Eskimo, il brano di Francesco Guccini | SubitoNews

Eskimo, il brano di Francesco Guccini

 


Eskimo è una delle canzoni più apprezzate di Francesco Guccini contenuta nell’album Amerigo. Il testo racconta degli anni in gioventù trascorsi a Bologna e della sua relazione con la prima moglie Roberta Bacillieri. Il loro è un rapporto difficile, dettato dalla differenza di ceto sociale tra i due, rappresentato metaforicamente dal  cappotto, l’eskimo, che in quel periodo costava poco ed era l’unico che Guccini poteva permettersi.

Eskimo di Francesco Guccini

Testo della canzone

Questa domenica in Settembre
Non sarebbe pesata cosi’
L’estate finiva piu’ nature
Vent’anni fa o giu’ di li’

Con l’incoscienza dentro al basso ventre
E alcuni audaci, in tasca “l’Unita'”,
La paghi tutta, e a prezzi d’inflazione,
Quella che chiaman la maturita’

Ma tu non sei cambiata di molto
Anche se adesso è al vento quello che
Io per vederlo ci ho impiegato tanto
Filosofando pure sui perché

Ma tu non sei cambiata di tanto
E se cos’e’ un orgasmo ora lo sai
Potrai capire i miei vent’anni allora
E quasi cento adesso capirai

Portavo allora un eskimo innocente
Dettato solo dalla poverta’
Non era la rivolta permanente
Diciamo che non c’era e tanto fa

Portavo una coscienza immacolata
Che tu tendevi a uccidere pero’
Inutilmente ti ci sei provata
Con foto di famiglia o paleto’

E quanto son cambiato da allora
E l’eskimo che conoscevi tu
Lo porta addosso mio fratello ancora
E tu lo porteresti e non puoi piu’

Bisogna saper scegliere il tempo
Non arrivarci per contrarieta’
Tu giri adesso con le tette al vento
Io ci giravo gia’ vent’anni fa

Ricordi fu con te a Santa Lucia
Al portico dei Servi per Natale
Credevo che Bologna fosse mia
Ballammo insieme all’anno o a Carnevale

Lasciammo allora tutti e due un qualcuno
Che non ne fece un dramma o non lo so
Ma con i miei maglioni ero a disagio
E mi pesava quel tuo paleto’

Ma avevo la rivolta fra le dita
Dei soldi in tasca niente e tu lo sai
E mi pagavi il cinema stupita
E non ti era toccato farlo mai

Perché mi amavi non l’ho mai capito
Cosi’ diverso da quei tuoi cliche
Perché fra i tanti, bella,
Che hai colpito ti sei gettata addosso proprio a meInfatti i fiori della prima volta
Non c’erano gia’ piu’ nel sessantotto
Scoppiava finalmente la rivolta
Oppure in qualche modo mi ero rotto

Tu li aspettavi ancora ma io gia’ urlavo che
Dio era morto, a monte, ma pero’
Contro il sistema anch’io mi ribellavo

E Gianni ritornato da Londra
A lungo ci parlo’ dell’LSD
Tenne una quasi conferenza colta
Sul suo viaggio di nozze stile freak

E noi non l’avevamo mai fatto
E noi che non l’avremmo fatto mai
Quell’erba ci creseva tutt’attorno
Per noi crescevan solo i nostri guai

Forse ci consolava far l’amore
Ma precari in quel senso si era gia’
Un buco da un amico, un letto a ore
Su cui passava tutta la citta’

L’amore fatto alla boia d’un Giuda
E al freddo in quella stanza di altri e spoglia
Vederti o non vederti tutta nuda
Era un fatto di clima e non di voglia

E adesso che potremmo anche farlo
E adesso che problemi non ne ho
Che nostalgia per quelli contro un muro
O dentro a un cine o li’ dove si puo’

E adesso che sappiamo quasi tutto
E adesso che problemi non ne hai
Che nostalgia, lo rifaremmo in piedi
Scordando la moquette stile e l’Hi Fi

Diciamolo per dire, ma davvero
Si ride per non piangere perché
Se penso a quella ch’eri, a quel che ero,
Che compassione che ho per me e per te

Eppure a volte non mi spiacerebbe
Essere quelli di quei tempi la’
Sara’ per aver quindic’anni in meno
O avere tutto per possibilita’

Perché a vent’anni è tutto ancora intero
Perché a vent’anni è tutto chi lo sa
A vent’anni si è stupidi davvero
Quante balle si ha in testa a quell’eta’

Oppure allora si era solo noi
Non c’entra o meno questa gioventu’
Di discussioni, caroselli, eroi
Quel ch’e’ rimasto dimmelo un po’ tu

E questa domenica in Settembre
Se ne sta lentamente per finire
Come le tante via distrattamente
A cercare di fare o di capire

Forse lo stan pensando anche gli amici
Gli andati, i rassegnati, i soddisfatti,
Giocando a dire che si era piu’ felici
Pensando a chi si è perso o no a quei patti

Ed io che ho sempre un eskimo addosso
Uguale a quello che ricorderai
Io come sempre, faccio quel che posso
Domani poi ci pensero’ se mai

Ed io ti cantero’ questa canzone
Uguale a tante che gia’ ti cantai
Ignorala come hai ignorato le altre
E poi saran le ultime oramai

Fonte: Musixmatch
Compositori: Francesco Guccini