Forte di Bard: una delle migliori fortezze di sbarramento | SubitoNews

Forte di Bard: una delle migliori fortezze di sbarramento

Forte di Bard: una delle migliori fortezze di sbarramento

Forte di Bard: la prima struttura significativa che si incontra entrando in Valle d’Aosta. Distrutto da Napoleone e ricostruito da Carlo Felice di Savoia.

Forte di Bard, la struttura

E’ costituito da tre corpi di fabbrica, posti tra i 400 e i 467 metri; dal più basso, l’Opera Ferdinando, a quello mediano, l’Opera Vittorio, e al più alto, l’Opera Carlo Alberto. L’Opera Ferdinando è a forma di tenaglia ed è costituita da due corpi di fabbrica. A circa metà c’è l’Opera Vittorio, che ospita Le Alpi dei Ragazzi, un percorso di avvicinamento all’alpinismo per i più giovani. La più imponente, in cima, è formata da una cinta su cui si appoggiano tutti i fabbricati e che racchiude l’Opera di Gola, con il relativo cortile e l’Opera Carlo Alberto con il grande cortile quadrangolare della Piazza d’Armi. Il primo piano ospita il Museo delle Alpi. Al pianterreno si affacciano gli spazi dedicati alle mostre temporanee (Cannoniere, Cantine, Corpo di Guardia) e lo spazio Vallée Culture. All’interno si trovano anche le anguste prigioni, 24 celle di detenzione.

Accessi

Il forte è servito da una strada esterna, sul lato sud, che permette di accedere al cortile dell’Opera di Gola, e da una strada interna che, con stretti tornanti sorretti da possenti muraglioni, risale il pendio opposto rivolto a nord e consente di accedere all’Opera Carlo Alberto e all’area delle Scuderie, anch’essa adibita a sede di mostre temporanee. Entrambi i percorsi sono pedonali. La sommità della rocca è raggiungibile grazie ad avveniristici ascensori panoramici che dal borgo di Bard consentono l’accesso all’Opera Carlo Alberto, al Museo delle Alpi, alle sale dedicate alle mostre temporanee, alle piazze, alla caffetteria e al Bookshop.

Forte di Bard, la storia

I primi insediamenti umani nella gola di Bard comparvero nel periodo Eneolitico. Datano dal II millennio a.C. le prime tracce di cultura materiale: incisioni rupestri e coppelle sulle rocce levigate ai piedi del forte documentano rituali propiziatori. Lo stretto passaggio tra la Dora Baltea e lo strapiombo roccioso costituisce un percorso obbligato per entrare in Valle d’Aosta. Il tracciato della strada risale all’epoca romana. La Via Consolare delle Gallie, costruita dopo la sottomissione dei Salassi (25 a.C.) e che da Eporedia (Ivrea) raggiungeva i valichi dell’Alpis Graia (Piccolo San Bernardo) e dell’Alpis Poenina (Gran San Bernardo), conserva imponenti resti archeologici: strutture di sostegno formate da poderosi blocchi lapidei, un ponte-viadotto, il ponte sul torrente Albard.

Da castello medievale a fortezza sabauda

La rocca di Bard dovette essere fortificata fin dall’epoca preromana. Alcuni storici individuano qui il presidio armato installato dal re ostrogoto Teodorico all’inizio del VI secolo. Risale al 1034 la prima citazione di un insediamento fortificato: esso apparteneva al visconte di Aosta Boso, i cui discendenti mantennero la signoria di Bard fino alla prima metà del XIII secolo. Espugnato nel 1242 da Amedeo IV di Savoia, il castello passò sotto il dominio sabaudo. Nel 1661 il duca Carlo Emanuele II trasferì tutta l’artiglieria a Bard, che divenne il presidio delle forze del Ducato di Savoia in Valle d’Aosta. Nel corso del XVII e del XVIII secolo sono documentati vari interventi per ampliare e potenziare le strutture difensive della fortezza. Memorabile fu la resistenza opposta a Bard dall’esercito di Vittorio Amedeo II di Savoia alle truppe francesi nel 1704, nel corso della guerra di successione spagnola.

L’assedio e la resa a Napoleone

Il 14 maggio 1800, 40.000 uomini di Napoleone, guidati dal generale Berthier, varcarono le Alpi attraverso il Gran San Bernardo per sorprendere l’esercito austro-piemontese. La calata proseguì fino a Bard, dove fu arrestata dalla guarnigione di truppe austriache. Napoleone attraversa il Colle tra il 19 e il 20 maggio e il 25 maggio è a Verrès. Il 21 e 22 maggio c’è l’assalto del borgo e la guarnigione si ritira nel forte. Dal forte partono i colpi che colpiscono anche l’edificio che, ancora oggi, porta i segni della battaglia. Il capitano Stockard von Bernkopf resiste all’assedio dei francesi. Il 25 e 26 maggio viene sferrato un nuovo attacco nel corso del quale i francesi perdono molti uomini. A Bernkopf viene intimata la resa, ma lui non cede e nessun soldato francese riesce ad entrare nella fortezza. Il capitano, il 1° giugno 1800, firma la resa, ottenendo l’onore delle armi.

La ricostruzione di Olivero

Napoleone rase al suolo il “vilain castel de Bard”. Fu Carlo Felice, timoroso di una nuova aggressione francese, a promuovere il rifacimento nel 1827, affidando il progetto all’ingegnere militare Francesco Antonio Olivero, ufficiale del Corpo Reale del Genio. I lavori andarono dal 1830 al 1838. La nuova piazzaforte era costituita da tre corpi di fabbrica disposti su diversi livelli. Questo sistema era in grado di garantire la reciproca difesa in caso di attacco nemico. La fortezza era dotata di 283 locali e poteva ospitare fino a 416 uomini (il doppio con sistemazione paglia a terra). I magazzini potevano contenere munizioni e provviste sufficienti per tre mesi e l’armamento contava una cinquantina di bocche da fuoco. Alla fine dell’800 il forte inizia il suo declino: dapprima utilizzato come bagno penale ed in seguito destinato a deposito di munizioni.

Forte di Bard, il recupero

Il forte è acquisito dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta nel 1990. Un gruppo interdisciplinare di esperti ha elaborato uno studio di fattibilità per il recupero dell’intero complesso e il rilancio del borgo medievale. Il complesso del forte e del borgo di Bard è il nuovo polo culturale delle Alpi Occidentali. Grazie al recupero dell’imponente fortezza sabauda e di alcune aree connesse, è stato realizzato un progetto che fonde all’interno di un’unica struttura, spazi e servizi innovativi per la cultura e strutture ricettive di alta qualità. Gli spazi museali sono stati progettati per integrare la tradizione storica del museo con la finalità educativa che ne contraddistingue la missione, la vocazione innovativa del centro d’interpretazione, luogo di comunicazione e di decodificazione del territorio che rappresenta e la forza comunicativa del parco tematico, con la sua capacità di proporre un’esperienza coinvolgente.