egizio di Torino
Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo del mondo dedicato esclusivamente alla cultura egizia, e per importanza è il secondo al mondo dopo quello de Il Cairo. Fu fondato nel 1824 e vi furono esposte le prime antichità proveniente dalla collezione Drovetti acquistate dal re Carlo Felice. Bernardino Drovetti, prestando servizio per l’esercito napoleonico in Egitto, aveva collezionato statue, papiri, mummie, sarcofagi insieme a innumerevoli altri oggetti di valore. Insieme ad altri pezzi già in possesso dei Savoia, tutto questo materiale consentì di far aprile il Museo al pubblico già nel 1831: oltre alle antichità egizie raccoglieva anche reperti romani, preromani e preistorici, alcuni dei quali venivano acquistati da collezioni private o scambiati con altri musei.
Il Museo Egizio si arricchisce nel Novecento
Ai primi del Novecento, per la precisione tra il 1903 e il 1937, il Museo Egizio di arricchisce di circa 30.000 reperti provenienti dagli scavi archeologici condotti da Ernesto Schiaparelli e Giulio Farina. Schiaparelli, allora direttore della sezione egizia del Museo Archeologico di Firenze e poi di quello torinese, organizzò infatti una serie di campagne di scavo servendosi anche della fotografia per documentarne i lavori, laddove in passato ci si limitava alla realizzazione di disegni. A lui si devono straordinarie scoperte nella Valle delle Regione, vicino Luxor, dove vennero alla luce numerose tombe con sarcofagi di incredibile bellezza, mummie e corredi. La scoperta più importante fu quella grandiosa tomba della regina Nefertari, sposa di Ramses II, e poi la tomba di Kha, architetto alla corte del faraone Amenofi III, piena di oggetti di uso quotidiano. Schiaparelli ebbe anche il merito di convincere duecento anni fa i Savoia ad acquistare i locali del Museo, situato nell’Accademia delle Scienze. Fra i gioielli del Museo c’è il Tempio di Ellesiya donato dal governo egiziano come riconoscimento dell’aiuto italiano nel salvataggio dei templi nubiani minacciati dalle acque per la costruzione della grande diga di Assuan negli anni ’60. Il tempio venne tagliato in 66 blocchi e trasportata fino a Torino prima in nave da Alessandria d’Egitto a Genova, e poi da Genova a Torino in treno. La ricostruzione del tempio nelle sale del Museo Egizio fu inaugurata il 4 settembre 1970.
Il Museo si rinnova negli anni ’80
A seguito di un incredibile aumento di visitatori, il Museo ha subito la programmazione di un nuovo percorso di visita con nuovi spazi espositivi, fini ad arrivare allo straordinario riallestimento in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, quando lo statuario venne rivisitato nella sua esposizione da parte dello scenografo Premio Oscar Dante Ferretti. Dopo alcuni anni di chiusura, il Museo venne riaperto nel 2015 con un ultimo intervento che ne ha modificato e rifunzionalizzato tutti gli spazi.
Le sale e gli impianti di sicurezza
Oggi il Museo possiede una collezione di circa 40.000 reperti, dislocati in uno spazio visitabile di 12.000 metri quadrati e disposti su quattro piani. Tutte le sale sono dotate di un sofisticato impianto di controllo igrotermico, e dispongono di diversi sistemi di monitoraggio finalizzati al controllo dei flussi di pubblico e dell’accessibilità per garantire il massimo grado di sicurezza possibile.