Genderfluid, significato e cosa sapere

Genderfluid, significato e cosa sapere

Genderfluid è un termine oramai divenuto comune nel nostro lessico e la nostra società è finalmente pronta (o quasi) ad accoglierne il significato. Per chi non lo sapesse questo termine non fa riferimento all’orientamento sessuale delle persone ma alla loro identità di genere.

Questi due concetti sono molto diversi tra loro perché nel primo caso fanno riferimento a ciò che piace ad un soggetto, uomo o donna che sia. L’identità di genere, invece, è il modo in cui un soggetto si sente e, nello specifico, il suo sentirsi uomo o donna a prescindere da come appare il suo corpo.

La confusione creata attorno a questo argomento proviene dal fatto per cui per molte persone è ancora molto difficile accettare che un corpo femminile o maschile, al di la di come appare, possa sentirsi uomo, donna o nessuno dei due.

Tuttavia è importante comprendere cosa significa essere gender fluid proprio perché è “qualcosa” che va ben oltre il gusto sessuale o quello che ancora in troppi definiscono “capriccio”, “disturbo psicologico” o qualsiasi altra sciocchezza simile.

Cosa significa genderfluid

In breve una persona genderfluid non ha un’identità di genere costante nel tempo. Questa può variare anche più volte durante il giorno mentre per altre persone l’identità tende a non variare quasi mai.

Ciò che conta sapere è che le persone nate biologicamente in un corpo di aspetto femminile o maschile possono non riconoscersi in ciò che la natura abbia dato loro.

Per le donne la fluidità di genere può avere picchi significativi soprattutto durante il ciclo mestruale. In questi casi, infatti, le persone nate biologicamente femminili potrebbero essere interessate dalla fluidità di genere quando i livelli ormonali aumentano in modo significativo e, quindi, durante il ciclo mestruale.  

Le persone genderfluid, quindi, non hanno un’identità di genere costante nel tempo e questa viene definita fluida proprio perché cambia. Un giorno si sentono rappresentati da entrambi i generi mentre un altro potrebbero sentirsi totalmente estranei dal tipico inquadramento binario che ci distingue in maschi e femmina.

La fluidità di genere non è da confondersi con il disturbo psichico e deve essere innanzitutto compresa per poter essere accettata. Per chi vive il proprio genere in questo modo è molto difficile integrarsi nella società ed essere accettati per quello che si è.

La presenza di persone genderfluid, tuttavia, non è un problema da risolvere ma una questione sociale che deve essere condivisa e spiegata per far si che tutti i soggetti che vi si riconoscono possano vivere al pari degli altri.

Genderfluid ed identità di genere

Un altro grosso errore di mistificazione risiede nel binomio tra persona gender fluid e disforia di genere. La disforia è una condizione molto diversa che causa un disagio profondo e difficile da sopprimere causato dalla discrepanza fra il genere percepito e quello assegnato alla nascita. Tale disagio aumenta quando il soggetto vive in ambienti che lo portano a reprimere la sua reale appartenenza di genere. Ovviamente è vero anche che le persone gender fluid possono vivere questa condizione per periodo di tempo variabili.

Le persone genderfluid cambiano l’espressione di genere in modo tale da adattarla all’identità che vivono in quel momento della loro vita. Questo accompagna anche il modo di vestire e di mostrarsi agli altri che può essere distinto tra ciò che la società considera maschile o femminile oppure essere totalmente neutro.

Ci sono poi persone che decidono di intraprendere cure ormonali, soprattutto quando queste decidono di riconoscersi in un solo genere. Le terapie ormonali possono essere anche seguite da operazioni chirurgiche volte a mostrarsi secondo il genere preferito.

Le persone genderfluid chiedono che vengano utilizzati pronomi diversi a seconda del genere in cui sentono di appartenere. Si tratta di una richiesta scaturita dal bisogno di essere riconosciuti non per ciò che gli altri vedono ma per ciò che la persona sente.

Secondo la psicologa Rosita Borlimi la volontà di non identificarsi è più marcata nei giovani dai 18 ai 24 anni. Il rifiuto per le etichette pre-confezionate e la rivendicazione di nuove distinzioni più libere e, quindi, più fluide, coinvolge l’intera identità sessuale. Pertanto anche il legame affettivo con il partner viene coinvolto in questa fluidità.

Le difficoltà di chi non sa identificarsi

A livello sociale il non sapersi identificare in un genere comporta numerosi problemi, soprattutto quando le persone devono interfacciarsi con chi non comprende questa condizione.

Le barriere e le resistenze sociali verso le persone genderfluid sono ancora piuttosto dure da superare e, pertanto, il pregiudizio verso comportamenti, abbigliamento, stili e preferenze sessuali è ancora molto vivo.

Che sia curiosità o mancanza di comprensione le persone genderfluid si trovano spesso a dover chiarire con quale pronome essere appellate e perché. Questa continua necessità di dover giustificare il proprio essere con il mondo esterno è faticosa ed estenuante.

Per fare un esempio è come se ognuno di noi dovesse spiegare ogni giorno perché ci sentiamo donne o uomini e perché ci vestiamo in un certo modo o le ragioni per cui ci sentiamo attratte da questa o quella persona.

Speriamo che questo chiarimento sia di stimolo a comprendere la fluidità di genere e che possa essere di aiuto a chi nutriva dubbi su questa condizione.