Gioia e dolori Moioli: la Coppa e il nonno in ospedale per Coronavirus

Gioia e dolori Moioli: la Coppa e il nonno ricoverato in ospedale per Coronavirus

Gioia e dolori Moioli: la Coppa e il nonno ricoverato in ospedale per Coronavirus

Michela Moioli e la paura che cancella la gioia. La campionessa olimpica di snowboardcross che sta per vincere la sua terza Coppa del Mondo, è stata raggiunta da una terribile notizia. Il nonno Antonio, 84 anni, è ricoverato a Bergamo per Coronavirus, con una brutta complicazione. A rivelarlo è stata la stessa azzurra, che in attesa dell’ultima gara della stagione (in teoria domenica a Veysonnaz, dove le basterà essere al cancelletto per conquistare la Coppa) si è isolata nella caserma dell’Esercito di Courmayeur.

Con un lungo e commovente post su Facebook, corredato da una foto di lei con i nonni Antonio e Adriana, la Moioli ha raccontato: «Nonno Antonio, classe 1935, è il tipico bergamasco Doc. Ha passato la sua vita lavorando, crescendo 4 figli, senza mai far mancar nulla alla sua famiglia. Vacanze, viaggi, benessere, una bella casa. Ha lavorato finché è riuscito e ha guidato finché ha potuto. Negli ultimi anni ha rallentato, è diventato più schivo e solitario. Ai pranzi di famiglia ascolta silenzioso, ma quando meno te lo aspetti lancia una frase d’effetto che zittisce tutti. Da qualche giorno aveva un po’ di raffreddore e quindi, seguendo le indicazioni del medico, è rimasto tranquillo sul divano. Durante la notte però è caduto, rompendosi il femore, obbligando cosi la nonna a chiamare l’ambulanza. è ricoverato ed è solo. Nessuno può andare a trovarlo, nemmeno la nonna o i figli, tutti in quarantena. Non lo vedo da 3 settimane e spero di poterlo vedere ancora. Spero che il suo cuore e i suoi polmoni siano più forti di questo Virus, spero che tenga duro. Penso a tutti quei nonni che sono in questa situazione. Mariti e mogli divisi, senza potersi abbracciare o salutare per un’ultima volta. Penso ai figli, ai nipoti ed ai pronipoti. I nonni sono lì da sempre. Hanno vissuto le guerre, la fame e cose che noi neanche sappiamo. Sono come dei grandi alberi secolari: diamo per scontato che ci siano, ma poi, quando li tagliano, ci mancano. Lasciano un vuoto. Questo è quello che questo virus ci sta facendo: ci mette in ginocchio lasciando il vuoto ovunque e dentro di noi».