Gli esercizi ideali da fare al chiuso: quelli che faceva Mandela nei 27 anni trascorsi in cella

Gli esercizi ideali da fare al chiuso: quelli che faceva Mandela nei 27 anni trascorsi in cella

I tutorial per l’allenamento a casa che stanno proliferando in tutto il mondo sono tutti superati dalla lettura delle memorie di Nelson Mandela. L’uomo che ha sconfitto l’Hapartheid in Sud Africa, grande appassionato di pugilato che praticava da studente alla Fort Hare University, nell’autobiografia “Long Walk to Freedom” racconta la disciplina dell’allenamento che ha segnato sia la sua vita da uomo braccato ma libero a Soweto, nelle pause della sua lotta politica, sia nei lunghissimi 27 anni di carcere, 18 dei quali in una cella di 2,59 metri di lunghezza per 2,3 metri di larghezza a Robben Island, di fronte a Città del Capo, prima della storica liberazione dell’11 febbraio 1990.

Eccola, la sua personalissima scheda di allenamento che possiamo fare nostra: corsa sul posto per 45 minuti, 100 flessioni sulle punte delle dita, 200 esercizi per gli addominali, 50 piegamenti sulle ginocchia, 50 esercizi calistenici burpees (massacranti, uniscono in velocità squat e plank), 50 esercizi calistenici star jumps (balzi sul posto di apertura e chiusura coordinata di braccia e gambe). Tre giorni di lavoro, uno di riposo (il giovedì), altri tre di allenamento. Senza mai mollare.

«L’esercizio scioglie la tensione, e la tensione è il nemico della serenità. Vedevo che lavoravo meglio e pensavo con più chiarezza quand’ero in buone condizioni fisiche, e così l’allenamento divenne una delle costanti inderogabili della mia vita» racconta nella sua biografia Mandela, morto di infezione alle vie respiratorie il 5 dicembre 2013 a 95 anni, 23 anni dopo la sua liberazione, 19 dopo essere diventato il primo presidente del Sud Africa democratico.