Dagherrotipo: che cos’è?
In fotografia si sente molto spesso parlare di dagherrotipo ed effettivamente l’inizio della tecnica fotografica moderna è contrassegnato dal momento in cui questa processo fotografico fu per la prima volta utilizzato.
Ma che cos’è esattamente un dagherrotipo? Lo spieghiamo in quest’articolo.
Il Dagherrotipo e l’inizio della Storia della Fotografia
Un dagherrotipo è un’immagine unica creata sua una lastra di rame argentato. Si può paragonare ad una fotografia dell’epoca ma anziché su carta fotografica il dagherrotipo è realizzato su una superficie spessa, rigida ma anche estremamente delicata.
Il suo inventore fu Louis Mandé Daguerre che scoprì questo metodo nel 1939. Ed è con la sua scoperta che inizia ufficialmente l’epoca della fotografia.
L’invenzione della dagherrotipia fu all’epoca una vera e propria rivoluzione ed il dagherrotipo può essere considerato a tutti gli effetti il primo apparecchio fotografico della storia.
Ecco per ottenerlo cosa aveva realizzato il suo inventore: Il primo modello per realizzare dagherrotipi era composto da due scatole di legno che potevano scorrere una dentro l’altra: attraverso questo congegno poteva svolgersi la messa a fuoco. Era inoltre presente una fessura sul retro dove poteva essere inserita la lastra di rame ed una sorta di obiettivo frontale creato all’epoca con vetro e ottone.
Una rudimentale macchina fotografia: effettivamente il vero dagherrotipo significato è quello di aver creato non solo il primo prototipo di strumento fotografico gettando le basi alla moderna fotografia ma quello di aver sviluppato anche il primo processo fotografico commerciale.
Ancora tutt’oggi vi sono in circolazione degli antichi dagherrotipi: sono perlopiù custoditi all’interno di collezioni pubbliche o private. Anche se talvolta si possono trovare anche in vendita in alcune aste e i prezzi di partenza sono davvero alti.
Molto spesso chi non ha mai visto da vicino un dagherrotipo rimane affascinato ma anche turbato dalla sua superficie vetrata: queste “prime ed antiche fotografie” sono infatti difficili da osservare e bisogna inclinarle in base alla luce presente per vedere cosa rappresentano realmente.