Iannone al Tas: «Il giorno più importante della mia vita»
«Il giorno più importante della mia vita». Andrea Iannone si lancia così verso l’ultima curva che rischia di mandarlo definitivamente fuori pista. Giovedì 15 ottobre il Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna esaminerà il suo caso di doping. Il pilota dell’Aprilia è fermo dal 17 dicembre 2019 dopo essere risultato positivo al drostanolone, uno steroide anabolizzante, a un controllo effettuato il 3 novembre al GP della Malesia. In primo grado, a Iannone è stata inflitta una squalifica di 18 mesi, nonostante le federmoto internazionale abbia riconosciuto all’abruzzese di essere stato vittima di una contaminazione alimentare, da cui è scaturita la positività. Adesso, arriva il momento della verità.
«Non mi sarei aspettato di vivere questa situazione – racconta Iannone in una conferenza stampa a Milano -. Sono sofferente, ma allo stesso tempo più maturo e consapevole. Questo periodo mi ha insegnato tanto: nella vita tutto è imprevedibile e difficile da calcolare». Una vita «cambiata da un giorno all’altro, quando mi sono trovato senza poter fare quello che ho sempre fatto, e non per mia scelta. Non lo auguro a nessuno». Ma il pilota dell’Aprilia non ha mai pensato di arrendersi. «L’obiettivo è superare questa vicenda in modo positivo, affrontandola con determinazione, portando alla luce la giustizia. E di tornare, mi auguro, in moto. Il prima possibile e più forte di prima».
Mesi durissimi, nei quali Iannone non ha potuto mai salirci. «Non guido da Valencia 2019. Mi sento rapito, come se mi avessero rubato la vita. Ma il mio dovere è seguire le regole che ci vengono imposte, sperando che la giustizia faccia il suo corso».
Iannone, da tempo al centro del gossip per la relazione con Belen e non solo, vuole fare solo il pilota. Infatti ha detto mo a proposte extramotori, dello spettacolo e della moda. «Sono grato a queste persone, ma ho rifiutato tutto. La priorità è tornare il prima possibile sull’Aprilia in pista e farla trionfare. Non ho mai pensato di mollare, ho ancora molto da dire. Ho iniziato un progetto con Aprilia un anno fa e sento il bisogno di portarlo a termine». Parole che confortano Massimi Rivola, l’amministratore delegato della Casa di Noale presente all’incontro che conferma: «Siamo straconvinti della sua innocenza, conosciamo Andrea. Quando tornerà in moto sarà più motivato che mai, non vediamo l’ora. Ci manca».
A seguire il ricorso di Iannone c’è l’avvocato Antonio De Rensis. «Questa è una custodia cautelare sportiva – afferma -. Andrea, in attesa di una sentenza definitiva, è sospeso. Questo meccanismo va assolutamente modificato, per tutti gli sportivi». Il legale ripercorre poi la vicenda. «La Fim dice che Iannone, per provare l’origine della carne, doveva mettersi in contatto con il governo malese per avere i report delle importazioni di carne. L’atleta ha chiesto all’hotel dove ha alloggiato in Malesia di fornirgli la documentazione e non hanno mai risposto. Abbiamo prodotto in giudizio le dichiarazioni di un autorevolissimo membro della MotoGP: lui ha dichiarato – letteralmente – che il ristorante dove Andrea ha mangiato in Malesia gli ha detto “non voglio entrare in questa vicenda perché creerei dei problemi al mio ristorante”. A un atleta si può chiedere tutto perché si difenda, ma siano cose logiche».
Infine ecco l’intervento del dottor Alberto Salomone, consulente tecnico per la parte di Iannone. «Quello che noi cercheremo di fare è convincere il panel della necessità di una decisione pioneristica. Anche per il drostanolone ci devono essere degli adeguamenti legati a certi particolari frangenti in cui non è automaticamente sanzionabile l’atleta. La Wada dovrebbe fare un’apertura».