Aborto legale, a San Marino arriva il referendum per la depenalizzazione
L’interruzione volontaria di gravidanza è da sempre un tema molto discusso. I conservatori ne parlano come se fosse un’eresia, i progressisti lo vorrebbero libero ed attuabile. Da anni, ormai, il dibattito è acceso in diversi stati del mondo. Questa volta tocca a San Marino prendere la propria decisione. Il 26 settembre, infatti, i cittadini sammarinesi saranno chiamati ad un referendum popolare per rendere l’aborto legale. In caso di esito positivo, sarà possibile abortire entro le 12 settimane di gravidanza oppure oltre questo periodo solo in caso di pericolo di vita per la madre o per gravi malformazioni al feto. Il quesito referendario è arrivato grazie all’Unione Donne Sammarinesi, che dal 2003 lotta per avere questo diritto.
Aborto legale, la situazione attuale a San Marino
Attualmente a San Marino praticare l’aborto è ancora un crimine. Anche in caso di pericolo di vita della donna o del feto, anche in caso di gravidanza dopo uno stupro. Ovviamente, nemmeno la libera scelta è consentita, nonostante ciò sia ormai una conquista nella stragrande maggioranza dei paesi occidentali. Se oggi una cittadina sammarinese volesse abortire, sarebbe costretta ad andare all’estero. Spesso, anche per la grande vicinanza, vengono scelti gli ospedali dell’Emilia Romagna come location d’accoglienza. Se una donna abortisse oggi a San Marino, rischierebbe tra i tre e i sei anni di carcere. Stessa pena per chi procura l’aborto o per chi aiutasse nella missione. Oltre al piccolo stato, solo altre due nazioni europee hanno ancora l’aborto totalmente illegale: Andorra e Malta.