Ilary Blasi presenta il suo libro tra gioia e dolore: cosa racconta?
Alla presentazione del suo libro, Ilary Blasi appare smagliante, felice e con un outfit che non passa inosservato. Per poter raccontare del suo testo editoriale, la showgirl romana sceglie la Mondadori della capitale economica italiana, Milano.
Il suo dresscode è raggiante, e come una vera superstar si presenta nella città meneghina in tutta la sua bellezza ed eleganza: un tailleur che luccica (brandizzato Ermanno Scervino), giacca a doppio petto di colore grigio e pantaloni over calzati su misura.
Ilary Blasi presenta il suo libro a Milano: uscita e dettagli
Ilary Blasi presenta il libro dal titolo “Che stupida: la mia verità“. Un apparente accenno che sembra quasi spoilerare la sua storia d’amore finita male con Francesco Totti, che tra udienze e cause legali, adesso si attende soltanto il divorzio ufficiale in aula.
Il vero motivo per cui la Blasi pare aver scritto il suo libro pare essere riconducibile ad una intervista rilasciata dall’ex calciatore e marito, Francesco Totti, al Corriere della Sera, dato che durante la presentazione la showgirl italiana ha detto alla giornalista:
“Se lui fosse stato in silenzio anche io non avrei detto nulla, quindi non sarebbe esistito Unica e neppure Che Stupida. Mi ha dato fastidio soprattutto essere definita come una poco di buono”.
L’intervista ad Ilary Blasi
La giornalista Barra ha chiesto espressamente ad Ilary Blasi, se avesse tentato a recuperare quel matrimonio che è durato vent’anni:
“Sì, ci ho provato, ma era come se trovassi davanti a me un muro di gomma. Come si sopravvive a una valanga che ti travolge? Non mi sento di dare consigli, lo vivi mentre accade. Gli amici e la mia famiglia si sono stretti intorno a me, questo mi ha permesso di affrontare tutto con forza e lucidità”.
Ilary si è detta convinta che il ‘focus’ debba essere: “pensare a stare bene con sé stessi”. Alla domanda riguardo alla sua felicità, la showgirl risponde: “Se ultimamente non ho pubblicato molto non vuol dire che non sia felice. La felicità non si misura mica sui social network. Ho avuto un matrimonio sotto i riflettori, una vita sotto i riflettori, anche il divorzio così. Nella mia nuova vita vorrei che fosse diverso”.
Un dolore “commercializzato”
Secondo moltissime persone, il libro di Ilary Blasy, il suo documentario su Prime, sarebbero delle pratiche commerciali attuate in una situazione dove in realtà, dovrebbe esserci soltanto timore e contenimento personale.
Anche in questo caso la Blasi non si è fatta attendere, rispondendo alle critiche che le sono state fatte notare dalla giornalista riguardo a queste “promozioni” su questi ultimi progetti:
“Questo è un atto di libertà che ti aiuta anche a metabolizzare. E comunque io sono una moglie, una mamma e una donna di spettacolo, parlavano di me, quindi ho risposto”.
Dall’1° febbraio – sotto raccomandazione di Ilary Blasi – non si dovrà più parlare di questa storia, sottolineando che ne è stato parlato sufficientemente. La showgirl ha mosso il desiderio alla giornalista, di volere una nuova vita fuori dai riflettori.
Dialoghi da film
Nel libro “Che stupida: la mia verità”, Ilary Blasi evidenzia gioia, dolore e dei dialoghi e scene che sembrano tratte quasi da un film. Quando la refurtiva della showgirl italiana sparì, e lei convinta che fosse stata tutta opera dell’ex marito Totti, ella non perse tempo ad assumere un investigatore privato.
Detective assoldato da Milano, dato che un romano romanista non avrebbe fatto altro che coprire “Er Capitano”. Prima che quest’ultimo si facesse comunque scoprire, nelle sue pagine del libro la Blasi racconta la sua intuizione notturna che la portò a scoprire dove l’ex marito nascose la refurtiva:
“Percorsi tutta quella sorta di cunicolo, girai a destra, poi a sinistra e, da una nicchia, vidi spuntare dei sacchi neri di plastica per la spazzatura. Puntai dentro il primo la luce del telefono ed eccolo, il logo di Chanel! Erano le mie borse! Con un sorriso da orecchio a orecchio, felice, divertita, mi caricai la refurtiva in spalla e corsi fuori. Verificando bene, mi accorsi che lì c’era solo una parte dei miei averi. La caccia al tesoro non era finita”.
Insomma, neanche un film avrebbe rivelato così tanti dettagli. 217 Pagine che raccontano in un modo particolare la fine di un matrimonio ventennale, dove si evidenziano delusioni, dispiaceri, prese di consapevolezza e soltanto alla fine, gioia.
La sofferenza di un VIP è praticamente identica a quella di qualsiasi altro essere umano. E come tale, si provano dispiaceri, c’è tristezza e talvolta si rischia di toccare il fondo. Sempre in alcune pagine del suo libro, la Blasi racconta come ha dovuto fingere che tutto andasse bene soltanto per i figli:
“La mattina mi alzavo esausta, le occhiaie che toccavano terra. Mi sciacquavo la faccia, mettevo un po’ di illuminante per non sembrare uno zombie, un sorriso il meno finto possibile e andavo a svegliare i ragazzi, a preparare loro la colazione. Quando uscivano per andare a scuola, potevo smettere di recitare. Tornavo in cucina, in camera, e ritrovavo intatti tutti i miei fantasmi”.
Ilary Blasi crede che il libro possa essere stato il suo sfogo sentimentale, un modo per poterne uscire e liberarsi dalle catene da cui è stata incastrata per troppo tempo.