Aborto in Italia, troppi medici obiettori di coscienza | SubitoNews

Aborto in Italia, troppi medici obiettori di coscienza

Aborto in Italia, troppi medici obiettori di coscienza


L’aborto in Italia rimane una questione delicatissima. La legge lo permette, i medici a volte no. Infatti, spesso tramite la scusa dell’obiezione di coscienza hanno rifiutato di operare per l’interruzione volontaria di gravidanza. E mentre altri paesi europei hanno votato per la legalizzazione dell’aborto, in Italia ancora si discute se sia moralmente corretto esercitarlo. A San Marino, ad esempio, il 77% della popolazione si è espressa a favore dell’aborto. Persino in Texas, uno degli stati americani più conservatori, il governo ha fatto ricorso alla Corte Suprema per modificare la legge anti aborto.

Aborto in Italia, l’aggiornamento delle statistiche

Secondo una recente indagine condotta dall’Associazione Luca Coscioni, venuta alla ribalta recentemente per le battaglie sulla legalizzazione dell’eutanasia e della cannabis, in Italia ci sarebbero almeno 15 ospedali in cui tutti i ginecologi sono obiettori di coscienza. Questi numeri però non sono pubblici e, al contrario, dovrebbero esserlo. L’Associazione ha quindi chiesto alle singole ASL di effettuare indagini interne per avere una statistica accurata. La legge 194, infatti, dice che il servizio deve essere garantito e l’obiezione non può comprendere l’intera struttura ospedaliera. L’indagine è per ora stata effettuata sul 60% delle strutture ed è quindi ancora in aggiornamento.

Le regioni più problematiche

In altri 20 ospedali italiani ci sarebbe l’80% di obiettori, in altri 13 questa percentuale viene superata. Le regioni maggiormente interessate da questo fenomeno sono la Lombardia, la Liguria, il Piemonte, il Veneto, la Toscana, l’Umbria, le Marche, la Basilicata, la Campania e la Puglia. In esse è presente almeno una struttura in cui è praticamente impossibile abortire, a causa del 100% di obiettori tra ginecologi, ostetriche e anestesisti. Avere delle statistiche accurate, permetterebbe alle donne di scegliere in quale ospedale andare per avere la garanzia del servizio. Sul sito dell’Associazione è presente ora una mappa aggiornata degli obiettori, che sarà di aiuto a chi sceglierà di ricorrere a questa misura.