Nuovo Dpcm: l’Italia arancione, Lombardia e Sicilia rosse
Nuova stretta contro la pandemia arriva dal nuovo Dpcm. Quasi tutta Italia sarà in zona arancione, con il divieto di spostarsi tra le regioni fino al 15 febbraio, mentre Lombardia e Sicilia da domenica potrebbero essere le prime zone rosse del 2021. L’ultimo Dpmc vuole evitare che anche l’Italia finisca nella stessa situazione di Gran Bretagna e Germania, costringendo il governo a un nuovo lockdown nazionale.
Le modifiche al decreto in vigore dal 16 gennaio sono state illustrate dall’esecutivo nella riunione con le Regioni, i Comuni e le Province. «La situazione non può essere sottovalutata, lavoriamo insieme tempestivamente ad anticipare le restrizioni per evitare una nuova, forte ondata del virus» le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza.
Nuovo Dpcm, rinnovate le misure di sicurezza
Rinnovate quindi di tutte le misure già in vigore a partire dal coprifuoco dalle 22 alle 5, le scuole superiori in didattica a distanza al 50% da lunedì e l’inasprimento delle soglie per accedere alle zone con restrizioni, introdotte con il decreto approvato mercoledì: con Rt 1 (l’indice di contagio per ogni persona positiva al Covid) o con un livello di rischio “alto” o, ancora, con un’incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio moderato, si va in arancione, con Rt a 1,25 in rosso.
Tutti gli indicatori nell’ultima settimana sono peggiorati e in base all’ultimo monitoraggio solo sei regioni rimarrebbero gialle: Abruzzo, Basilicata, Campania, Sardegna, Toscana e Valle d’Aosta. Tutte le altre rischiano l’arancione, con la Lombardia e la Sicilia in zona rossa. Se però a mandare in rosso la Lombardia sono i numeri, a far scattare le restrizioni più dure in Sicilia è la richiesta dello stesso governatore Nello Musumeci, che sarà accolta da Speranza.
Secondo il nuovo Dpcm, infatti, fino al 5 marzo sarà valida la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o nel comune se è in zona arancione o rossa. E sempre fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai comuni con una popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 km e mai verso i capoluoghi di provincia.
Il governo ha poi confermato il divieto della vendita da asporto per i bar dalle 18. Provvedimento però fortemente criticato dalle Regioni. «Non porta vantaggi significativi sul piano della prevenzione e al contrario rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori» afferma il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini.
Altra novità è la nuova chiusura degli impianti da sci, che dovevano riaprire il 18 gennaio. Bisognerà aspettare almeno fino al 15 febbraio. Chiuse palestre e piscine, così come cinema e teatri. Tornano invece le crociere ed è confermata l’apertura dei musei, ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali.
Con il decreto viene infatti introdotta la “zona bianca”, in cui le uniche restrizioni sono il distanziamento e l’uso della mascherina. Ma i parametri per entrarci (3 settimane consecutive di incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio basso – fanno sì che ci vorranno mesi prima che una regione possa trovarcisi.