Caso Chiara Ferragni e pandoro Balocco: spiegazione ed errori
Il caso di Chiara Ferragni e il pandoro Balocco sta interessando il mondo intero. In rete il rischio di divulgare delle informazioni errate è sempre più alto, motivo per cui abbiamo deciso di fare chiarezza sulla vicenda, trascrivendo la situazione reale che sta coinvolgendo l’influencer e l’azienda dolciaria italiana.
Il caso che ha costretto l’Antitrust ad intervenire e multare l’imprenditrice italiana Chiara Ferragni per un milione di euro, riguarda la promozione “Pink Christmas” dell’edizione in riferimento al Natale 2022, dove si era lasciato intendere che il ricavo sarebbe stato divulgato all’ospedale Regina Margherita di Torino.
Caso Chiara Ferragni e pandoro Balocco: la storia reale
Chiara Ferragni aveva collaborato sulla vendita del pandoro Balocco, stabilendo con l’azienda dolciaria italiana, un prezzo più alto rispetto a quello a cui si è soliti acquistare. Il motivo per cui la blogger italiana e l’azienda sarebbero stati multati, è legato al semplice fatto che il rincaro avrebbe fatto credere che il ricavato sarebbe stato destinato all’ospedale sulla ricerca di un nuovo macchinario contro l’osteosarcoma e sarcoma di Ewing.
Entrambi, sono dei tumori maligni che coinvolgono con maggior frequenza i giovani, senza risparmiare i bambini. Il fatto ha generato moltissimi malumori, scatenando il solito divario: da un lato, chi ha voluto credere che l’inganno non sia stato premeditato, dall’altro indignato, ha accusato la Ferragni di aver architettato un “piano diabolico e spregevole”.
L’Antitrust ha indagato a fondo, e il problema sarebbe riconducibile alla campagna promozionale: i fondi per sostenere la ricerca dell’ospedale torinese erano stati già donati, dunque la comunicazione markettare tra la Ferragni e Balocco, avrebbe fatto intendere diversamente, inducendo i consumatori a comprare il pandoro per questo unico scopo.
Un vero uragano di fuoco a poco tempo dall’acquisto della nuova casa dei Ferragnez, che adesso sembrano essere coinvolti in un problema ben più grande rispetto a quello di dover mostrare la nuova loro “umile” dimora.
Nel frattempo l’influencer italiana ha pubblicato un messaggio di scuse sui suoi profili social, dove ammette l’errore comunicativo, e allo stesso tempo annuncia la sua volontà di far ricorso all’Agcm, per una pena a lei afflitta ritenuta “ingiusta e spoporzionata“.
Qual è stato l’errore di Chiara Ferragni sul caso del pandoro Balocco?
In molti si domandano qual è stato l’errore di Chiara Ferragni e cosa avrebbe potuto fare affinché non accadesse. Per l’Antitrust, la multa è stata giustificata per aver messo in piedi una «pratica commerciale scorretta», che avrebbe indotto i consumatori a comprare un pandono facendogli credere che il ricavato sarebbe stato donato per l’acquisto di un macchinario che avrebbe “curato” due tumori maligni.
La colpa è da ricondurre all’azienda Balocco (anch’essa multata per 400 mila euro circa), e alle aziende Fenice e TBS Crew, le stesse che gestiscono la comunicazione, il branding e il marketing dell’influencer Chiara Ferragni.
La colpa dell’imprenditrice sarebbe stata quella di non aver vigilato sufficientemente sulla strategia di marketing, dato che la promozione Pink Christmas avrebbe generato oltre un milione di euro con un rialzo sui prezzi dei pandori di due volte e mezzo in più rispetto al costo tradizionale.
La storia sul caso Ferragni e il pandoro Balocco non avrà alcuna svolta positiva, anche se le indagini da parte dell’Antitrust continuano per poter stabilire e decretare una sentenza finale (oltre alle sanzioni già addebitate nei confronti dei coinvolti).
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), ha messo a punto le motivazioni della sanzione, dettagliandole in tre punti:
- Il comunicato stampa che presentava l’iniziativa denominata “Pandoro Pink Christmas”, faceva credere che il prezzo del pandoro Balocco di oltre 9€ (contro i 3,70€ tradizionali), fosse stato applicato per donare una parte dei ricavi all’ospedale torinese alla ricerca per eliminare due tumori maligni. In realtà, la donazione avvenne soltanto da parte dell’azienda dolciaria italiana, ma a maggio 2022, dunque poco inerente rispetto alla pubblicità e collaborazione con l’influencer.
- Aver fatto circolare dei cartelli sul pandoro griffato e in edizione limitata, in cui si trasmettevano delle informazioni che potessero contribuire a far credere che il ricavato sarebbe stato donato all’ospedale Regina Margherita di Torino.
- Chiara Ferragni avrebbe pubblicato storie e post sui canali social, sfruttando il suo impatto mediatico, facendo credere anche in quelle circostanze, che la sua azienda avrebbe donato insieme a Balocco, alla lotta contro i tumori versando un milione di euro, quando in realtà, la donazione venne effettuata soltanto dall’impresa dolciaria.
Per “concludere in bellezza” come se non bastasse, Codacons avrebbe denunciato Chiara Ferragni sul caso del pandoro Balocco, richiedendo l’intervento della Guardia di Finanza, esprimendo una richiesta specifica:
“Occorre porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro griffato”.
L’intervento di Fedez
Il caso di Chiara Ferragni e il pandoro Balocco, non sarebbe divenuto soltanto oggetto di “gossip e cronaca”, ma anche di natura politica. In un recente intervento di Giorgia Meloni sul palco di Atreju di quest’anno, la Premier avrebbe mosso delle accuse pesanti nei confronti dell’imprenditrice italiana.
Nonostante Fedez avesse già spiegato in diverse occasioni, come il caso riguardasse sua moglie e le capacità di lei stessa a poter risolvere la questione, non ha potuto fare a meno di rispondere “indirettamente” alla Premier Meloni, sostenendo che almeno la moglie Ferragni, abbia avuto il coraggio di “chiedere scusa pubblicamente“, contrariamente a quanto facciano di solito i politici italiani.
In “difesa” dei Ferragnez interviene anche il magistrato Valerio de Gioia, il quale ha tenuto a sottolineare:
“C’è differenza tra truffa aggravata e una pratica commerciale scorretta. Credo che, sulla base di quanto ho potuto leggere finora, questo non sia un caso di truffa aggravata. Verosimilmente il procedimento giudiziario sarà archiviato”.