Le mascherine diventano moda e attirano gli stilisti | Subito News

Fai da te ma non solo: le mascherine diventano moda e attirano gli stilisti

Fai da te ma non solo: le mascherine diventano moda e attirano gli stilisti
francesca salvatorelli,titolare atelier Saint Claire mentre cuce le mascherine fatte con i ritagli degli abiti da sposa

L’emergenza Coronavirus cambia anche la grande moda, uno dei settori più colpiti economicamente dall’emergenza sanitaria. Così, dopo il proliferare delle mascherine fai da te, con sartine e signore a casa impegnate a realizzare protezioni per la famiglia e gli amici, ma anche come piccolo lavoro, ecco che interviene il mondo della moda, anche per aiutare la popolazione. I grandi bran stanno cercando di recuperare terreno e immagine, anche nei confronti di chi aveva visto lungo o soltanto trovato la strada rivelatasi giusta. Come Myss Keta o Junior Cally, che in tempi non sospetti indossavano mascherine trendy per marketing e look. Costo? Anche 80 euro per quella (ormai introvabile) firmata Off White.

Sébastien Meyer e Aranud Vaillant, due giovani stilisti francesi ex creativi di Courreges, sul loro sito hanno addirittura caricato il cartamodello di come si taglia e cuce una mascherina. In migliaia lo hanno scaricato. «A volte piccoli gesti hanno grande impatto – afferma Vaillant, che viene da una famiglia di medici -. Mio padre e mio fratello sono chirurghi, mia sorella fisioterapista, mia cognata radiologa: non hanno più mascherine. Non è giusto».

In Italia la Ermanno Scervino è stata una delle prime aziende a convertire la produzione in mascherine. «Le difficoltà non sono poche – assicura l’amministratore delegato Toni Scervino -. A abbiamo scelto di cominciare con la fattura a mano. Le nostre sarte-sante si sono portate a casa il materiale, il tessuto non tessuto approvato dalla Regione Toscana, e hanno cominciato a cucire, giorno e notte e instabilmente. Riusciamo a consegnare fino a 2.000 pezzi al giorno agli ospedali, ai comuni, alle associazione e anche il più possibile agli ospiti dove veramente la situazione è tragica anche umanamente».

Per la produzione in serie si è mossa anche Prada. Convertire i programmi delle macchine tessili ha richiesto un po’ di tempo, ma adesso 200 operai producono ogni giorno 10.000 maschere e 10.000 tute mediche. L’azienda si è anche presa il carico di gestire la fornitura dei materiali e la consegna i prodotti finiti agli ospedali. Con un obiettivo di arrivare al 6 aprile 80.000 tute mediche e 110.000 maschere fatte. Numeri da raggiungere anche da Gucci: con 1,1 milioni di mascherine e 55.000 tute nelle prossime settimane. Del gruppo Kering stanno cercando di convertire anche Balenciaga e Saint Laurent.