Il Carnevale di Ivrea fra storia e leggenda

Il Carnevale di Ivrea è alle porte: da domenica 23 febbraio scatta uno degli eventi storici e popolari più famosi d’Italia con un calendario ricco di manifestazioni. L’appuntamento con quella più famosa, la tradizionale Battaglia delle Arance che conclude le sfide fra le squadre, è per martedì 4 marzo, e inscena la lotta tra il popolo, rappresentato dagli aranceri a piedi, e le guardie del tiranno, ossia gli aranceri sui carri.
Violetta protagonista del Carnevale di Ivrea
L’origine di questa manifestazione popolare risale al Medioevo, rappresenta il Carnevale più antico d’Italia e in Piemonte è una vera e propria istituzione. La storia verte su una fanciulla come protagonista, la Vezzosa Mugnaia di nome Violetta, che rappresenta il simbolo di ribellione e libertà. Secondo la leggenda l’eroina libera il popolo dal tiranno, il Marchese di Monferrato, che obbliga le giovani donne del paese allo ius primae noctis e affama i cittadini: dopo aver sedotto il nobiluomo, la notte dell’incontro Violetta si ribella tagliando la testa al Marchese e dando il via alla ribellione popolare. Intorno a Violetta si aggirano altri personaggi, tra i quali il Generale e il Podestà. Nel corteo i Pifferi e i Tamburi stanno dalla parte di cittadini e visitatori che sfilano con il Berretto Frigio in testa, simbolo della rivolta.
La Battaglia delle Arance, vera e propria sfida
La Battaglia delle Arance rappresenta l’evento clou del Carnevale di Ivrea: le sfide durano dalla domenica al martedì grasso per tre pomeriggi, ed è la rappresentazione della rivolta popolare contro l’esercito del tiranno: sui carri, riparati da caschi di cuoio, ci sono i “soldati”, a piedi, e privi di protezione, ci sono i “cittadini. La sfida, che avviene nelle principali piazze storiche della città consiste nel lanciarsi le arance: alla fine della tre giorni unna commissione speciale assegna il premio sulla base di alcuni elementi come ardore, lealtà e tecnica. All’inizio ogni rione organizzava un carnevale a sè, fino ad arrivare a cinque. Nel 1808 il Carnevale venne riunito in uno solo, con il generale, figura di estrazione napoleonica, chiamato a gestirne l’ordine. Ogni rione porta con sè uno spadino con un’arancia infilzata, che vuole simboleggiare la testa mozzata del despota. Fra le curiosità c’è quella secondo cui in origine, nel Medioevo, al posto delle arance venissero usati i fagioli, che due volte l’anno le famiglie povere ricevevano dal tiranno: per questo motivo in senso di disprezzo le gettavano per strada, e nell’ambito della manifestazione allegorica, venivano quindi usati come proiettili da lanciare agli avversari.
Le arance per il Carnevale di Ivrea
Spesso la manifestazione è stata oggetto di polemiche per quanto riguarda l’utilizzo e lo spreco di arance: generalmente ne arrivano 7000 quintali da aziende siciliane e calabresi attive nella lotta contro le mafie. I carri allegorici delle sfilate sono vere e proprie opere d’arte, in modo particolare il carro dorato su cui sfila la Mugnaia insieme a paggi e damigelle, con il compito di lanciare mimose e caramelle. Ci sono poi i carri del tiranno, detti Carri da Getto, decorati e trainati da circa 200 cavalli in totale, in grado di sostenere ognuno una dozzina di aranceri con le loro pesanti divise e le maschere di cuoio e grate di ferro. I carri, decorati e rifiniti anche con particolari preziosi, vengono realizzati da sapienti maestri artigiani.
Le squadre e la loro storia
Anche le squadre di aranceri hanno la loro storia: quella degli aranceri piedi risale all’immediato dopoguerra nel quartiere operaio dell’Olivetti, l’illustre azienda eporediese. I primi furono gli Asso di Picche, seguiti dalle squadre Morte, Scorpioni d’Arduino, Tuchini, Scacchi, Pantere, Credendari, Diavoli e Mercenari. Gli aranceri a piedi sono completamente sprovvisti di difese e quindi in balia dei nemici: indossano solo costumi colorati con casacche legate in vita e aperte sul petto come sacchi in cui contenere più agrumi possibile. Si caratterizzano inoltre per portare campanelli alle caviglie.