La Global Sumud Flotilla in missione per Gaza
La Global Sumud Flotilla è un’operazione non governativa nata con l’obiettivo di di manifestare solidarietà alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza: si tratta della più grande missione marittima civile organizzata da cittadini. E’ composta da circa una trentina di imbarcazioni, per lo più piccole e a vela, con a bordo attivisti e politici che tra la fine di agosto e la prima settimana di settembre sono salpate da alcuni porti sul Mar Mediterraneo. L’obiettivo è quello di rompere l’assedio navale di Gaza per far entrare cibo, acqua, medicinali e beni di prima necessità.
Chi partecipa alla Global Sumud Flotilla
In totale la flotta della Global Sumud Flotilla dovrebbe essere composta da una cinquantina di imbarcazioni, a cui si è unita anche la nave umanitaria Life support di Emergency. La flotta è composta da barche a vela tra gli undici e i diciotto metri in grado di affrontare il mare aperto; su ogni barca ci sono da sei a una decina di persone, in quelle più grandi anche trenta: gli equipaggi hanno seguito corsi specifici di preparazione volti a rispettare le leggi internazionali e a non rispondere a eventuali provocazioni. Sono inoltre stati composti in modo da garantire sicurezza e professionalità: a bordo c’è almeno un attivista, una personalità politica, un giornalista e persone esperte di nautica e meccanica. Tra le barche partite da Barcellona ce n’è solo una a motore. La prima imbarcazione è partita il 31 agosto da Barcellona, e a bordo ci sono anche l’attivista Greta Thumberg e l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau. Ma gli attivisti e le delegazioni politiche coinvolte dovrebbero provenire da quarantaquattro paesi.
Cosa vuol dire Global Sumud Flotilla
Letteralmente in arabo Global Sumud Flotilla significa “flottiglia mondiale della resilienza”, a specificare l’iniziativa umanitaria internazionale portata avanti dalla società civile nella seconda metà del 2025 con l’obiettivo di rompere il blocco israeliano della Striscia di Gaza. L’iniziativa è il risultato dell’unione di diversi movimenti internazionali tra cui la Freedom Flotilla Coalition, il Global Movement to Gaza, il Maghreb Sumud Flotilla e Sumud Nusantara. L’intento è scuotere l’opinione pubblica e spingere i governi ad agire concretamente. L’arrivo a Gaza è previsto per metà settembre, meteo permettendo. La Global Sumud Flotilla trasporta anche aiuti umanitari. Le barche partite da Barcellona il 31 agosto sono dovute tornare indietro a causa del maltempo, e se il meteo non è favorevole non è detto che tutte le imbarcazioni riescano a giungere a destinazione.
La reazione degli israeliani
Le autorità israeliane hanno già dichiarato che che gli attivisti della Global Sumud Flotilla verranno trattati come “terroristi“: tant’è che le imbarcazioni partite dalla Spagna hanno denunciato l’avvistamento di droni che le hanno sorvolate il 2 settembre, mentre in Sicilia sono stati avvistati tre aerei militari israeliani nella base militare di Sigonella. Nella notte tra l’8 e il 9 settembre, poi, l’organizzazione della Global Sumud Flotilla diretta a Gaza con un carico di aiuti umanitari ha dichiarato che una delle sue imbarcazioni è stata colpita da un drone al largo di Tunisi. Del resto gli attivisti hanno fin da subito affermato di aspettarsi ritorsioni da parte delle autorità israeliani: di essere “rapiti” in acque internazionali, di essere bloccati o colpiti dai droni. In tal caso i giuristi si sono già espressi circa le eventuali violazioni del diritto internazionale del mare da parte degli israeliani: in base alla convenzione di Montego Bay del 1982 sul diritto del mare (non ratificata però da Israele) e del diritto internazionale, in alto mare vige il principio della libertà di navigazione. Condizione per la quale Israele non potrebbe intervenire su una nave straniera e non potrebbe neanche impedirne la navigazione.
