Concessione balneare, come viene assegnata?
La concessione balneare italiana è da tempo al centro di un dibattito che coinvolge non solo i concessionari, ma anche istituzioni nazionali ed europee. La questione è complessa e tocca temi che spaziano dalla gestione del demanio pubblico alla concorrenza, passando per la sostenibilità ambientale.
Quanto costa la concessione balneare per uno stabilimento?
Il costo delle concessioni balneari in Italia è uno dei punti più controversi dell’intera questione. Nonostante il valore economico generato dagli stabilimenti sia significativo, i canoni pagati dai concessionari sono spesso bassi, inadeguati a riflettere il reale valore del bene pubblico.
Questo squilibrio ha portato a critiche sia da parte dell’opinione pubblica che delle istituzioni europee, che vedono in questi canoni irrisori un’ingiusta rendita di posizione a favore dei concessionari, che sfruttano risorse demaniali a fronte di pagamenti minimi.
Quanto dura la concessione balneare della spiaggia?
Tradizionalmente, le concessioni balneari hanno avuto una durata variabile, ma in molti casi si è trattato di concessioni perpetuate attraverso rinnovi automatici, creando situazioni di fatto in cui i concessionari mantenevano il controllo delle aree per decenni.
Questa pratica è stata contestata dall’Unione Europea, che ha richiesto all’Italia di conformarsi alla direttiva Bolkestein, la quale prevede gare pubbliche per l’assegnazione delle concessioni.
Attualmente, la durata massima delle nuove concessioni è fissata in sei anni, prorogabili a dieci in casi eccezionali, ma la necessità di nuovi bandi sta creando incertezze e preoccupazioni tra gli operatori del settore.
Perché protestano i balneari?
I concessionari balneari si trovano oggi a protestare contro la decisione del Consiglio di Stato di invalidare le proroghe delle concessioni esistenti e di imporre nuovi bandi competitivi. Essi sostengono che queste misure mettono a rischio la stabilità delle loro attività, costruite spesso attraverso decenni di investimenti e gestione familiare.
La direttiva Bolkestein, percepita come una minaccia, è vista dai balneari come un’imposizione che non tiene conto della specificità del contesto italiano, dove le concessioni sono state storicamente tramandate di generazione in generazione.
Cosa succede con le concessioni demaniali?
La situazione delle concessioni demaniali è diventata ancor più intricata dopo che l’Antitrust e il Consiglio di Stato hanno chiarito che le continue proroghe violano i principi di concorrenza dell’Unione Europea.
In risposta a queste direttive, i Comuni italiani sono chiamati a organizzare nuove gare per l’assegnazione delle concessioni entro il 31 dicembre 2024 ma la lentezza burocratica e la complessità della normativa hanno creato un clima di incertezza sia tra i concessionari sia tra i potenziali nuovi operatori.
Se i Comuni non rispetteranno queste scadenze, potrebbero incorrere in sanzioni da parte dell’UE, aggravando ulteriormente la situazione.
Come richiedere le concessioni balneari nel 2025?
Dal 2025, chi vorrà gestire uno stabilimento balneare dovrà partecipare a bandi pubblici, che saranno gestiti dai Comuni secondo criteri di trasparenza e concorrenza. Le nuove concessioni non solo dovranno rispettare i criteri europei, ma dovranno anche garantire una maggiore equità nell’accesso alle spiagge, con una quota minima del 40% riservata alle spiagge libere.
Inoltre, sarà essenziale che i nuovi gestori rispettino parametri rigorosi in termini di qualità del servizio, accessibilità e sostenibilità ambientale. Queste misure mirano a migliorare l’offerta turistica italiana, rendendola più competitiva e allineata agli standard europei.
L’evoluzione delle concessioni balneari in Italia è un tema complesso che coinvolge vari interessi economici, legali e sociali. L’applicazione delle nuove regole sarà determinante per il futuro del settore, che dovrà confrontarsi con un mercato sempre più aperto e competitivo, dove il rispetto delle normative europee sarà fondamentale per garantire la sostenibilità e la trasparenza della gestione delle risorse demaniali.