La Gioconda, il colpo del secolo.
Il personaggio di cui parliamo oggi è passato alla storia per aver compiuto uno dei furti più eclatanti, il furto della Gioconda, il celebre quadro di Leonardo Da Vinci. Ma chi era esattamente il “coraggioso” ladro? Il suo nome era Vincenzo Pietro Peruggia, nato a Dumenza, in provincia di Varese nel 1881, un uomo tenace al punto di trafugare dal Louvre la Monnalisa, senza che nessuno se ne accorgesse!
Era il 20 agosto del 1911 quando Peruggia decise di rubare la Giocondo e riportarla in Italia. La stampa dell’epoca raccontò la sua impresa nei minimi dettagli facendo un molto scalpore e rendendolo così una sorta di eroe popolare e un vero patriota.
La personalità di Peruggia
Peruggia era un semplice decoratore, e lo psichiatra che lo visitò in seguito al furto non trovò segni di una particolare personalità criminale. Aveva una forte passione per la pittura e apprezzava visitare i musei di Parigi, fino a quando trovò un lavoro, proprio al museo del Louvre.
Si narra, forse leggenda forse verità, che da tempo meditasse di vendicarsi delle angherie subìte dai francesi, che lo schernivano per il suo mandolino e lo chiamavano “mangia-maccheroni”. In aggiunta a questo stato d’animo dobbiamo anche considerare che il Peruggia pensava che La Gioconda fosse uno dei bottini trafugati da Napoleone durante le battaglie in Italia. E’ vero che Napoleone e il suo esercito sottrassero circa 500 opere ai musei italiani…. ma non La Gioconda, che Leonardo da Vinci portò con se quando si trasferì alla corte di Re Francesco I in Francia, nel 1516.
Il furto della Gioconda
La mattina del 21 agosto 1911, Peruggia entrò al museo, tolse la tela dalla cornice e la nascose sotto il vestito da lavoro. Riuscì quindi in quello che venne definito… il colpo del secolo! Successivamente si trattava quindi di escogitare un metodo per rientrare in Italia: nascose il prezioso dipinto nel doppiofondo di una valigia e si mise in viaggio alla volta di Firenze, pensando di contattare gli Uffizi una volta arrivato. Ma… giunto in Italia, convinto di aver compiuto un gesto patriottico e magari di trovare un lavoro in un museo italiano, il Peruggia si trova di fronte la la polizia che lo arresta il 5 giugno 1914.
Dopo il processo viene condannato per furto aggravato, lui che pensava di essere un eroe. Purtroppo la condanna fu di un anno e quindici giorni. Scontata la pena Peruggia partecipò alla prima guerra mondiale e finì in un campo di prigionia austriaco.
Alla fine del conflitto si sposò ed ebbe una figlia, ma nel frattempo si diffuse la sua impresa diventando apprezzato e amato da tutti, tanto che iniziò a regalare immagini della Gioconda di Leonardo da Vinci con la sua firma.Vincenzo Peruggia morì l ’8 ottobre 1925, il giorno del suo 44esimo compleanno, per un infarto mentre tornava dal lavoro.
Le questioni irrisolte
Di quel colpo, per il quale vennero sospettati anche Pablo Picasso e il poeta Guillaume Apollinaire, restano delle questioni irrisolte. Si narra infatti che il quadro, nei due anni successivi al furto, sia stato nascosto da alcuni amici del Peruggia nell’incavo di un tavolo, nell’osteria dei fratelli Lancellotti, in un piccolo paese della Val Veddasca.
Il decoratore di Dumenza resta comunque colui che “osò” compiere un furto al famoso museo del Louvre, un furto talmente celebre che continua ancora oggi ad alimentare leggende. C’è infatti chi crede e sostiene che la Gioconda non sia mai tornata al Louvre e che ai francesi sia stata consegnata una copia… mentre l’originale è ancora in qualche nascondiglio segreto in Italia. Ci piace pensare così, di questa storia talmente incredibile da generare una tra le leggende più amate del nostro paese.